AFGANISTAN: IL FALLIMENTO DELLA DEMOCRAZIA ARMATA IMPERIALISTA

AFGANISTAN: IL FALLIMENTO DELLA DEMOCRAZIA ARMATA IMPERIALISTA

Dopo aver saccheggiato per 20 anni con la forza dei suoi carri armati, aerei da guerra e soldati l’Afganistan, gli Usa, la Nato e le potenze occidentali si mobilitano freneticamente per scappare dal paese davanti all’avanzata dei talebani che controllano anche Kabul dimostrando ai popoli del mondo, agli operai dell’Afganistan e di tutto il mondo la vera natura del capitalismo: ruba tutto quello che puoi e scappa quando sei in pericolo. Una fuga precipitosa che lascia decine di migliaia di cadaveri, scappati ingloriosamente con la coda fra le gambe abbandonando le ambasciate a Kabul e i loro “collaboratori” alla ritorsione dei vincitori. Il primo a scappare è stato il presidente afgano Ashraf Ghai, marionetta degli imperialisti USA e degli occidentali lasciando tutti gli altri alla mercé del “nemico”.

Gli USA già impegnati in tutte le guerre del pianeta mentre scappano come topi minacciano interventi militari.

Si evacuano tutte le ambasciate occidentali ma restano le ambasciate e i diplomatici russi e cinesi che cercheranno di sfruttare la situazione per incrementare gli affari acquisendo le quote di mercato lasciate libere dagli imperialisti USA e Europei.

L’alleanza imperialista che ha occupato l’Afganistan oggi è sconfitta e con essa subisce un crollo la legge del profitto che spinge tutti i paesi capitalisti a rispondere con la guerra al precipitare della crisi economica. Ora gli appelli alla pace e alla distensione servono solo a coprire il rapido precipitare della situazione e a mobilitare l’opinione pubblica e gli operai a sostenere i governi e i padroni che continuano a sfruttarli nei luoghi di lavoro e usano la pandemia di covid 19 per limitare e impedire anche le fondamentali libertà personali costituzionali.

In Italia tutti i governi di qualsiasi colore, hanno inviato i militari in oltre 40 scenari di guerra chiamate “missione di pace” ed i partiti che hanno votato le missioni militari in modo ipocrita continuano a parlare di pace, di difesa della “democrazia” , di “diritti umani” mistificando le reali cause della guerra.

La guerra in Afghanistan, secondo la ricerca del progetto Costs of war della Brown University, ha causato in venti anni oltre 241 mila morti. Altre centinaia di migliaia di persone – la maggior parte civili, tra cui anche molti bambini – inoltre avrebbero perso la vita a causa della fame, delle malattie e delle ferite conseguenti alle violenze.

Anche per l’Italia la Guerra in Afghanistan, che ha fatto arricchire i capitalisti e tutta l’industria, non solo della guerra, ha avuto costi economici (pagati dalla popolazione) e profitti intascati dai padroni, con un costo di vite umane di 53 morti e 8,5 miliardi spesi.

I borghesi dopo la disfatta fanno appelli alla “pace” alla “cooperazione”, e fingono di interessarsi delle sorti del popolo afgano, delle donne e bambini, mentre continuano ad armarsi e già preparano nuove guerre economiche e militari contro chi ostacola la loro penetrazione imperialista di rapina in paesi sovrani.

Il governo Draghi e i sindacati confederali chiamano gli operai italiani ai sacrifici per risolvere la crisi accelerata dalla pandemia di covid19, per rendere più competitivo l’imperialismo italiano, le sue merci, i suoi capitali, nella guerra commerciale che precede e prepara la guerra armata per la spartizione dei mercati in molte parti del mondo.

Il governo italiano mentre parla di pace aumenta le spese militari (la spesa militare italiana nel 2021 è di poco meno di 25 miliardi di euro), e spende milioni di euro per nuove armi e aerei mentre il paese brucia per mancanza di investimenti civili, a cominciare dai Canadair e personale esperto, e sta sprofondando a cause della crisi climatica.

Oltre che sfruttare più intensamente e immiserire ai limiti della sussistenza i propri operai e lavoratori.

Le guerre nel capitalismo sono inevitabili. I padroni per combattere la concorrenza straniera vogliono disporre di materie prime a basso prezzo, strappare nuovi mercati ai concorrenti, dirottare verso l’esterno, contro lo straniero, i crescenti contrasti di classe tra borghesi e operai in ogni paese. Ogni popolo ha diritto di scegliere il suo governo, anche se questo può non piacere ad altri.

SOLIDARIETA’ RIVOLUZIONARIA TRA I POPOLI OPPRESSI E GLI OPERAI DI TUTTO IL MONDO CONTRO I PROPRI PADRONI!

 

 Centro di Iniziativa  Proletaria “G: Tagarelli”

 

Sesto San Giovanni (Mi)   16 agosto 2021

 

 

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