Cuba: 26 luglio 2022

Per rendere omaggio al 69° anniversario dell’assalto alla caserma Moncada, primo atto della Rivoluzione che cambierà per sempre la storia della Isla Rebelde e non solo, pubblichiamo l’intervento tenuto da Fidel Castro alla Conferenza dell’ONU su ecosistemi e sviluppo il 12 giugno 1992,  (30 anni fa ma attualissimo in questa estate in cui il nostro pianeta brucia).

 

“Un’importante specie biologica corre il rischio di sparire per la rapida e progressiva liquidazione dalle sue condizioni naturali di vita: l’uomo.

Ora prendiamo coscienza di questo problema quando é quasi tardi per impedirlo.

È necessario segnalare che le società consumistiche sono le fondamentali responsabili dell’atroce distruzione dell’ecosistema. Sono nate dalle antiche metropoli coloniali e dalle politiche imperiali che, a loro volta, hanno generato il ritardo e la povertà che oggi colpiscono l’immensa maggioranza dell’umanità. Con solo il 20% della popolazione mondiale, consumano i due terzi dei metalli ed i tre quarti dell’energia prodotte nel mondo. Hanno avvelenato i mari e i fiumi, hanno inquinato l’aria, hanno indebolito e perforato la cappa di ozono, hanno saturato l’atmosfera di gas che alterano le condizioni climatiche con effetti catastrofici che incominciamo già a soffrire.

I boschi spariscono, i deserti si estendono, migliaia di milioni di tonnellate di terra fertile vanno ogni anno a finire in mare. Numerose specie si estinguono. La pressione delle popolazioni e la povertà conducono a sforzi disperati per sopravvivere, anche a costo della natura. Non è possibile incolpare di questo i paesi del Terzo Mondo, colonie ieri, nazioni sfruttate e saccheggiate oggi da un ordine economico mondiale ingiusto.

La soluzione non può essere impedire lo sviluppo di coloro che più ne hanno bisogno. La realtà è che tutto ciò che oggi contribuisce al sottosviluppo ed alla povertà costituisce una flagrante violazione dell’ecologia. Decine di milioni di uomini, donne e bambini muoiono ogni anno nel Terzo Mondo in conseguenza di questo, più che in ognuna delle due guerre mondiali. Lo scambio disuguale, il protezionismo ed il debito estero aggrediscono l’ecologia e propiziano la distruzione dell’ecosistema.

Se si vuole salvare l’umanità da questa autodistruzione, bisogna distribuire meglio le ricchezze e le tecnologie disponibili sul pianeta. Meno lusso e meno sperpero in pochi paesi affinché si abbia meno povertà e meno fame su gran parte della Terra. Non più trasferimenti al Terzo Mondo di stili di vita ed abitudini di consumo che rovinano l’ecosistema. Rendiamo più razionale la vita umana. Applichiamo un ordine economico internazionale giusto. Utilizziamo tutta la scienza necessaria per uno sviluppo sostenuto senza inquinamento. Paghiamo il debito ecologico e non il debito estero. Scompaia la fame e non l’uomo.

Quando le presunte minacce del comunismo sono sparite e non rimangono più pretesti per guerre fredde, corse agli armamenti e spese militari, che cosa impedisce di dedicare immediatamente queste risorse a promuovere lo sviluppo del Terzo Mondo e a combattere la minaccia di distruzione ecologica del pianeta?

Cessino gli egoismi, cessino gli egemonismi, cessino l’insensibilità, l’irresponsabilità e l’inganno.

Domani sarà troppo tardi per fare ciò che avremmo dovuto fare molto tempo fa”.

 

Fidel Castro Ruz

News