LE GUERRE NON SONO MAI SANTE

 

In nome di Yahvé, sterminate quegli Untermensch! (1)

 

di Nazanin Armanian (*)

L’assassino guarda il fantasma della vittima, Non gli occhi, senza rimorso. Dice a quelli intorno a lui: non rimproveratemi, Avevo paura (....) E’ stata legittima difesa. La vittima dovrabbe chiedere scusa all’assassino per il trauma Che gli ha causato! (...) Ma che colpa ha il bambino? Risposero: Crescerebbe e farebbe paura al figlio dell’impaurito. E che colpa aveva la donna? Dissero: Avrebbe partorito la memoria . (....) E acclamarono: la paura, non la giustizia, è il fondamento del potere. Il fantasma della vittima apparve loro nel cielo limpido. Ma quando aprirono il fuoco contro di lui, Non videro neppure una goccia di sangue... Ed ebbero paura!  

                                                                                            Mahmud Darwish (2) 

 

Mentre preparavano la conquista militare del Vicino  Oriente e dell’Asia centrale nel 1990 e nel 2000, gli USA e i loro  soci lanciarono una grande campagna pubblicitaria contro l’Islam e i musulmani, presentando gli abitanti di 52 paesi del mondo (salvo che alcuni regimi totalitari, misogini e finanziatori del terrorismo, come l’Arabia Saudita, l’amica) come barbari e selvaggi, bisognosi di un’iniezione di civiltà “giudeo-cristiana”, che trasportavano migliaia di mercenari, carri armati e bombe.

 

Le immagini delle lapidazioni, di donne colpite e coperte dal burka, o di islamisti che agitavano teste tagliate riempirono i mezzi di comunicazione, mentre alcuni ‘studiosi’ cercavano nel Corano quei versetti che giustificavano tali barbarie, ben lontani dal fatto che  quei gruppi fanatici non solo non rappresentavano così tante nazioni di diverse, antichissime, civiltà ma anche che erano stati fabbricati nelle tenebrose cantine del Pentagono. 

 

Oggi nessuno ‘studioso’ oserà indagare, né tanto meno affermare,  la relazione tra la religione ebrea e il massacro dei palestinesi, organizzato dal governo israeliano, a meno di voler essere accusato di antisemitismo, con tutte le sue conseguenze. L’obiettivo di questo trucco-ricatto è impedire qualsiasi critica, anche costruttiva, verso le sue politiche di estrema destra. 

 

Ha un fondamento religioso l’apologia del terrore collettivo che il professore universitario Mordechai Kedar propone, il fatto che - violentando le madri e le sorelle dei militanti palestinesi - questi smetterebbero di molestare Israele?

 

Idea nata da una mente pornografica, che proietta la dominazione maschile della violenza sessuale individuale su quella collettiva, coinvolgendo i soldati del suo stesso paese in un altro crimine organizzato. La domanda seguente non è se questo signore è ancora al suo posto ma che ne pensano in proposito le sue studentesse e i suoi studenti? 

 

I “subumani” di ieri e di oggi

 

Per banalizzare il male, facendo sì che milioni di persone “normali” arrivassero ad essere complici dei loro crimini, i nazisti divisero il mondo tra umani superiori – loro stessi – e gli Untermensch, “subumani”, che includevano ebrei, gitani, slavi, comunisti e omosessuali, tra gli altri, i quali potevano essere soggiogati o uccisi, come gli animali.  Questi esseri che, con gli stessi criteri soggettivi torturiamo, soggioghiamo e uccidiamo, nonostante condividiamo la stessa categoria biologica. 

 

Menachem Begin arrivò a chiamare i palestinesi “bestie che camminano su due gambe” e Isaac Shamir disse che la testa dei palestinesi sarebbe stata schiacciata, come le cavallette, contro rocce e pareti.  

 

Questo tipo di affermazione ideologica di espressione di superiorità e della volontà di esercitare un potere devastatore su altri essere umani, che spaventava ebrei come Albert Einstein e Hannah Arendt, abbonda nel Vecchio Testamento, come in altri libri di antiche religioni. In esso, tra riti e orazioni, si mescolano il mito sumero della creazione – anche se con l’innovazione antinaturale di chiamarlo “Adamo” perchè partorisca la donna – la cosmologia dei popoli vicini, come la dualità persiana – creatrice della coppia di antagonismo cosmico: Dio/Demonio, paadiso/inferno, Bene/Male, ecc. – racconti di accadimenti, alcuni non registrati da altre comunità vicine, o norme prestate da codici precedenti, come quello di Hammurabi.

 

Lo stesso succede con il Corano, o con l’Avesta, il Librodegli zoroastriani che precede l’Antico Testamento. 

 

Guerre non tanto sante

 

La Legge del Taglione di Hammurabi - raccolta secoli dopo dalla Bibbia e dal Corano, che a suo tempo rappresentò un grande avanzamento in quanto proibiva le vendette collettive e sproporzionate e imponeva indennizzazioni economiche per i danni fatti (altrimenti sarebbe impossibile cogernare un popolo senza occhi e senza denti!) - ha sofferto un importante cambiamento 3774 anni dopo, per mano del governo israeliano: “Migliaia di vite innocenti per danni fittizi commessi contro nessuno”. 

 

Certo che anche Yahvé seppellì sotto una montagna di rocce e un mare di fuoco gli abitanti innocenti di Sodoma e Gomorra, per l’atteggiamento di alcuni degli abitanti dei villaggi.

 

Un racconto emblematico, che è oltretutto due volte misogino: una quando il profeta Lot chiede ai violentatori che lascino in pace i suoi ospiti maschi, ofrendogli le sue stesse figlie vergini – senza voce nè voto e minori di età, tenendo conto die costumi dell’epoca – e l’altra quando Dio trasfoma la moglie di Lot in colonna di sale solo perchè aveva voluto guardare per un’ultima volta la sua casa e il suo villaggio distrutti dalla furia divina.

 

Dio sterminò anche tutti i cananei e gli amaleciti, compresi i bambini, anche se in altre occasioni permise ai suoi fedeli soldati – dopo aver assassinato tutti gli uomini della località – di tenersi le donne, i bambini, il bestiame e quanto fossero riusciti a rubare,  quale bottino di guerra (Deuteronomio 20:12-14).  

 

Così hanno fatto i governi israeliani in varie fasi della pulizia etnica palestinese: nella Nakba del 1948, a Sabra e Shatila nel 1982, a Jenin e Nablus nel 2002, e in Cisgiordania e a Gaza un giorno sì e l’altro anche.

 

 

 

Almeno 35 rabbini accompagnavano centinaia di soldati israeliani camuffati sotto le bandiere degli USA in Iraq, forse per leggere loro questi versetti, annullando qualsiasi possibile barriera morale davanti alle atrocità pianificate contro la vita di 25 milioni di persone che non avevano fatto loro niente.

 

Israele fu il principale istigatore e beneficiario dell’invasione guidata dagli USA contro l’Iraq, il principale paese arabo che lo sfidava. 

 

Avvalendosi del temibile avanzamento dei fondamentalismi politico-religiosi nel mondo,  di tutti i colori, alcuni giuristi ebrei degli USA hanno proposto di ristabilire la pena di morte per decapitazione, come una delle quattro forme di esecuzione talmudica – insieme alla lapidazione, il rogo, lo strangolamento – e la forma meno dolorosa di uccidere un proprio simile. Esigere l’abolizione della pena capitale è incompatibile con il loro integralismo, proprio come i loro omologhi islamisti.  

 

In Israele, e tra decine di modi di eseguire il genocidio palestinese, si stanno utilizzando, oltre a metodi preistorici, giocattoli molto avanzati: missili con sensori che permettono di farli tornare indietro se falliscono il bersaglio. Per cui uccidere bambini su una spiaggia, in scuole dell’ONU e ospedali non può essere colpa di un “difetto di fabbricazione” del missile. 

 

Gli esseri umani di diverse regioni del mondo, che un giorno crearono le divinità perchè li proteggessero dai disastri naturali, non sapevano che sarebbero diventati ostaggi delle loro stesse invenzioni e delle loro creazioni, e che pochi avrebbero approfittato della loro fede per annebbiare la loro ragione e manipolarle a loro piacimento.
La spiritualità individuale deve esser separata dalla religione istituzionalizzata e questa dal potere politico.

 

Non vi è nulla di spirituale e non c’è moralità nel saccheggio, nella violazione, nell’abbattimento e nell’assassinio di altri essere viventi, nel godere o beneficiarsi del loro dolore.

 

Non ci sono guerre sante, sono tutte diaboliche. 

 

(1) “Subumano”, definizione dei nazisti rispetto alle popolazioni non ariane.

 

(2) Poeta, scrittore, giornalista palestinese, nato nel 1941 ad al-Birwa, villaggio che oggi non esiste più. Ha  redatto il testo della Dichiarazione d'Indipendenza dello Stato Palestinese del  1988. E’ considerato uno dei maggiori poeti di lingua araba.

 

(*) Giornalista e scrittrice iraniana.

 

da: publico.es; 4.8.2014 

 

(traduzione di Daniela Trollio Centro di Iniziativa Proletaria “G. Tagarelli”

 

Via Magenta 88, Sesto S.Giovanni)

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