Via la NATO dall'Italia

La relazione della NATO con le organizzazioni fasciste, al di là dell’Ucraina

di Angeles Maestro (*) (estratto) ; da: lahaine.org: 1.4.2022

 

E’ probabile che molte persone che cercano di capire, al di là della propaganda ufficiale, si siano stupite e indignate nel verificare la collaborazione diretta della UE e degli USA con il golpe fascista in Ucraina nel 2014, che ha comportato l’inclusione delle milizie naziste nell’esercito e nella polizia (ucraine) e che ha dato inizio ai massacri quotidiani nel Donbass, che sono costati la vita a 14.000 persone secondo dati ufficiali.

Come è successo con la pandemia di Covid, costruire un racconto – esattamente lo stesso nella maggior parte dei paesi – e ripeterlo come una litania su tutti i mezzi di comunicazione, praticando opportunamente la censura di posizioni discordanti e con la repressione – è la chiave per non svegliare il popolo che potrebbe stancarsi di pagare con il peggioramento delle proprie condizioni di vita le conseguenze delle avventure militari e, soprattutto, stancarsi di fare la “carne da cannone”.

 

Nel caso dell’Ucraina, mostrare che gli alleati delle “potenze democratiche” esibiscono le croci gammate insieme alla bandiera della NATO, che perseguono la pulizia etnica della popolazione di cultura russa, gitana, ebrea o di razza “non ucraina”, che stanno continuamente usando la popolazione come scudo e che esibiscono nelle strade, mezzi nudi, con un bavaglio in bocca, avvolti nella plastica e legati ai pali stradali coloro che resistono, manderebbe in pezzi la propaganda ufficiale. Cadrebbe il discorso gravido di menzogne e di mezze verità destinato a giustificare la politica imperialista della NATO e di una Unione Europea completamente sottomessa agli USA, anche a costo dei propri interessi.

L’opinione pubblica forse vedrebbe  la situazione dell’Ucraina in altro modo se si dicesse che coloro che stanno ricevendo armi, addestramento e appoggio militare diretto sul terreno sono gli eredi diretti di coloro che collaborarono con Hitler nella gigantesca mattanza eseguita nella stessa Ucraina, in Bielorussia e in Russia, che costò all’URSS 27 milioni di morti (la maggior parte popolazione civile).  E se sapesse anche che vi è un’Ucraina antifascista che resiste con le armi – che ricorda ancora i propri familiari che vennero in Spagna a lottare contro il fascismo nelle Brigate Internazionali – e che migliaia di rifugiati che fuggono dal fascismo armato e addestrato dalla NATO si rifugiano in Bielorussia e in Russia.

E allora,  non cambierebbe la percezione della gente, non solo riguardo alla situazione in Ucraina ma anche sulla natura dei governi e della gran parte delle forze politiche della UE se si sapesse che non si tratta solo dei nazisti ucraini, ma che i governi della UE e USA e la NATO collaborano fin da immediatamente dopo la 2° Guerra Mondiale con i gruppi nazisti che hanno commesso gli attentati terroristici più sanguinari in Europa?

 

Gli eserciti segreti della NATO

Nel 2005 Daniele Ganser, storico svizzero, esperto in relazioni internazionali e professore dell’università di Basilea, pubblica un libro con lo stesso titolo, frutto di un profondo lavoro di ricerca sulle relazioni tra la  NATO, le reti delle organizzazioni fasciste e i servizi segreti di tanti paesi – molti dei quali europei – con l’assenso e la collaborazione dei loro governi. Il risultato è una lista lunghissima di attentati terroristici destinati alla destabilizzazione di governi e, in generale, alla “lotta contro il comunismo”.

L’elemento scatenante della sua ricerca furono le conferme date nel 1990 da Giulio Andreotti, Primo Ministro italiano, davanti ad una Commissione d’Inchiesta del Parlamento, sull’esistenza della Rete Gladio. In essa i servizi segreti italiani agivano agli ordini della NATO. Egli segnalò anche che la Rete era ancora attiva e che esistevano reti similari in molti altri paesi.

 

Nel suo rapporto Andreotti ammise che la Rete Gladio possedeva una grande quantità di armi, fornite dalla CIA, che erano nascoste in 139 luoghi situati in boschi, campi, chiese e cimiteri e che consistevano in “armi portatili, munizioni, esplosivi, granate a mano, coltelli, mortai da 60 mm., fucili calibro 57, fucili con mirini telescopici, trasmittenti radio, binocoli ed altri tipi di equipaggiamenti”.

Queste armi furono utilizzate in attentati che, sistematicamente, venivano attribuiti alle Brigate Rosse e che davano luogo ad arresti e misure repressive verso le organizzazioni operaie.

 

I terribili attentati di Piazza Fontana a Milano, della stazione di Bologna, di Piazza della Loggia a Brescia e altri, che causarono la morte di 491 persone e ferite e mutilazioni ad altre 1.891, insieme all’assassinio di giudici e giornalisti che cercavano di indagare, mostrarono che gli autori appartenevano all’organizzazione fascista Ordine Nuovo, in stretta collaborazione con la NATO, la CIA e i servizi segreti italiani, con la connivenza dei governi di turno.

Nel quadro delle grandi mobilitazioni operaie e popolari contro la guerra del Vietnam, l’obiettivo degli attentati era, secondo le parole di un terrorista pentito, “fare pressione sul governo italiano perché dichiarasse lo Stato di Emergenza e promuovere un regime autoritario in Italia”.

Ferdinando Imposimato, presidente della Cassazione, riassume i risultati delle sue inchieste, nelle quali chiarisce il ruolo della NATO, di Ordine Nuovo e dei servizi segreti militari nei massacri che insanguinarono l’Italia. Trascrivo le sue parole: “Nel corso delle inchieste che ho realizzato sulle tragedie che hanno devastato  l’Italia, dagli attentati di Piazza Fontana a quello del treno Italicus che congiunge Roma con Monaco, a quello di Piazza della Loggia a Brescia, alla tragedia di Bologna, e nel corso delle cui indagini sono stati assassinati i miei colleghi Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e altri, si è confermato che l’esplosivo proveniva da basi della NATO. (……) Tutto ciò l’ho scritto in un libro e nessuno l’ha smentito. In queste basi si riunivano ‘terroristi neri’ insieme a rappresentanti della NATO, a mafiosi, a politici italiani e a massoni alla vigilia degli attentati. Questo è stato confermato da testimoni diretti ed è continuato ininterrottamente. (..) Il problema è che il silenzio della stampa impedisce all’opinione pubblica di conoscere questa tremenda verità: è l’Operazione Gladio quella che minaccia la pace e la sicurezza e che minaccia di scatenare una grande guerra”.

 

La lista delle azioni dei cosiddetti “stay behind”, formula utilizzata per la citata collaborazione tra NATO, servizi segreti e organizzazioni fasciste locali per realizzare azioni terroristiche, in molti casi eseguite, con l’obiettivo generale di lotta ad comunismo e destabilizzazione di governi, è lunga: Francia, Austria, Svezia, Germania, Norvegia, Turchia, Algeria, Italia, Portogallo, Grecia, Mozambico, Danimarca, Spagna, Olanda, Belgio, Svizzera.

 

Daniele Genser sottolinea che il primo intervento in un massacro popolare ebbe luogo in Grecia, mentre durava ancora la 2° Guerra mondiale. La resistenza antifascista greca, come in Francia e in Italia – sottolinea Genser – era guidata dai comunisti. Dopo aver sconfitto definitivamente le truppe fasciste, nel 1944 fu convocata una grande  manifestazione pacifica, preludio ad uno sciopero generale, in appoggio al potere popolare vittorioso. Le forze armate britanniche, insieme alla polizia e ai fascisti, massacrarono i  manifestanti lasciando decine di morti e feriti. In seguito Churchill impose la monarchia della famiglia della regina Sofia, che fu espulsa definitivamente dalla Grecia dopo il referendum popolare del 1974.

 

La NATO organizzazione terrorista

Spero che queste righe servano a documentare la collaborazione della NATO con organizzazioni fasciste e con i servizi segreti delle potenze “democratiche” proprio per impedire che organizzazioni che rappresentano legittimamente la sovranità popolare possano accedere al potere. La dominazione del capitale e dell’imperialismo è il loro obiettivo e per conseguirlo utilizzano qualsiasi alleanza che serva ai loro interessi.

Il fascismo non è altro che la forma concreta che il capitale utilizza per sottomettere i popoli. Come si diceva nel film ‘Novecento’, “i fascisti non sono come i funghi che nascono così in una notte … no. Sono stati i padroni quelli che hanno piantato i fascisti”.

 

In effetti il terrorismo è l’imperialismo. Solo coloro che non hanno memoria possono ignorare che, dopo la caduta dell’URSS, le guerre di distruzione perpetrate direttamente dalla NATO o dai paesi suoi membri, camuffati in quelle che chiamano “coalizioni internazionali”, si sono moltiplicate lasciando dietro milioni di morti, paesi distrutti e un mucchio di organizzazioni terroristiche che agiscono ai loro ordini e che essi finanziano, armano e addestrano. La lista dell’orrore è lunga: Iraq (1991), Yugoslavia (1991 - 2001), Afganistán (2001), Iraq (2003), Libia (2011), Siria (2011), Yemen (2014). E governi di paesi con una traiettoria criminale, come la Colombia e Israele, che non ha mai smesso dal 1948 di massacrare i palestinesi, agiscono come membri di fatto della NATO.  A questo va aggiunta la partecipazione, diretta o nascosta, degli USA e delle potenze europee in molti colpi di Stato, nell’istigazione alle guerre civili, nella destabilizzazione di paesi, in sanzioni e blocchi che hanno causato la morte di milioni di persone, fame  e malattie in America Latina, Africa e Medio Oriente.

In questa criminale storia di massacri va rimarcata la distruzione perpetrata dalla NATO della Repubblica Federale della Yugoslavia. La partecipazione diretta della Unione Europea, alleata agli USA di Bill Clinton e alla NATO, contò sul terreno sui fascisti della Croazia, gli Ustascia alleati di Hitler e appoggiati dai servizi segreti della Germania dal 1979. Allo stesso modo la triplice alleanza si appoggiò ad un’organizzazione criminale – l’Esercito di Liberazione del Kossovo  (ELK) – legata a tutte le reti del narcotraffico proveniente dall’Afganistan e dalla Turchia, per costruire la più grande base militare USA del mondo, Camp Bondsteel.

……………….

E’ ora che ci riappropriamo della nostra storia, della lotta generale antimperialista e antifascista, che ha tante radici nella nostra lotta operaia e popolare, per riscattarla da coloro che ci ingannano e la usurpano per consegnarla ai nemici di qualsiasi progetto di emancipazione.

 

Come fecero le generazioni precedenti nella nostra storia, oggi dobbiamo legare la lotta operaia e popolare in difesa delle proprie condizioni di vita con la lotta antimperialista e contro coloro che si appoggiano alle organizzazioni fasciste per realizzare i loro piani di dominazione.

Oggi più che mai la consegna è: Socialismo o barbarie.

 

(*) Laureata in Medicina e Chirurgia all’Università di Madrid, è dirigente dell’organizzazione comunista spagnola Red Roja e nel novembre 1996  è stata membro del Tribunale Internazionale sui Crimini contro l’Umanità in Iraq  (organizzazione delle Nazioni Unite).

 

(traduzione di Daniela Trollio

Centro di Iniziativa Proletaria “G.Tagarelli”

 

Via Magenta 88, Sesto S.Giovanni)

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