MORTI SUL LAVORO: UNA STRAGE SENZA FINE

Morti sul lavoro: una strage senza fine.

Tre - quattro vittime al giorno quelle ufficiali, con picchi quotidiani di sette - otto. Altre decine di morti per lavoro nero e non conteggiati dall’INAIL. Centinaia quelle che sfuggono a conteggi ufficiali. Una strage continua, infinita, inarrestabile.

Di lavoro e sul lavoro si continua a morire come nel’800’, nelle fabbriche, nelle logistiche. nei campi e nelle serre, nei cantieri edili, nei magazzini, in mare, su mezzi di trasporto, nelle strutture ospedaliere, per strada. Dietro i numeri, le persone, ci sono esseri umani, famiglie devastate dalla perdita dei loro cari, dolore, affetti e vite distrutte.

Nel 2020 si era arrivati a 1.538 denunce di decessi (4,2 al giorno), compresi quelli correlati al Covid. Nel 2019 le morti furono 1.205, 1.279 nel 2018, e il bilancio è ancora più pesante e drammatico, per quest’anno e per quello passato.

Nel 2021 si annuncia un altro record negativo. I dati dell’OSSERVATORIO NAZIONALE MORTI SUL LAVORO ci dicono che dal gennaio di quest’anno al 19 ottobre 2021 ci sono state 1184 morti complessive per infortuni sul lavoro. 566 sono morti sui luoghi di lavoro, i rimanenti sulle strade e in itinere che sono considerati a tutti gli effetti morti sul lavoro dalle Istituzioni, Da notare che in questi numeri non sono conteggiati neppure i morti per covid sul lavoro.

Lo sfruttamento, il peggioramento delle condizioni di lavoro e di vita, i licenziamenti, la precarietà e il ricatto occupazionale fanno morti, feriti e invalidi ogni giorno.

Basta subire è arrivato il momento di reagire, di scioperare e scendere in piazza a difesa della nostra vita, della nostra salute e quella del pianeta, scendere in piazza per gridare forte la nostra protesta. Non possiamo più limitarci a listare a lutto le nostre bandiere rosse per il sangue proletario versato.

 

Il capitalismo è morte per gli sfruttati. Solo cambiando questo modo di produzione e il sistema sociale capitalista finalizzato alla ricerca del massimo profitto si salvaguarda la salute umana e quella del pianeta. Solo nel sistema socialista in cui si produce per soddisfare i bisogni degli esseri umani, dove lo sfruttamento e i morti per il profitto siano considerati crimini contro l’umanità, si può mettere fine a questa mattanza operaia-.

 

BASTA LACRIME E ARRIVATO IL MOMENTO DÌ ORGANIZZARCI A LIVELLO NAZIONALE, FAR SENTEIRE LA NOSTRA RABBIA E ODIO DÌ CLASSE CONTRO I PADRONI E IL SISTEMA CAPITALISTA RESPONSABILE DÌ QUESTI OMICIDI.

 

SOLIDARIETA A TUTTE LE VITTIME DELLO SFRUTTAMENTO CAPITALISTA E ALLE LORO FAMIGLIE.

 

Centro di Iniziativa Proletaria “G. Tagarelli”

 

 

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