VENEZUELA: BILANCIO INIZIALE

Venezuela: bilancio iniziale

di Nestor Francia (*); da: surysur.net; 8/10/2012

 

L’importanza di questa vittoria popolare della conseguente rielezione di Hugo Chàvez non è di poco conto; ha varie dimensioni e apre diverse prospettive. Proviamo ad esaminarle in ordine sparso, per favorire la lettura.

 

1. Vittoria della gestione rivoluzionaria

Avevamo sostenuto due mesi prima dell’elezione:

“Per noi la ragione principale di questa vittoria sarà l’opera del governo, l’impronta popolare delle decisioni, i benefici concreti di cui gode il popolo finora spossessato. Vorremmo che la ragione principale fosse ideologica, ma crediamo di non essere ancora arrivati a questo livello, anche se stiamo andando avanti …

“A questa grande opera del governo si riferiva ieri Chàvez, quando ha detto che Loro si mettono d’impegno nel non riconoscere una realtà che li sconcerta e ha commentato che l’opposizione non riconosce la lotta che il Governo Bolivariano ha fatto per sradicare la povertà

“Ieri, dalle quattro della mattina, la gente si ammassava nell’appena inaugurato Bicentenario di Piazza Venezuela. Lì stanno i voti, come stanno in tutte le missioni, nelle case, nel Mercal, nel PDVAL, nei CDI, nelle università popolari e in un lungo eccetera. E’ un gran governo, nonostante gi errori e le difficoltà, e il popolo lo riconoscerà”.

Questo è così vero che se si conteggiassero le percentuali di voto dei poveri del Venezuela, il vantaggio di Chàvez in quel settore aumenterebbe facilmente di 10 punti almeno.

2. Vittoria della coscienza popolare e sconfitta della canaglia mediatica

Nonostante bisogna insistere sul fatto che la cultura politica e la coscienza del popolo devono avanzare ancor di più, non vi è dubbio che questo è un popolo che è cambiato radicalmente, che non può più essere ingannato né con le cianfrusaglie ideologiche né con gli orpelli demagogici.

La canaglia mediatica ha lanciato all’attacco tutta la sua cavalleria nazionale e internazionale, ma oggi è una delle principali protagoniste della rovina della borghesia.

 

3. Vittoria della Costituzione Bolivariana e della democrazia partecipativa e protagonistica

Il mondo resterà sorpreso e commosso dopo aver visto la grande partecipazione del popolo venezuelano, nelle nostre elezioni, più dell’80%. Ciò è una dimostrazione del fatto che questo processo è un faro democratico che brilla nel mondo e che l’insistente ripetizione che in Venezuela c’è una dittatura ha sofferto una sonora sconfitta.

Certo, la maggioranza delle forze oppositrici ha dovuto attenersi al dettato della nostra Costituzione e il nostro popolo ha dimostrato di essere notevolmente politicizzato, decisivo per il destino del paese.

L’altissima partecipazione elettorale è una conseguenza del generale processo di coinvolgimento politico che ha significato la Rivoluzione Bolivariana. Quello venezuelano non è solo un popolo che vota, ma anche che partecipa politicamente in modo permanente.

 

4. Vittoria dello Stato venezuelano e delle sue istituzioni

Il CNE (Consiglio Nazionale Elettorale), sottoposto ad attacchi interni ed esterni, è uscito rafforzato, con il prestigio e la credibilità aumentati. Anche la Forza Armata Nazionale Bolivariana, con la sue realizzazione senza macchia del Piano Repubblica (piano disposto dal governo per garantire la sicurezza e la regolarità in ogni sede dove si votata, n.d.t.).E, infine, l’insieme delle istituzioni dello Stato che sono state partecipi di questo processo elettorale dal successo senza precedenti.

 

5. Vittoria del popolo organizzato

Il PSUV, i partiti alleati, le organizzazioni popolari, il Sistema Nazionale dei Media Pubblici, i media alternativi, i collettivi riuniti nel Grande Polo Patriottico hanno combattuto una grande battaglia, senza dubbio vittoriosa. Il movimento popolare venezuelano organizzato esce da questa prova rafforzato, potenziato e legittimato.

 

6. Sconfitta dell’ultradestra radicale nazionale e internazionale

Il riconoscimento del risultato da parte della maggioranza delle forze oppositrici significa una sconfitta dei promotori del cosiddetto Piano B, il piano cospirativo che aveva la sua base nella frode, e contribuisce al suo isolamento.

 

7. Vittoria dei popoli e sconfitta dell’imperialismo e della borghesia mondiale

Come sappiamo, gli occhi del mondo erano puntati sulle elezioni in Venezuela. Non si trattava di un processo in più rispetto ai tanti che abbondano in vari paesi. Si trattava invece di una battaglia tra forze che lottano tra loro in lungo e in largo su questo pianeta in convulsioni.

Hanno vinto gli indipendentisti di tutte le latitudini, quelli che lottano per la giustizia sociale , e i socialisti rivoluzionari. Quindi si tratta di una importante sconfitta dell’imperialismo, del capitale monopolistico multinazionale, delle oligarchie.

Nel nostro continente è la vittoria delle forze integrazioniste, sovrane e progressiste. Parafrasando Lula (ex presidente del Brasile, n.d.t.), la vittoria di Chàvez è la vittoria di tutte queste forze.

 

E ora, che succederà? Proviamo, di nuovo, a ordinare le idee in ordine sparso, come sopra.

 

Nuovo ciclo rivoluzionario: lo ha detto il presidente più di una volta: si apre un nuovo ciclo della Rivoluzione Bolivariana. Per questo esiste sia un cammino già percorso che un progetto tracciato. Vi sono eccellenti condizioni, dopo questa grande vittoria, perché questo nuovo ciclo significhi il consolidamento del progetto bolivariano e socialista.

 

Ridimensionamento e ristrutturazione dell’opposizione: il risultato è molto negativo per Primero Justicia (principale partito di opposizione guidato dall’avversario diretto di Chàvez, Henrique Capriles Redonski, n.d.t.) e per il suo candidato, anche se cercano di minimizzarlo dicendo che ha avuto più di sei milioni di voti e nonostante il suo studiato discorso di accettazione, dove egli ha di nuovo fatto appello alla demagogia e all’inganno.

Tra una settimana Capriles non sarà altro che chiacchiere invece che fatti e la direzione che cerca di imporre alla opposizione si ridurrà a Primero Justicia e ad altri settori dell’ultradestra. Il resto delle forze oppositrici se lo scrollerà di dosso, anche se la lotta non sarà facile dato che Primero Justicia, dopo tutto, è stato il favorito dei votanti anti-Chavez. Ma non si tratta di una maggioranza organica né strutturale, ma di circostanza, come è successo con Un Nuevo Tiempo e la candidatura di Rosales (partito di centro-sinistra che sfidò il PSUV di Chàvez nelle elezioni del 2006 guadagnando solo l’8% dei votanti, n.d.t.). In ogni caso si approfondiranno le contraddizioni nel campo dell’opposizione dopo questa sconfitta, perché verrà la divisione delle colpe, e potrà essere crudele. In ogni caso questa resa dei conti avverrà in una circostanza speciale: in dicembre ci saranno le elezioni dei governatori, cosa che complicherà ancor più il dibattito interno della controrivoluzione. Tutto questo favorisce, per giunta, le opzioni dei candidati “chavisti”, ma questa è per il momento farina di un altro sacco.

 

Un nuovo impulso alle lotte popolari: questo è chiaro. La grande vittoria rivoluzionaria venezuelana fornisce ossigeno alle lotte dell’Umanità, e in questo senso non c’è bisogno di altre spiegazioni. Ha trionfato il popolo umano, il socialismo, la democrazia reale, la vera libertà.

 

Rivoluzione a dibattito: lo stesso Chàvez ha prospettato la necessità di aumentare l’efficienza del governo rivoluzionario e ha legato le necessarie rettifiche all’estensione e all’approfondimento del Potere Popolare. Attori politici e sociali criticano continuamente i segni di inefficienza e di burocratismo che lo stesso presidente ha segnalato. Anche nei comizi della campagna presidenziale sono state fatte pubbliche critiche ai governi rivoluzionari regionali e locali, e a certi stili di governo che generano contraddizioni. La grande vittoria non dev’essere di ostacolo a questi dibattiti, che devono proseguire. Una delle domande che ci si deve fare è perché è così difficile per il “chiavismo” superare la sua media storica di appoggio. Ci dovranno essere dei cambiamenti.

………….

D’altra parte, ci troviamo in buone condizioni per affrontare le elezioni dei governatori. Ma questo compito non è già finito e sarà oggetto di un’altra analisi.

 

Questo è, naturalmente, un bilancio iniziale e immediato. Sicuramente i prossimi giorni, alla luce delle diverse reazioni, ci sarà altro da dire.

Intanto, felicitazioni a tutti. Viviamo e vinciamo! Vivremo e vinceremo!

 

(*) Giornalista venezuelano 

 

 (traduzione di Daniela Trollio

Centro di Iniziativa Proletaria “G.Tagarelli”

Via Magenta 88, Sesto S.Giovanni)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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