IL PASSATO A VOLTE RITORNA

IL PASSATO A VOLTE RITORNA. ALLORA COME OGGI LA DIFESA DEL SISTEMA DÌ SFRUTTAMENTO CAPITALISTA E DEL POTERE FA COMPIERE ALLA CLASSE DOMINANTE LE PIÙ’ ABERRANTI ATROCITÀ’.

Sono passati 93 anni dal 23 agosto del 1927, giorno dell’esecuzione di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, i due operai italo-americani (pugliese il primo e il secondo piemontese). Furono accusati ingiustamente di un reato mai commesso.

Il sistema capitalista americano voleva punire in modo esemplare due operai, anarchici, italiani, stranieri, che mettevano in discussione il potere borghese e lottavano contro lo sfruttamento dell’uomo sull'uomo.

I padroni americani allineandosi all'opinione pubblica borghese non potevano tollerare che si mettesse in discussione il sistema di sfruttamento capitalista tanto più se a farlo erano due miserabili stranieri per di più anarchici.

Allora in America essere italiani significava appartenere ai gradini più bassi della società civile; (come succede oggi a chi sfugge dalla fame e dalle guerre e arriva in Italia con le carrette del mare), essere guardati con sospetto perché assimilabili alla mafia e alle organizzazioni criminali.

Sacco e Vanzetti, benché innocenti ed estranei alla violenza, dovevano morire; anche se tanti intellettuali e premi Nobel (George Bernard Shaw, Bertrand Russell, Albert Einstein, Dorothy Parker, Edna St. Vincent Millay, John Dewey, John Dos Passos, Upton Sinclair, H. G. Wells, Arturo Giovannitti, Anatole France) si spesero per loro, sostenendone l’innocenza.

 

Sacco scrisse il 18 di agosto del 1927, qualche giorno prima di morire, una lettera molto toccante al figlio Dante in cui gli ricordava i valori della solidarietà, libertà e uguaglianza nella lotta contro l'oppressione.

 

“Non dimenticarti giammai, Dante, ogni qualvolta nella vita sarai felice, di non essere egoista: dividi sempre le tue gioie con quelli più infelici, più poveri e più deboli di te e non essere mai sordo verso coloro che domandano soccorso. Aiuta i perseguitati e le vittime perché essi saranno i tuoi migliori amici, essi sono i compagni che lottano e cadono, come tuo padre e Bartolomeo lottarono e oggi cadono per aver reclamati felicità e libertà per tutte le povere cenciose folle del lavoro. In questa lotta per la vita tu troverai gioia e soddisfazione e sarai amato dai tuoi simili. Continuamente pensavo a te, Dante mio, nei tristi giorni trascorsi nella cella di morte, il canto, le tenere voci dei bimbi che giungevano fino a me dal vicino giardino di giuoco ove vi era la vita e la gioia spensierata – a soli pochi passi di distanza dalle mura che serrano in una atroce agonia tre anime in pena!”

 

Il 23 agosto del 1977 il governatore del Massachusetts, Michael s. Dukakis, riabilitò tardivamente la memoria dei due sfortunati compatrioti chiedendo scusa per l’errore giudiziario commesso.

“il processo e l’esecuzione di Sacco e Vanzetti devono ricordarci sempre che tutti i cittadini dovrebbero stare in guardia contro i propri pregiudizi […] con l’impegno di difendere sempre i diritti delle persone che consideriamo straniere per il rispetto dell’uomo e della verità”.

 

 

 

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