MENZOGNE ISRAELIANE

Le menzogne di Israele e il silenzio del mondo

Il mondo osserva con orrore la nuova offensiva distruttrice contro la striscia di Gaza e il massacro del popolo palestinese. I “Leaders” mondiali contemplano in un silenzio complice l’avanzata di questa scalata mentre la stampa diffonde notizie ambigue.

Da parte di coloro che tanto hanno condannato le morti nella Libia di Gheddafi non si vede la stessa reazione sui massacri di un popolo in un territorio che è stato chiamato “il carcere a cielo aperto più grande del mondo”.

Barak Obama e i suoi accoliti hanno appoggiato il “legittimo diritto di Israele a difendersi”.

 

A questo riguardo è necessario puntualizzare in cosa consiste questo diritto alla difesa e qual è il pericolo che corre questo Stato di fronte ad un popolo che non ha Stato, non ha esercito né condizioni accettabili di esistenza.

Primo: Lo stato di Israele ha uno degli eserciti meglio armati e potenti del mondo. Ha un’aviazione altamente tecnologica, compresi aerei spia senza pilota che fotografano costantemente il piccolo territorio palestinese, e probabilmente anche altri. Conta su una significativa forza navale che è stata coinvolta in alcuni incidenti internazionali. Ha inoltre una sviluppata tecnologia difensiva come gli scudi antimissili e tecnologie di comunicazione.

La “Autorità” Palestinese, cioè il popolo palestinese, vive ammucchiata nella Striscia di Gaza, un territorio di 40 km. per 14, il che significa la densità di popolazione più alta del mondo. Il 50% della popolazione ha meno di 18 anni. Essa non possiede esercito e la sua unica possibilità difensiva è costituita dai miliziani equipaggiati di mortai e razzi antiquati.

Va segnalato che, a differenza dei missili che sono diretti e possono essere programmati per colpire il bersaglio, i razzi non hanno una direzione precisa e, quindi, è difficile determinare il bersaglio.

 

Secondo: Questo è lo scenario su cui si muove il “legittimo diritto alla difesa di Israele”. Oggi si bombarda via terra, dall’aria e dal mare la Striscia e la popolazione non ha dove fuggire o rifugiarsi.

Ai 16.000 riservisti israeliani mobilitati all’inizio se ne sono aggiunte altre migliaia dopo che Netanyahu ha approvato la mobilitazione di altri 75.000 per avanzare nel territorio palestinese.

Sono stati messi in campo i tristemente celebri blindati bulldozers che conosciamo grazie alla precedente “Operazione Piombo Fuso”, che hanno voluto dire la distruzione di migliaia di case. Questi blindati hanno, sulla parte anteriore, una grande pala di sollevamento e nella parte posteriore un gancio che infiggono nella terra, distruggendo i loro obiettivi. Come se non fosse abbastanza, c’è mobilitato un corpo di paracadutisti per combattere nel territorio casa per casa, e riservisti tattici, specialisti nella guerra psicologica. Ieri Israele ha dispiegato il suo sistema “Iron Dome”, un vero e proprio scudo antimissili. Non si sa perché non sia stato utilizzato prima.

In questo scenario pensare che i civili non verranno attaccati è una falsità dato che quando si bombardano presunti obiettivi terroristi, a causa della densità della popolazione è impossibile non colpire vittime civili, compreso un alto numero di bambini e donne.

 

Terzo: in generale la stampa riproduce le notizie delle grandi agenzie internazionali dell’informazione, le quali forniscono una visione parziale del “conflitto”. Parlano di scontro come se tutte e due le forze in campo avessero lo stesso potere. Denunciano 70 morti ma non dicono che il 98% dei morti sono palestinesi, civili, donne e bambini.

D’altra parte non hanno scritto nulla sulla grandissima protesta che c’è stata a New York, né sul vibrante discorso del presidente dell’Egitto, che ha ricordato ad Israele che gli arabi di oggi non sono quelli di ieri, alludendo alla collaborazione che gli prestava il dittatore Mubarak.

 

Per finire, è giusto tenere presente che Israele non è solo. Ha tutto l’appoggio dell’impero, sia economicamente che militarmente e tecnologicamente. E’ il guardiano degli interessi degli Stati Uniti in Medio Oriente e senza il loro appoggio difficilmente godrebbe dell’impunità che ostenta.

 

Ma la situazione al presente è diversa, a causa dei cambiamenti chesono avvenuti negli stati arabi della regione, il che potrebbe creare una zona di conflitto molto più grande. Ovviamente non potranno più contare sulla complicità dell’Egitto, il cui presidente ha comunicato loro che la sua politica non sarà quella di Mubarak.

 

Senza dubbio, non si fermeranno fino a farla finita con la Palestina, forse non questa volta ma in successivi interventi. Il loro obiettivo è la “pulizia etnica”; ma non si deve perdere di vista il fatto che l’obiettivo principale è l’Iran e, nell’immediato, la Siria col proposito di estendere l’influenza imperiale in Asia, il che fa prevedere che l’obiettivo finale sia quello di isolare la Cina.

Non per niente Obama è andato nel Myanmar, l’ex Birmania.

 

di Luisa Bustamante; da: surysur.net; 20.11.2012 (*) Sociologa cilena.

 

(traduzione di Daniela Trollio Centro di Iniziativa Proletaria “G. Tagarelli” Via Magenta 88 Sesto San Giovanni )

 

 

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