SOLIDARIETA' PROLETARIA CON LA CLASSE OPERAIA E IL POPOLO SIRIANO. NO ALL'INTERVENTO IMPERIALISTA IN SIRIA

Sabato 8 giugno manifestazione antimperialista con la parola d’ordine GIU’ LE MANI DALLA SIRIA organizzata da varie realtà fra cui il nostro Centro di Iniziativa proletaria. Invitiamo tutti i compagni a partecipare. SABATO 8 GIUGNO - ORE 17 LARGO DONEGANI - MILANO PRESIDIO - MANIFESTAZIONE AL CONSOLATO AMERICANO. Intanto pubblichiamo per conoscenza questo interessante articolo.

 

Gli “Amici della Yihad

di Pepe Escobar (*); da: rebelion.org; 7.6.2013

 

 

I politici occidentali adorano versare fiumi di lacrime da coccodrillo sul “popolo siriano” e felicitarsi con gli “Amici della Siria” per difenderlo contro la “tirannia”.

Bene… il popolo siriano ha parlato. Circa il 70% appoggia il governo di Bashar al-Assad. Un altro 20% è neutrale. E solo un 10% è allineato con i “ribelli” appoggiati dall’Occidente, i sequestratori, i decapitatori del tipo yihaidista.

I dati sono stati forniti soprattutto da organizzazioni di aiuti indipendenti che lavorano in Siria. La NATO ha ricevuto un rapporto dettagliato alla fine di maggio ma, prevedibilmente, non ha mostrato molto interesse a pubblicarlo.

Come Asia Times Online da mesi sottolinea, la classe degli imprenditori sunniti di Damasco e Aleppo sono neutrali o favorevoli ad Assad. E la maggioranza dei sunniti ritengono ora che le bande di mercenari stranieri armati dal Qatar e dalla Casa di Saud siano ben più repellenti di Assad.

 

Intanto, in Gran Bretagna, dove David d’Arabia Cameron mantiene il suo entusiasmo per una zona di esclusione aerea per proteggere il “popolo siriano”, solo un 24% degli inglesi è a favore dell’ulteriore armamento dei ribelli (anche se il 58% appoggia l’azione umanitaria).

 

In una riunione a Doha, la stella perenne di Al Jazeera e l’icona della Fratellanza Musulmana, lo sceicco Yusuf al-Qaradwi – che ora pontifica ad Al-Azhar al Cairo (università musulmana, n.d.t.) – ha chiamato ad una yihad di tutti i musulmani sunniti contro Damasco. Ha anche definito Hezbollah il “partito di Satana” e ha condannato l’Iran per “inviare armi e uomini per sostenere il regime siriano”. Nei fatti ha appoggiato una yihad di musulmani contro musulmani, anche se ha sottolineato che la sua chiamata a combattere contro Hezbollah “non è contro tutti gli sciiti”. Ma al-Qaradawi ha anche detto: “Come potrebbero 100 milioni di sciiti sconfiggere 1.700 milioni (di sunniti)? Solo perché i musulmani (sunniti) sono deboli”. Questo ha fatto capire bene che gli sciiti sono il nemico.

 

Chi, allora, si preoccupa di quello che può pensare il “popolo siriano”? Gli “Amici della Siria” occidentali non avrebbero potuto trovare un capro espiatorio più disposto a promuovere il loro solito, autorealizzabile, gioco del “Dividi e Vincerai”, la divisione sunniti/sciiti. E’ sempre utile avere petromonarchie del CCG (Consiglio del Golfo) che si presentano come “liberatori” perché l’Occidente possa di nuovo fare una guerra per interposta persona, “dirigendola da dietro”.

 

Quei missili infedeli

Così come stanno le cose, i negoziati di Ginevra II promossi da Washington e Mosca sembrano ormai già sepolti (anche se si riuniranno oggi per definirne la cornice).

L’Unione Europea ha tolto l’embargo alle armi contro la Siria, un’azione che è essenzialmente un delirio franco-britannico che non ha tenuto conto dei membri della UE contrari. E’ naturale, dovevano essere la Gran Bretagna e la Francia, due ex potenze imperiali che quasi un secolo fa tracciarono una linea nella sabbia dividendo il Levante, che ora vogliono ridisegnarlo.

 

Questo, in pratica, significherebbe che l’Unione Europea ha dichiarato guerra a Damasco. In un certo senso. Secondo l’accordo UE, le forniture di armi avverranno prima dell’autunno. E il belligerante duo franco-britannico deve assicurare che le armi verranno utilizzate solo per proteggere i civili.

Chi controllerà? .. un mucchio di burocrati di Bruxelles in uniforme da fatica? Beh, possono sempre tornare alla soluzione prederminata: chiedere aiuto agli USA. Ogni granello di sabbia del Levante sa che la CIA “aiuta” il Qatar e l’Arabia Saudita ad armare i “ribelli”. E quindi c’è la possibilità che la Gran Bretagna abbia agito come Quinta Colonna statunitense all’interno della UE, spianando la strada ad un possibile intervento stile “tutte le opzioni sono sul tavolo” del governo Obama.

 

Il presidente russo Vladimir Putin ha – immediatamente – dato scacco matto alla UE e agli USA.

Sì, quei famosi sistemi missilistici S-300 andranno a Damasco, e subito. Il Ministro Aggiunto degli Esteri Sergey Ryabkov ha detto che i missili saranno un fattore stabilizzatore in Siria, che aiuterà a dissuadere i “fanatici”. Ha anche sottolineato – correttamente – che forse la UE ha già sabotato i colloqui previsti a Ginevra.

L’ex generale della Forza Aerea russa Anatoly Kornukov ha detto a Interfax-AVN Online che Damasco avrà bisogno, almeno, di 10 batterie di sistemi di missili da difesa antiaerea S-300 per proteggere interamente il suo territorio da un possibile attacco della NATO. In questo caso sarebbe impossibile imporre una zona di esclusione aerea – un sogno franco-britannico.

Ogni sistema di missili terra-aria S-300 consiste in un posto di comando equipaggiato con radar e circa 6 missili 5Zh15. Sarebbe sufficiente un mese di addestramento perché i siriani li possano utilizzare. Korbukov ha detto: “I nostri sistemi si possono dispiegare in 5 minuti. Ed è quasi impossibile interferire con essi”.

Che faranno, riguardo a questo, gli “Amici della Siria”? Convocheranno un’altra riunione?

E’ ora che al-Qaradawi appaia su al-Jazeera per attualizzre la sua yihad in modo da includerci i missili russi (dopotutto, sono missili infedeli).

Perché non dà l’esempio e si presente volontario al fronte?!

 

(*) Giornalista brasiliano, corrispondente estero specializzato in Asia e Medio Oriente

 

(traduzione di Daniela Trollio Centro di Iniziativa Proletaria “G. Tagarelli” Via Magenta 88 Sesto San Giovanni )

 

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