Luciano Doldi, un amico, un compagno ci ha lasciato a 61 anni. Così lo ricordiamo.

Ricordare Luciano significa innanzitutto sottolineare il suo ruolo di dirigente della classe operaia.

Luciano inizia da giovane apprendista operaio alla Siemens, dove viene formato politicamente e sindacalmente dai vecchi compagni operai che uscivano dalla Resistenza antifascista. Formatosi su questi valori, diventa presto un capo politico che lascerà negli anni un’importante traccia.

Come comunista, ha dedicato grande parte della sua vita, dando tutto se stesso, nello sforzo di mettere in relazione il marxismo con la lotta concreta dei lavoratori, coniugando la teoria e la sua ampia conoscenza della storia del movimento operaio internazionale con le lotte e le scelte quotidiane all’interno della fabbrica. Quegli operai che alcuni ritenevano arretrati, o comunque inadeguati, erano i suoi compagni nella vita e nelle difficoltà di ogni giorno; con il suo ostinato lavoro ha saputo aiutarli ad organizzarsi, a crescere nella loro consapevolezza di classe, a farne dei quadri sindacali.

Il periodo in cui Doldi ha lavorato alla Falck va ricordato come uno dei momenti più alti del suo lavoro politico. In particolare, il suo “capolavoro” in questa azienda è stato quello di ridare dignità politica a numerosi operai che avevano perso ogni speranza di cambiamento. Gli operai considerati più arretrati in termini di coscienza sindacale, coma amava definire i bergamaschi, sono infatti diventati, con e grazie a lui, non solo valligiani e pastori, ma una delle componenti operaie più combattive contro le frequenti ristrutturazioni aziendali e le molteplici svendite sindacali di quegli anni.

Dopo questa esperienza, il suo legame con gli operai bergamaschi si è mantenuto e si è espresso nel corso degli anni in una attività territoriale in diverse fabbriche bergamasche.

Il suo lavoro, il suo sforzo, non ha mai perso di vista un aspetto, da lui giustamente ritenuto fondamentale: la ricerca dell’unità tra lavoratori; la necessità di costruire un fronte comune (partendo dal basso e dai più svariati settori proletari) contro il pericolo – purtroppo reale ieri quanto oggi – di una deriva autoritaria di stampo fascista.

Questa, in estrema sintesi, la strada che ha sempre seguito, ieri, alla Falck, e nel recentissimo passato, nel territorio bergamasco.

Per il ruolo che ha avuto, Luciano verrà ricordato come un compagno ormai parte della storia dei molti operai che hanno resistito e tuttora resistono e lottano contro lo sfruttamento.

 

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