LA KILL LIST DI OBAMA

Obama è padrone della tua vita

Di Pasqual Serrano (*), da: rebelion.org; 4.6.2012 

 

Se qualcuno aveva dubbi, gli stessi consiglieri di Obama l’hanno riconosciuto con assoluta disinvoltura. Il presidente statunitense tiene una riunione “antiterrorista” tutti i martedì con due dozzine di funzionari di alto rango della sicurezza nella cosiddetta Situation Room della Casa Bianca, studiano le loro biografie e scelgono le persone che devono essere assassinate in nome della lotta antiterrorista, il presidente da il suo avallo in nodo individuale, si dà l’ordine al drone di turno – gli aerei Predator e Reaper senza pilota che sono armati con missili Hellfire – e l’individuo scelto – insieme a chiunque si trovi vicino – sarà eliminato.

Lo spiegavano, con tutti i dettagli, i giornalisti Jo Becker e Scott Shane su The New York Times lo scorso 29 maggio (1), con le dichiarazioni dei consiglieri per la sicurezza della Casa Bianca. Obama ha già approvato 268 attacchi di questo tipo, con migliaia di morti (2); solo in Pakistan, secondo The Guardian, i droni dal 2004, hanno assassinato tra 2.464 e 3.145 persone, delle quali 828 erano civili (535 nell’era Obama) e 175 bambini (3). Niente di tutto questo è uscito sulle prime pagine della stampa. Il quotidiano El Paìs ha avuto bisogno di cinque giorni per pubblicarla in forma asettica il 3 giugno nelle pagine interne di Internazionale della redazione di madrid (4). In Italia Il manifesto l’ha denunciato con indignazione con il titolo “la ‘kill list’ di Obama” (5).

Noam Chomsky l’aveva già segnalato giorni fa in un’intervista con Amy Goodman alla televisione alternativa statunitense Democracy Now: “Bush sequestrava e torturava, Obama assassina” (6).

Il governo statunitense non ha bisogno di giudici né di tribunali. Il presidente USA, come un re assoluto o un signore feudale planetario, si arroga il diritto sulla vita o la morte di qualsiasi essere umano. I suoi consiglieri lo riconoscono sulla grande stampa statunitense e non succede niente.

 

Lo scorso mese di marzo è stato reso pubblico il rapporto del Relatore Speciale del Consiglio per i Diritti Umani dell’ONU, Christof Heyns, sulle esecuzioni extra-giudiziali, sommarie o arbitrarie (7). In questo documento egli chiede al governo statunitense di chiarire le norme del diritto internazionale che secondo esso permettono i loro assassinii selettivi dato che, fino ad ora, si era limitato a giustificarli giuridicamente con le dichiarazioni di funzionari del Dipartimento di Stato, cosa che il relatore ha considerato, com’è logico, insufficiente. L’alto funzionario dell’ONU insiste sul fatto che il Governo statunitense specifichi le base sulle quali poggia la decisione di uccidere invece che quella di catturare “obiettivi umani” e se lo Stato in cui la morte avviene ha dato il suo consenso. Si devono specificare le garanzie procedurali stabilite, dice il relatore, per assicurare che il diritto internazionale venga rispettato.

 

Da parte sua l’Associazione Internazionale dei Giuristi Democratici (IADL) ha emesso recentemente un comunicato coincidente con la posizioni del Relatore sul fatto che la pratica degli assassinii selettivi (giustificata dagli Stati Uniti) potrebbe rappresentare un precedente pericoloso, visto che qualsiasi governo potrebbe, con la copertura della lotta al terrorismo, decidere di uccidere una persona sul territorio di qualsiasi Stato, se considera tale individuo una minaccia.

L’associazione aggiunge che questo presuppone che un paese come gli Stati Uniti, con il suo enorme potere militare di assassinare una persona sospetta di terrorismo in qualsiasi luogo, mini il diritto internazionale, in concreto il Patto Internazionale dei Diritti Civili e Politici (PIDCP), ratificato dagli Stati Uniti, in cui si stabilisce che “ogni essere umano ha il diritto intrinseco alla vita” e che “gli accusati di un delitto dispongono della presunzione di innocenza e del diritto ad un giudizio giusto da parte di un tribunale imparziale”. Gli assassinii selettivi degli Stati Uniti violano entrambi questi diritti.

 

L’Associazione dei Giuristi ritiene che gli argomenti di autodifesa degli Stati Uniti “non possono essere tollerati dalla comunità internazionale, indipendentemente dalle atroci azioni di cui siano sospettate le vittime .... Nella misura in cui gli Stati Uniti si arrogano il diritto ad uccidere i sospetti di terrorismo o i suoi alleati, viene istituito un precedente pericoloso perché lo faccia qualsiasi paese visto che il capo dell’esecutivo statunitense si arroga il ruolo di giurato, giudice e boia delle persone sospette di appartenere ad Al-Qaeda o di essere dei talebani”.

L’Associazione conclude affermando che “se la comunità internazionale non presta attenzione all’avvertimento del Relatore Speciale su questo pericoloso precedente e non esige la fine dell’assassino selettivo, il rispetto dei trattati internazionali ed il diritto saranno ancor più pregiudicati. Il mondo ha bisogno del dominio delle norme del diritto internazionale e di sapere che può contare sulla sua applicazione e regolazione nella condotta delle persone nelle nazioni grandi e piccole, ricche e povere. Gli Stati Uniti non sono esenti, né al di sopra, della legge”.

 

Nessuna di queste voci sono state raccolte dai grandi mezzi di comunicazione. Come dice il giornalista italiano de Il Manifesto Marco D’Eramo, “l’orrore più grande è quello di cui nessuno ha orrore. Ed è quello che è arrivato ai ‘mass media’ sulla ‘kill list’ di Obama”.

Senza dubbio, l’applauso dei miserabili governanti europei – e di gran parte della popolazione – all’assassinio di Bin Laden nel maggio 2011 da parte di un commando che ha agito con la stessa impunità, ha confermato al presidente statunitense il fatto di poter continuare ad operare con la stessa tranquillità. In fin dei conti, se non ha avuto bisogno di catturare e portare in giudizio il saudita e ha potuto ucciderlo e gettare il suo corpo in mare senza che la comunità internazionale si indignasse, perché non può farlo con altre persone?

 

Pochi immaginavano che quando Obama annunciò la chiusura di Guantanamo era perché non aveva più bisogno di rinchiudere i sospetti di terrorismo; aveva trovato un sistema più efficace e meno polemico. Aveva riunito nello stesso formato i GAL spagnoli, gli squadroni della morte salvadoregni e l’Operazione Condor del Cono Sur latinoamericano. E, intanto, gli stavano dando il Nobel per la Pace. Cosa si può chiedere di più!

 

Note:

[1] Becker, Jo y Shane, Scott. “Secret ‘Kill List’ Proves a Test of Obama’s Principles and Will”. The New York Times, 29-5-2012. www.nytimes.com/2012/05/29/world/obamas-leadership-in-war-on-al-qaeda.html

[2] Hastings, Michael. “The Rise of the Killer Drones: How America Goes to War in Secret”. The RollingStone, 16-4-2012 http://www.rollingstone.com/politics/news/the-rise-of-the-killer-drones-how-america-goes-to-war-in-secret-20120416

[3] Milne, Seumas. “America's murderous drone campaign is fuelling terror”. The Guardian, 29-5-2012. http://www.guardian.co.uk/commentisfree/2012/may/29/americas-drone-campaign-terror

[4] Valenzuela, Javier. “La guerra de los 'drones' de Obama”. El País, 3-6-2012 http://internacional.elpais.com/internacional/2012/06/01/actualidad/1338579313_738829.html

[5] D'Eramo, Marco. “La 'kill list' di Obama”. Il Manifesto, 1-6-2012 -//www.ilmanifesto.it/area-abbonati/in-edicola/manip2n1/20120601/manip2pg/01/manip2pz/323586/

[6] “Noam Chomsky on WikiLeaks, Obama's Targeted Assassinations and Latin America's Break From US”. Democracy Now!, 14-5-2012 http://www.youtube.com/watch?v=cn5y659VI7Q

[7] Rapportodel Relator Especial sulle esecuzioni extragiudiziali, sommarie o arbitrarie, Christof Heyns. Aggiunta. Seguito delle racomandazioni fatte al paese. Stati Uniti d’America. Ufficio dell’Alto Commissariato per i Diritti Umani. HRC. 20° sessione, data 29-3-2012. Simbolo A/HRC/20/22/Add.3

(*) Giornalista e scrittore spagnolo

( traduzione di Daniela Trollio Centro di Iniziativa Proletaria “G.Tagarelli” Via Magenta 88, Sesto S.Giovanni)

 

 

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