Palestina

Palestina: bullismo diplomatico

di Amira Hass (*); da: lahaine.org; 24.10.2020

 

Le sedi dell’Ufficio dell’Alto Commissariato dell’ONU per i Diritti Umani (ACNUDH) nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania si stanno svuotando del loro personale internazionale con cittadinanza straniera.

Israele non rinnova più i visti di lavoro e per questo tale personale è obbligato ad abbandonare il paese. Si tratta di un atto di bullismo diplomatico. Il suo scopo è silenziare e paralizzare qualsiasi opposizione internazionale all’occupazione e alla colonizzazione, e presentarla come antisemitismo.

 

Il bullismo è un nostro marchio registrato. E’ quello dei picchiatori bigotti e timorosi di Dio che scendono dalle colline e dagli insediamenti coloniali di Cisgiordania – i favoriti dell’establishment israeliano – e attaccano i raccoglitori di olive e i pastori palestinesi. Sono la forza ausiliaria della “Amministrazione Civile” (il governo israeliano nei territori occupati), delle “Forze di Difesa di Israele” (l’esercito) e delle “onorevoli” colonie, e sono ufficialmente autorizzati a portare avanti il compito delle espulsioni.

 

Gli hooligans del Comitato per gli Affari Esteri e per la Difesa della Knesset (il Parlamento), l’Amministrazione Civile e la OnG Regavim (organizzazione razzista  e aggressiva formata dai coloni) sono sempre in cerca e osteggiano ogni progetto umanitario finanziato dall’Europa nei territori palestinesi occupati per distruggerlo. E i picchiatori benvestiti del Ministero delle Relazioni Estere stanno, in effetti, espellendo gli impiegati internazionali delle Nazioni Unite.

 

In febbraio l’allora Ministro delle Relazioni Estere Yisrael Katz promise di effettuare un atto di rappresaglia contro l’Ufficio dell’ACNUDH – nella forma del congelamento dei legami – perché questo si era permesso di pubblicare una lista (incompleta) di imprese e corporations principalmente israeliane (e alcune straniere) che sono coinvolte fino alle orecchie nel progetto di colonizzazione israeliano in Cisgiordania.

Per chiunque si fosse chiesto cosa significasse “congelare i vincoli”, la risposta è arrivata quando il Ministero non ha rinnovato i visti al personale della ACNUDH.

Katz aveva fatto una promessa e il Ministero delle Relazioni Estere, guidato dall’ex membro del Gabinetto e membro di Azzurro e Bianco (la coalizione di Benny Gantz) Gabi Ashkenazi sta realizzando tale promessa.

 

Secondo quanto affermato lo scorso giovedì dal portale “Middle East Eye”, nove membri dell’Ufficio dell’ONU hanno già lasciato il paese: la data di scadenza dei loro documenti si avvicinava ma i loro passaporti, che come sempre erano stati inviati al Ministero delle Relazioni Estere per il rinnovo, sono tornati intatti senza il timbro di proroga. I visti di altri tre collaboratori scadranno presto, e altri tre che avrebbero dovuto  arrivare e che avevano chiesto il visto non hanno ricevuto risposta alcuna.

 

Il 29 giugno il Ministero delle Relazioni Estere attaccò l’Alta Commissaria delle Nazioni Unite per i Diritti Umani Michelle Bachelet (ex presidentessa del Cile e figlia di un generale progressista assassinato da Pinochet, che non fa onore a suo padre) perché aveva osato criticare i piani di annessione di Israele. Secondo un comunicato del Ministero “Non è la prima volta che l’Alta Commissaria Michelle Bachelet politicizza il suo lavoro contro Israele in modo unilaterale”.

La dichiarazione menzionava che già in febbraio “Israele ha annunciato che avrebbe congelato i suoi legami con l’Alta Commissaria, a causa del suo atteggiamento unilaterale e discriminatorio verso lo Stato di Israele”. L’annessione non è una cosa politica, naturalmente, e neppure il piano ufficiale preparato dal Primo Ministro Benjamin Natanyahu che è stato posposto, né il NO ufficiale che Israele continua a sviluppare tutto il tempo. Solo l’opposizione a tutto questo è politica. In altre parole, proibita.

 

“Forse che altri paesi a cui danno fastidio le vostre critiche si comportano come Israele? ho chiesto al portavoce della OACDH ( Ufficio dell’Alto Commissario ai Diritti Umani) Rupert Colville. Mi ha risposto che, talvolta, i visti di lavoro di un impiegato non vengono prorogati ma “non conosco alcuna situazione comparabile a questa in alcun altro luogo in cui tutti i visti presentati per il rinnovo non vengono rinnovati”.

Per sottolineare l’assurdità, Colville ha aggiunto: “E questa è una situazione unica, in quanto l’ufficio e il personale non operano esattamente in Israele, ma hanno bisogno di visti israeliani per entrare e uscire dal territorio palestinese occupato”.

 

Uffa, questa ONU: non riconosce la Cisgiordania come parte di Israele. Riconosce Israele all’interno delle frontiere precedenti al 4 giugno 1967. Com’è antisemita.

 

Secondo il suo sito web, la OACDH è l’unico organismo con un “mandato internazionale” per monitorare e informare il pubblico sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati.

Il suo ufficio principale è a Ramallah e ha succursali a Gerusalemme Est, Gaza ed Hebron.  Le 25 persone “locali” (principalmente palestinesi e alcuni israeliani) impiegate dall’organizzazione continuano il loro lavoro. In ogni modo, a causa delle restrizioni per il Coronavirus, il personale non ha lavorato negli uffici ma via rete.

Ma si suppone che la presenza – con o senza telelavoro – del personale internazionale nel paese debba fornire una protezione migliore a coloro che ne hanno bisogno, così come permette di sfruttare la loro esperienza accumulata in centinaia di altri luoghi nel mondo.

 

E’ davvero necessaria l’espulsione effettiva dei lavoratori internazionali? Il Ministero delle Relazioni Estere ha informazioni che noi non abbiamo? Conoscete qualcuno al mondo che abbia deciso di utilizzare l’informazione incriminante contenuta nei rapporti della ACNUDH che giustifichi per questo di minacciare questo organismo, allo stesso modo in cui il portavoce della coalizione di maggioranza alla Knesset Miki Zohar ha minacciato il Procuratore generale Avichai Mendelblit (1)?

 

Se il bullismo fosse un indizio che gli Stati membri dell’ONU impegnati nel diritto internazionale si fossero stancati di un Israele che colonizza, distrugge ed espelle … Se potessimo dire che i rapporti dell’Alta Commissaria dell’ONU servono a qualcosa e che ora c’è qualcuno che sta per inchiodare la criminale arroganza di Israele ….

Ma disgraziatamente non è questo il caso. Durante 30 anni di “negoziati di pace” Israele ha dimostrato, senza alcun dubbio, che la sua unica intenzione è continuare a ridurre i “pezzi di territorio” dei palestinesi, mentre la maggioranza dei paesi del mondo – guidati dall’Occidente – preferiscono la strada sicura che hanno scelto da tempo: la condanna verbale ogni volta che viene resa nota una nuova costruzione nelle colonie. E, allo stesso tempo, continuare con i loro eccellenti legami economici, scientifici, culturali, amichevoli e militari con Israele.

 

Nota 1) Il parlamentare estremista del Likud Miki Zohar ha minacciato il Procuratore generale Avichai Meldelbit che, se non rinuncia e ritira le tre accuse in corso contro Netanyahu, renderà pubblici degli audio che lo incriminano.

 

(*) Figlia di due attivisti comunisti ebrei sopravvissuti all’Olocausto,  è una scrittrice e giornalista israeliana; scrive sul quotidiano Haaretz

 

(traduzione di Daniela Trollio

Centro di Iniziativa Proletaria “G.Tagarelli”

Via Magenta 88, Sesto S.Giovanni)

 

 

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