GUERRA E MASSACRI DI CIVILI

La cultura di un esercito

di Juan Gelman (*); da: pagina12.com.ar; 20.3.2012

 

Questa cultura - consiste solo nella morale del combattimento?

Sembrerebbe di sì per le forze armate degli USA. E per i suoi governi: George W. Bush autorizzò la tortura e possiamo ricordarci come fu applicata ad Abu Ghraib su cittadini inermi. Obama ha autorizzato le esecuzioni extragiudiziali, che commandos speciali praticano in Iraq, in Iran, in Afganistan e non solo.

Non dovrebbe sorprendere allora che effettivi dell’esercito statunitense abbiano ucciso domenica scorsa- e non sul campo di battaglia – sedici civili afgani nella provincia del sud di Kandahar.

Tra le vittime c’erano nove bambini, uno dei quali di due anni. Questo bimbo era un talebano? ha chiesto Gul Bashra, sua madre. “Non ho ancora visto un talebano di due anni di età. Qui non ci sono talebani. Loro (gli statunitensi) ci minacciano sempre con i cani e con le incursioni notturne degli elicotteri” ha ricordato (Associated Press, 11.3.2012). Vari abitanti dei due villaggi dove è avvenuto il massacro hanno testimoniato che i soldati vi entrarono ubriachi, ma questo non spiega tutto.

Oltretutto l’alcool sarebbe sato accompagnato da una sensazione di impunità. Anche questo si spiega. Il 19 novembre 2005 un gruppo di marines massacrò 24 iracheni disarmati ad Haditha, una città della provincia di Al Anbar nell’Iraq occidentale; tra loro c’erano bambini, donne e anziani. Una corte marziale derubricò i casi di sette degli otto imputati e il sergente Frank Wuterich, l’unico sotto processo, si dichiarò colpevole di “negligenza nel compimento del dovere” e gli venne cancellata l’imputazione iniziale di omicidio involontario. Come gli altri soldati coinvolti, il sergente non passerà un solo giorno in carcere, nonostante abbia riconosciuto di aver ordinato ai suoi uomini: “prima sparate e poi chiedete” (www.nytmes.com; 27.1.2012).

 

Ci sono massacri che neppure arrivano alla giustizia militare. Il New York Times ha pubblicato che nel 2008 due marines, al comando di un plotone, si dedicarono a sparare indiscriminatamente ad auto e passanti afgani lungo ben 16 chilometri di strada, uccidendo 19 civili e ferendone altri 50. Dissero che qualcuno gli aveva sparato e che avevano dovuto difendersi. Nessuno fu processato.

Un’informativa diplomatica diretta al Dipartimento di Stato, filtrata da Wikileaks, rivela che nel 2006, in Iraq, soldati statunitensi distrussero varie case e assassinarono un uomo, quattro donne e tre lattanti .... non esattamente talebani (wikileaks.org\cable\2006/4/06). Nessuno fu accusato, nessuno fu condannato.

 

Questi massacri si sono ripetuti durante tutta l’occupazione dell’Afganistan ed è nota la benevolenza con cui il Pentagono accetta e persino conferma le false spiegazioni dei suoi autori.

Ma c’è un caso diverso che in un certo modo li sintetizza: la scoperta di un gruppo di soldati che hanno giurato segretamente di uccidere civili afgani e iracheni per sport.

Non si conosce il numero esatto delle loro vittime (www.nytimes.com, 3.10.2010). Erano soliti farli a pezzi, fotografare i loro resti e portarsi via un dito o qualche dente come trofeo (www.rollingstone.com; 27.3.2011).

I componenti dell’auto-battezzato “Kill Team” sono stati processati e condannati a pene relativamente modeste rispetto ai loro crimini, ad eccezione del sergente Calvin Gibbs, capo del gruppo, condannato all’ergastolo ma che potrà uscire sulla parola tra meno di dieci anni (www.guardian.co.uk, 11.11.2011).

Il presidente afgano Hamid Karzai ha definito il massacro di Kandahar un “vero e proprio assassinio” e ha chiesto una inchiesta approfondita. Il generale John Allen, capo della Forza Internazionale di Assistenza alla Sicurezza (ISAF la sigla in inglese) degli occupanti, si è affrettato a dichiarare il suo assoluto impegno “ad assicurare che chiunque sia trovato colpevole venga considerato pienamente responsabile” dei fatti (www.isaf.nato.int; 11.3.2012).

 

Lo scandalo ha provocato altre manifestazioni ad alto livello.

Il presidente Obama ha trasformato la mattanza in qualcosaltro: “L’incidente – ha detto – è tragico e orribile e non rappresenta la natura eccezionale dei nostri militari né il rispetto che gi Stati Uniti hanno per il popolo dell’Afganistan” e ha riaffermato di volere che si investighi con rapidità sui fatti (//uk.nems.yahoo.com; 11.3.2012). Il segretario generale dell’ONU Ban Ki-moon ha espresso la sua tristezza e ha sottolineato: “Continueremo facendo pressione su tutte le autorità e sul personale militare impegnati in queste operazioni perchè abbiano la massima cura per la protezione della popolazione civile” (Reuters, 14.3.2012).

Abbiamo visto qual’è “l’indole eccezionale” delle forze armate USA e come si “curano” della popolazione civile del paese invaso. Perchè i massacri commessi sono la logica conseguenza dell’addestramento che ricevono e del disprezzo per il diverso, per l’Altro, per tante altre cose che pervertono la cultura sociale della prima potenza del mondo.

 

(*) Poeta e scrittore argentino.

 

( traduzione di Daniela Trollio

Centro di Iniziativa Proletaria “G.Tagarelli”

Via Magenta 88, Sesto S.Giovanni)

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