IN MORTE DI UN BIMBO

 

A Milano, oggi, è morto Leonardo, un bimbo di quasi 6 anni. Era caduto venerdì mattina  dal secondo piano delle scale della sua scuola elementare, mentre la bidella del piano accompagnava in bagno altri due bambini.

 

 

Negli articoli dei giornali ricorre nuovamente una parola che di solito la stampa usa per i morti sul lavoro: fatalità.

 

La fatalità non c’entra proprio niente: questo è il risultato di anni e anni di privatizzazioni, di tagli alle scuole pubbliche e della pioggia di milioni dati invece alle scuole private. Ma chi vogliono prendere in giro?

 

Nelle scuole pubbliche, soprattutto nelle elementari dove i bimbi cominciano il loro cammino per diventare “grandi”, il disastro è sotto gli occhi di tutti: strutture fatiscenti che si allagano, come ieri, per le piogge, controsoffitti che cadono e, soprattutto un affollamento assurdo. Classi da 25 o 30 bambini, a cui maestri (due per classe se si è fortunati)  mal pagati o precari dovrebbero insegnare e che dovrebbero sorvegliare (come non ce lo dicono, provateci voi), taglio del personale ATA (bidelli) ecc.

 

 Ora qualcuno verrà indagato per “mancata custodia” e qualcun altro dovrebbe invece dirci come si possono “ben” custodire i bambini in questa situazione.

  

E’ orribile – e nauseante - dover ripetere, per la morte di un bimbo che poteva essere nostro figlio o nostro nipote, quello che ripetiamo per le migliaia di morti sul lavoro: questo sistema, il capitalismo, è morte.

 

E’ morte un sistema che per il profitto spazza via ogni condizione di sicurezza e ci priva così, in particolare in questo caso, anche del nostro futuro.

 

Daniela Trollio

Centro di Iniziativa Proletaria “G.Tagarelli”

Via Magenta 88, Sesto S.Giovanni

 

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