Morti di profitto

Settimane di fuoco

 

Mentre la nostra classe politica (in toto) litiga con le unghie e con i denti per il ‘cadreghino’, nella vita reale succede quanto segue.

 

4 luglio: al suo primo giorno di lavoro un ragazzo di 27 anni precipita per oltre 10 metri dal tetto dove effettuava una manutenzione e muore. Succede a Dittano, Enna.

6 luglio: Antonio Lombisani, 59 anni, sposato, padre di una figlia, bracciante agricolo. E’ morto stroncato dal caldo mentre era al lavoro in un agrumeto nella frazione Thiene del comune di Corigliano Rossano, Cosenza. E’ stato trovato riverso a terra, alle 14,30 di una giornata in cui il termometro ha superato i 40 gradi.

[Ricordiamo il caso del ventisettenne maliano  Camara Fantamadi, morto mentre lavorava nei campi del Brindisino nell’estate 2021, e come lui molti altri, non solo migranti: Giuseppina Spagnoletti, 39 anni, morta il 31 agosto 2017 a Ginosa (Taranto) per la grande fatica a temperature insostenibili; Paola Clemente, 49 anni, morta ad Andria il 13 luglio 2015 durante l’acinellatura, fatta a mano sotto i teli di plastica che arroventano l’aria. Pochi giorni dopo morì stroncato dalla fatica anche Mohammed, 47 anni, sudanese, mentre raccoglieva i pomodori nelle campagne fra Nardò e Avetrana. E pochi giorni prima di Fantamadi un bracciante orientale di 57 anni era morto nei campi di riso in provincia di Pavia, ucciso da un colpo di calore.]

 

Qualche padrone ha pagato? Non ci risulta. Qualcosa è cambiato? NO.

 

11 luglio: un bracciante originario del Mali di 30 anni, Dembele Moussa, viene colpito alla testa da un pezzo staccatosi da un macchinario agricolo a Revello, Cuneo. Sua moglie e i suoi due figli non lo rivedranno più.

15/16 luglio: nella notte Giuseppe Canavacciuolo, rider di 47 anni, muore durante una consegna da pochi euro, coinvolto in un incidente stradale

16 luglio: un autista di 60 anni muore folgorato a Calcinato, Brescia. Stava scaricando terra nel cantiere TAV Brescia-Venezia. L’uomo stava lavorando da solo e probabilmente il cassone del camion ha urtato un cavo dell’alta tensione. Verrà trovato il giorno dopo dai compagni di lavoro.

18 luglio: muore a Introbio (Lecco), travolto da un pezzo di macchinario e a seguito dello schiacciamento del torace, un operaio di origini straniere di 58 anni; aveva appena iniziato il suo turno di lavoro.

19 luglio: cantiere Ferretti di La Spezia. A seguito di un malore, dovuto probabilmente al caldo, mentre lavorava sul tetto del cantiere, cade e muore un operaio di 54 anni.

21 luglio: alla Dana Graziani di Rivoli (TO), un malore per il troppo caldo durante il lavoro stronca la vita di un operaio che sviene e batte con violenza la testa.

22 luglio: ad Arco, nel Trentino, in un’azienda manifatturiera, un operaio sviene per il caldo e cadendo batte la testa, morendo per il colpo.

 

Interrompiamo questa terribile lista  - siamo arrivati ad oggi a circa 600 morti - per notare quanto segue: italiani o stranieri, giovani o anziani, a nord o al sud, i lavoratori restano – per i capitalisti – carne da macello.

E’ la faccia più brutale del capitalismo, il “migliore dei mondi possibili”: per i padroni – i cui profitti volano – sicuramente sì, per noi proletari no, sottoposti a sfruttamento sempre più selvaggio, a malattie e morti.

E come ci dicono i recentissimi arresti dei sindacalisti del SICobas e della USB, oggi è un crimine lottare per difendersi da condizioni di lavoro schiavistiche e di morte.

Il messaggio è chiaro: fatevi sfruttare, morite in silenzio; per chi protesta c’è la galera. Non lo faremo.

 

Un’ultima considerazione: le elezioni e i governi passano, i capitalisti restano.

 

Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio

 

Sesto S.Giovanni

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