DISINFORMAZIONE E GUERRE COLONIALI

Il silenzio criminale dei media e le guerre coloniali

di Stella Calloni (*); da: cubadebate.cu; 20.3.2012

 

Dire basta alla disinformazione e alla guerra oggi è decidere quale domani, quale futuro vogliamo.

Lasciare ai nostri figli nuove colonie o paesi liberi? I popoli del mondo che stanno morendo oggi hanno bisogno di noi oggi.

Per questo è tempo di dire basta al terrorismo mediatico che significa disinformazione quotidiana, trasformazione delle vittime, come il popolo siriano e il suo governo, in carnefici.

Non possiamo lasciar cadere né la Siria né l’Iran. Fermare la mano criminale contro il popolo palestinese è salvare l’umanità. Fermare i piani tracciati per la Nostra America è decidere per la vita contro la guerra e la morte. Il futuro dell’umanità è in grave pericolo, in un momento storico in cui si sta decidendo la continuità della specie, la continuità della vita.

 

Ricordiamo:

Prima andarono in Afganistan. Non facemmo niente perché non sapevamo. I media dicevano che gli invasori avevano ragione. Fino ad oggi nessuno sa la verità sulle Torri Gemelle, ma dal 2001 tutti i paesi sono minacciati dal potere imperiale più militarizzato e mafioso della storia.

Poi andarono in Iraq. Si alzarono alcune voci, ma abbastanza basse e isolate. I mezzi di comunicazione le cancellarono e aprirono le porte all’invasione. Delle atrocità commesse dagli invasori mostrarono solo alcune immagini, non si sa se per minaccia o intrattenimento.

Poi mascherarono da Primavera Araba quello che era un piano per far abortire le vere primavere che potevano venire e che stavano cominciando a nascere. Cambiare qualcosa perché non cambi nulla.

E poi venne la Libia. Avevano scoperto da un giorno all’altro che il suo dirigente era un sinistro dittatore. Dato che non conoscevamo, non sapevano e leggevamo solo un discorso, una voce, immagini filtrate prima dall’invasore e mai le migliaia di morti per i bombardamenti né i massacri degli invasori: ci siamo confusi e abbiamo lasciato fare?

Adesso è il turno della Siria, tanto lontana quanto gli altri paesi. In un posto strategico per coloro che cercano di dominare il mondo. La Siria non ha fatto niente e milioni di siriani appoggiano il loro governo con le più grandi manifestazioni nella storia del paese. Ma i media ci raccontano la storia al contrario. Centinaia di attentati terroristici e le mattanze dei mercenari e delle truppe speciali delle grandi potenze non esistono per questi media.

E quando l’esercito difende il suo paese, i media ci dicono che i morti sono conseguenza della repressione del governo contro il popolo. Così la chiamano, perché l’invasione straniera sia vista come un salvataggio umanitario.

Una perversità fascista più grande di questa è impossibile. Fino a dove è tollerabile la menzogna criminale senza castigo?

E dopo, o prima, o proprio adesso viene l’Iran. La campagna contro l’Iran è così sconfinata e brutale che ci sono scarsi paragoni.

Con una simile disinformazione, con menzogne ripetute ogni giorno da milioni di apparecchi TV in tutto il mondo, da radio, da quotidiani che seppelliscono qualsiasi voce dissonante, che seppelliscono la verità, non possiamo pensare con la nostra testa né sentire con il nostro cuore.

 

Da quella prima volta siamo stati complici di più di un milione di morti in condizioni atroci, di migliaia di desaparecidos, della distruzione di culture e di storie dell’umanità, della creazione di carceri segrete, di torture inenarrabili, del ritorno del nazismo con una tecnologia più evoluta e tutto questo in nome dell’umanitarismo e della democrazia.

Ma preferiamo non sapere, non ricordare, non chiedere.

 

Parodiando da lontano l’eterno Bertold Brecht, quando verranno per noi sarà troppo tardi.

Quello che lasciamo che facciano ai nostri fratelli, lo faranno a noi.

Tutti i governi che non obbediscono alla lettera all’impero e alle sue potenze devono essere cancellati dalla faccia della terra.

Tutti i paesi dove i popoli hanno coscienza sono pericolosi e passibili di essere invasi e ricolonizzati.

Se non facciamo niente oggi, a chi ci rivolgeremo domani quando verranno per noi?

 

(*) Giornalista e scrittrice argentina. Corrispondente di guerra negli anni ‘70e ’80, ha lavorato per diversi giornali latinoamericani. E’ autrice, tra altri, del libro Operazione Condor.

 

(Traduzione di Daniela Trollio

Centro di Iniziativa proletaria “G.Tagarelli”

Via magenta 88, Sesto S. Giovanni)

 

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