Regione Lombardia

Essi ritornano e parlano chiaro

 

Dopo l’ingloriosa uscita dell’assessore al Welfare Giulio Gallera dalla Giunta regionale della Lombardia, ecco che ritorna un fantasma della politica degli anni passati: la signora Letizia Moratti. Che mette subito in chiaro quale sarà il suo ruolo nella sanità lombarda affermando che, riguardo alla distribuzione dei vaccini, va considerato anche il rispettivo apporto delle regioni al PIL nazionale.

Traduzione:  chi è più ricco ha più diritto a vaccinarsi contro il Covid; gli altri si arrangino.

In effetti è solo un’estensione di quanto è stato fatto alla sanità pubblica negli ultimi 30 anni: chi ha i soldi si può curare (di qualsiasi malattia, non solo di Covid), chi non li ha … peggio per lui.

Salute di classe ….

 

Non è la prima ad introdurre nel dibattito, falso e bugiardo, del “siamo tutti nella stessa barca” (usato non solo per l’economia nazionale ma anche per il Covid): l’aveva preceduta il governatore della Liguria Toti che, forse un po’ ingenuamente, aveva testualmente affermato«Per quanto ci addolori ogni singola vittima del Covid19, dobbiamo tenere conto di questo dato: solo ieri tra i 25 decessi della Liguria, 22 erano pazienti molto anziani. Persone per lo più in pensione, non indispensabili allo sforzo produttivo del Paese che vanno però tutelate».

E prima ancora Christine Lagarde, ex numero uno del Fondo Monetario Internazionale, che anni fa ha avvertito che il “sistema” non poteva più reggere il welfare (neanche quel poco rimasto…. aggiungiamo noi).

 

I fatti, che hanno la testa dura, confermano (parole del direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità Ghebreyesus):Più di 39 milioni di dosi di vaccini sono state somministrate in almeno 49 paesi a più alto reddito. Solo 25 dosi sono state somministrate in un paese a basso reddito. Non 25 milioni, non 25.000: venticinque".

 

Non vogliamo soffermarci sulla barbarie che esprimono questi fatti e queste parole.

Da sempre ricordiamo che questo è il capitalismo: il profitto prima e al di là di tutto.  E eventi come la pandemia di Covid l’hanno portato allo scoperto come non mai.

 

Ma il fatto che ora comincino a parlarne apertamente è un segnale: inizia la battaglia dei capitalisti e dei loro servi (politici, mezzi di comunicazione,  ecc.) per indurci a pensare che non solo non dobbiamo lamentarci - e meno ancora lottare - per il fatto di essere sempre più sfruttati e poveri, ma che dobbiamo convincerci che il valore assegnato non solo al pianeta ma alle persone e alla vita stessa è uno solo: quanto profitto producono per il capitale?

 

Forse è davvero ora di decidere se vogliamo continuare ad essere carne da macello o se è giunta l’ora di organizzarsi per abbattere questo barbaro sistema capitalista.

 

Centro di Iniziativa Proletaria “G.Tagarelli”                               20.1.2021               

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