“Fukushima è peggio di Hiroshima e Nagasaki”

Fukushima è il futuro?

di Daniela Trollio (*)

 

La terra ha tremato e tremato e subito dopo il mare si è alzato, trascinando via con sé decine di migliaia di vite umane (al momento le vittime del terremoto in Giappone sono stimate in circa 33.000). Ma non c’è stato neppure il tempo di piangerle, la loro tragedia è impallidita di fronte ad una nuova tragedia: l’incidente nella centrale atomica di Fukushima, ancora in corso e di cui forse per anni, come a Chernobyl, non conosceremo esattamente la verità, le responsabilità e le conseguenze.

 

Fukushima è peggio di Hiroshima e Nagasaki” ha detto una donna sopravvissuta al terremoto e allo tsunami. Le hanno chiesto “Perché lo pensa?”. Lei ha risposto “Perché Hiroshima e Nagasaki sono il passato, Fukushima è il futuro”.

Fukushima è davvero non solo il futuro, ma anche il presente. E’ un paradigma di tutto ciò con cui ci scontriamo ogni giorno.

 

Le menzogne per coprire quando sta succedendo giorno per giorno. Le “informazioni” fornite dal governo giapponese, dalla NISA (l’agenzia di sicurezza nucleare), da TEPCO (la Compagnia di Energia Elettrica di Tokio, società che gestisce la centrale, la terzo impresa elettrica del mondo), dalle agenzie internazionali come l’AIEA e il JAIF (Foro Industriale Atomico), e i media fanno sorgere più dubbi di quante risposte diano

Una per tutte: le foto aeree e satellitari mostrano che né gli alberi né gli edifici avevano riportato danni per lo tsunami, prima dell’esplosione di idrogeno che hanno distrutto i reattori 1 e 3. Quindi probabilmente lo tsunami è stato molto meno violento che a Minamisoma o a Sendai (che distano circa 70 km. dalla centrale e che sono andate completamente distrutte). In questo caso, le strutture della centrali erano molto più fragili di quanto ci hanno detto.

Del resto TEPCO aveva già falsificato nel 2002 le informazioni sulla sicurezza delle sue centrali e fu obbligata a chiuderne temporaneamente 17. I dirigenti della compagnia ammisero di aver presentato ben 200 rapporti falsi nei 20 anni precedenti. Nel 2007 un terremoto di 6,6 gradi obbligò TEPCO a chiudere i 7 reattori della centrale atomica più grande del mondo, quella di Kashiwazaki-Kariwa, che rimase chiusa per ben 21 mesi per riparazioni e prove sismiche. Solo 4 dei reattori ripresero a funzionare. Eppure le lobby mondiali del nucleare e i loro governi avevano sostenuto che il disastro di Chernobyl del 26 aprile 1986 era dovuto alla tecnologia obsoleta e che la scarsa o nulla informazione era caratteristica dell’opacità del sistema sovietico. Sembra invece che l’avanzato e tecnologico sistema capitalistico giapponese e la opacità della sua informazione siano esattamente lo stesso.

. Il profitto fa la differenza. Si è scelto di cercare di raffreddare la centrale, dopo che i sistemi erano saltati, con acqua che ha provocato – a contatto con l’enorme calore – nubi di vapore contenenti isotopi radioattivi che sono arrivate fino alla Cina (il governo cinese sta monitorando ben 14 provincie). Data la scarsità di acqua nei giorni successivi (l’acqua è stata razionata persino ai 400 lavoratori che, a rischio della loro vita, stanno disperatamente tentando di riparare i danni e sono costretti a lavarsi con spray all’alcool), è stato fatto lo stesso utilizzando acqua di mare che, contaminata, oltre che ad essere assorbita dal terreno, è ritornata al mare (dove la porteranno le correnti? che faranno i pescatori giapponesi nel prossimo futuro?).

Perché si è scelto di ubicare la maggior parte delle centrali giapponesi vicino al mare, tenendo conto che nel paese ogni anno si verifica decine di terremoti, la cui prima conseguenza è un maremoto? Perché per raffreddare le centrali sono necessarie ingentissime quantità di acqua e l’acqua del mare non si paga, e questo fa aumentare i profitti, specialmente in un paese come il Giappone che non dispone di fiumi di grande importanza. Non importa se Fukushima è a soli 250 km. da Tokio, una città abitata da 35 milioni di persone impossibile da evacuare.

Perché non si è scelto di coprire con il “sarcofago” di cemento armato i reattori lesionati? Perché questo impedirebbe per sempre il loro funzionamento. I reattori costano molto e la perdita finanziaria sarebbe enorme. Ma questa soluzione, oltretutto, significherebbe ammettere che l’energia nucleare non solo non è sicura ma neppure a basso prezzo. E anche il sarcofago ha i suoi costi. Da 25 anni il reattore n. 4 di Chernobyl continua ad emettere radioattività sotto la sua coperta - ormai deteriorata - di cemento. L’Europa e gli USA stanno cercando di raccogliere i 2.000 milioni di dollari che servirebbero a costruire un sarcofago permanente che contenga le radiazioni.

A questo va aggiunto il business delle scorie. Altra storia esemplare: il reattore 3 di Fukushima è quello che più preoccupa perché in esso si utilizza il MOX (ossido misto di uranio e plutonio) che, come ha ben spiegato il fisico dell’Università di Bologna Vincenzo Balzani nella trasmissione del 17 marzo di Annozero, è una mescola che si usa per il riciclo delle scorie radioattive. A Fukushima è stata l’impresa francese AREVA a fornire il MOX. Il processo è il seguente: il Giappone invia le sue scorie in Francia, AREVA le re-alimenta e le rispedisce in Giappone, che le utilizza in 3 o 4 centrali. Quanto guadagna AREVA per ogni trasporto di questo pericolosissimo materiale, tenuto conto che un milionesimo di grammo di plutonio è letale per l’uomo?

. Chi controlla chi? Esempio: il Canada ha una grande industria nucleare, di proprietà statale, con 17 reattori che generano il 15% dell’elettricità del paese, e vende reattori a molti paesi, dalla Cina all’Argentina. La controlla la CNSC (la Commissione Canadese di Sicurezza Nucleare). “Nel 2008, quando la presidentessa della CNSC Linda Keen cercò di adeguare le norme canadesi agli standards internazionali, fu destituita dal governo” ha affermato l’analista nucleare di Greenpeace Canada Shawn P. Stensil. Keen voleva che si installassero generatori extra a gasolio in caso mancasse la corrente elettrica a seguito di un terremoto, esattamente come è successo a Fukushima.

Secondo la ONG Coalizione Canadese per la Responsabilità Nucleare, il problema è che “ci sono pochi esperti nucleari indipendenti nel mondo, Tutti lavorano per l’industria, o lo hanno fatto, ed ora fanno parte degli organismi di controllo. Non spiegano mai al pubblico che la radioattività non è qualcosa che si possa spegnere. Non dicono che anche quando si chiude un reattore questo continua a produrre enormi quantità di calore che va eliminato per impedire la fusione del combustibile”.

. Cinquanta eroi. Così, un po’ romanticamente, i media hanno battezzato i lavoratori che cercano di riparare la centrale. In realtà sono circa 400 e finora, come essi stessi hanno denunciato, lavorano in condizioni pesantissime: turni massacranti, cibo scarso, acqua razionata, protezioni insufficienti. A tutt’oggi 20 di loro sono in ospedale, 3 molto gravi per essere stati contaminati dall’acqua radioattiva in cui lavoravano con semplici stivali di gomma. “In tutto il Giappone ci sono 70.000 lavoratori nelle centrali nucleari: 63.000 sono precari con contratti a tempo o mensili per effettuare lavori di manutenzione o di emergenza. Guadagnano al massimo 90 euro al giorno.”. “”Si tratta di lavoratori che provengono originariamente dai ghetti di Sanya a Tokio e Kamagasaki a Osaka, senza particolari specializzazioni, che nel corso degli anni sono diventati, pagando il prezzo della contaminazione, degli esperti. Rappresentano quasi il 90% della forza lavoro e vengono pagati, in fin dei conti, per essere contaminati. (v. Il Manifesto, 27.3.2011, pag. 5).

 

L’altra eredità di Fukushima è la caducità delle centrali. Ora gli esperti parlano di 20/30 anni di vita media per gli impianti, cosa che obbliga a rifare tutti i conti sulla loro sostenibilità economica. Ai costi di costruzione e di mantenimento vanno aggiunti quelli dell’eventuale smantellamento. E costa molto di più smantellarle che costruirle.

 

Allora, se le centrali nucleari non sono sicure, non sono economiche, se le loro scorie sono praticamente eterne, se l’uranio, come altri combustibili fossili tipo il petrolio, non abbonderà sempre, perché puntare sull’energia atomica? Lasciamo la risposta al fisico Emilio del Giudice (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare di Milano): “Perché l’energia nucleare è anche militare e allora, dato che le società non democratiche si basano sulla violenza e quelle ‘democratiche’ sulla truffa e sull’inganno, bisogna convincere la gente che lo Stato opera per fini buoni, non si prepara per la guerra; e se la fa, è solo in risposta ad un’aggressione esterna. L’energia nucleare civile è un modo per nascondere quella militare e perché sembri che i nostri bilanci della difesa sono bassi perché una parte delle spese di difesa militare vengono imputate ai bilanci di altri ministeri”. E aggiunge: “Non è vero che l’energia nucleare costi meno. L’energia nucleare francese si vende a basso costo perché è il sottoprodotto di una produzione militare.”.

 

Il fantasma di una nuova Chernobyl ha già colpito: in Germania (dove ci sono 17 centrali nucleari) la CDU di Angela Merkel ha perso sonoramente le elezioni a favore dei Verdi. La Francia, con le sue 58 centrali nucleari che forniscono circa il 76,20% dell’energia elettrica (in Giappone la percentuale dell’elettricità prodotta dalle centrali nucleari è il 20,90%), è il paese che più soffrirà per la paura dei suoi cittadini che si possa verificare un disastro. Forse anche questo spiega il ruolo del governo francese nell’aggressione alla Libia: bisogna assicurarsi, nel più breve tempo possibile, un’altra fonte di energia.

 

“Al capitale fa orrore l’assenza di profitto. Quando annusa un profitto ragionevole si inorgoglisce. Al 20% si entusiasma. Al 50% è temerario. Al 100% spazza via tutte le leggi umane e al 300% non si ferma davanti ad alcun crimine” scriveva Karl Marx.

Quasi 100 anni fa Rosa Luxemburg avvertiva: “Socialismo o barbarie”. Il capitalismo, la logica del profitto che ha prodotto Fukushima ci fa capire che non più di barbarie si tratta, ma della pura e semplice distruzione del nostro mondo e della scomparsa di tutti gli esseri viventi.

 

(*) Centro di Iniziativa Proletaria “G.Tagarelli”

     Via Magenta 88 – Sesto S.Giovanni (Mi)

     mail : cip.mi@tiscali.it         sito web: http://ciptagarelli.jimdo.com/

 

Sesto San Giovanni 2/4/2011

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