ELEZIONI AMERICANE

Dov Zakheim
Dov Zakheim

USA: Dimmi chi ti consiglia ....

di Manuel E. Yepe ; da: cubadebate.cu; 1/11/2012

 

Riguardo alle loro posizioni in materia di salute pubblica, austerità economica e perpetuità delle guerre, l’aspirante e il Presidente sono due immagini identiche di uno stesso specchio.

 

Quanto sopra è l’opinione dell’analista statunitense Brandon Turbeville, della Carolina del Sud, in un articolo pubblicato dalla rivista digitale Activist posten alla vigilia delle elezioni presidenziali del suo paese.

Turbeville ritiene che vi sia identità riguardo all’espansione delle guerre e ai massacri di massa; la differenza sta nel fatto che Obama li promuove atttraverso ingannevoli operazioni “coperte” e che la psicosi di guerra di Mitt Romney si manifesta molto più apertamente. “La corsa di Romney verso una terza guerra mondiale – potenzialmente termonucleare – non potrebbe essere più chiara”.

L’èquipe dei consiglieri sulla politica estera di Romney sarà composto di neo-conservatori che fecero parte dell’équipe di Bush, ai quali si aggiungeranno altri rabbiosi falchi, sionisti e imperialisti, dice il giornalista.

 

Tra questi emerge il neoconservatore Dov Zakheim, considerato da alcuni il principale autore intellettuale dei fatidici atti terroristici dell’11 settembre 2001. Pare che sarà il suo consigliere capo.

 

Turbeville ricorda che il 10 settembre 2001, l’allora Segretario alla Difesa e capo del Pentagono – Donald Rumsfeld – convocò una conferenza stampa in cui informò che dal Pentagono erano spariti 2,3 milioni di dollari (la giornalista e informatrice della CIA Susan Lindauer ha affermato che la somma sparita ammontava a 9,1 mila milioni).

Un tale annuncio sarebbe stato uno scandalo, ma dato che poche ore dopo ebbero luogo i drammatici eventi terroristici a new York e Washington, il fatto del denaro scomparso venne superato.

Fu una strana coincidenza, una coincidenza fortunata per un gruppo di persone che ha vissuto un’incredibile numero di circostanze fortunate favorevoli all’occultamento dei legami con i fatti dell’11 settembre, fa notare Turbeville.

 

Dov Zakheim era l’amministratore contabile del Pentagono durante il periodo in cui questa enorme somma di denaro sparì.

Naturalmente fu aperta immediatamente un’inchiesta sulla pista del denaro scomparso. Certo Rumsfeld e Zakheim non avrebbero osato informare della perdita di migliaia di milioni di dollari senza annunciare che era già iniziata un’inchiesta.

 

Ma un’altra coincidenza fortunata (per i responsabili del furto di più di 2 mila milioni di dollari) ebbe luogo il giorno seguente, l’11 settembre. I periti che avevano iniziato a lavorare alla ricerca del denaro sparito morirono nell’attacco terrorista contro il Pentagono.

 

Nel ricordare che numerose prove rivelano la falsità della storia ufficiale dell’11 settembre 2001, Turbeville espone alcuni elementi in più che legano Dov Zakheim con quella cospirazione: Zakheim è stato membro del “Progetto per un nuovo secolo americano”, organizzazione che – un anno prima dell’attentato alle Torri gemelle e al Pentagono – si era lamentata di non poter contare su “una nuova Pearl Harbor” per portare avanti i suoi obiettivi retrogradi.

Zakheim è stato un alto funzionario nelle direzioni di varie compagnie strettamente legate al governo “invisibile” (il complesso militare-industriale e le agenzie di intelligence) che sviluppano e producono tecnologie capaci di controllare e abbattere droni o aerei civili che siano, cioè tecnologie simili a quelle che probabilmente furono utilizzate per guidare gli aerei che colpirono le torri gemelle del World Trade Center.

Attraverso le sue relazioni con le compagnie che aveva diretto, Zakheim poté avere accesso alle informazioni sul World Trade Center di cui si aveva bisogno per portare a termine la demolizione controllata delle Torri Gemelle l’11 settembre.

 

Zakheim è stato vice Presidente di Booz Allen Hamilton (BAH), una società con sede a McLean, Virginia, con ufficialmente circa 18.000 dipendenti, con forti connessioni ufficili - ammesse pubblicamente - con la comunità dell’intelligence degli Stati Uniti, cosa che rappresenterebbe un’enorme vantaggio per coloro che hanno pianificato quell’attacco di falsa bandiera (“false flag”) su grande scala compiuto l’11 settembre.

 

E’ ovvio che, per gli statunitensi, è preoccupante che una persona con legami tanto evidenti con quel crimine orrendo e con altri atti di corruzione e tradimento risulti così legato a chi potrebbe essere eletto presidente della nazione tra pochi giorni.

E un candidato che solleciti o accetti Zakheim come consigliere dovrebbe essere messo sotto attento esame e criticato, suggerisce Turbeville.

 

(traduzione di Daniela Trollio

Centro di Iniziativa Proletaria “G.Tagarelli”

Via Magenta 88, Sesto S.Giovanni)

 

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