DISINFORMAZIONE E BUGIE

Obama aveva anche detto che le sue truppe avevano il cadavere che, secondo i rapporti, presentava una pallottola nella testa – colpo di grazia – e che erano stati arrestati due donne e alcuni dei suoi figli, che ovviamente nessuno saprà mai dove stanno, come i detenuti/desaparecidos di Guantànamo o di qualsiasi delle sue prigioni segrete, che rappresentano una delle più grandi violazioni dei diritti umani.

Ma questa mattina i media statunitensi hanno annunciato che il cadavere di Bin Laden “è stato gettato in mare”, segnalando che “l’operazione portata a termine da un commando specializzato è stata pianificata e realizzata nel massimo segreto e il governo pachistano è stato informato solo dopo che questa ha avuto luogo” (Tèlam, 3 maggio e altre agenzie).

“Il corpo del capo di Al-Qaeda è stato portato via dalla residenza in elicottero e sepolto poi in alto mare, secondo i riti musulmani, hanno comunicato fonti ufficiali statunitensi”, è un finale speciale di un thriller.

Le “attente” truppe degli Stati Uniti, specializzate in ogni tipo di tortura che a suo tempo Bush giustificò pubblicamente, hanno “sepolto” in mare Bin Laden compiendo, niente meno, un rito “musulmano”. Qualsiasi semplice ispettore di polizia sospetterebbe di questo finale.

L’attentato alla legislazione internazionale in Pakistan è più che evidente e risponde a quell’annuncio apocalittico di George W. Bush del 2001 quando dichiarava unilateralmente al mondo la “guerra preventiva, senza fine e senza frontiere”, annullando di fatto – che oggi Obama assume – la sovranità di tutti i paesi del mondo.

Si è detto che Bin Laden ha resistito all’attacco per un’ora prima di essere abbattuto dalle forze d’élite statunitensi e al riguardo, come ha detto la catena CNN, la “missione del commando era quella di uccidere il leader di Al Qaeda, non di catturarlo” (Télam, 2.5.2011).

Da parte sua la Commissione Europea (CE) ha ritenuto che la sua posizione “favorevole” all’uccisione di Bin Laden da parte delle truppe statunitensi “non contraddice i valori e i principi dell’Unione Europea (UE) che opera per la libertà, la democrazia e la fine della pena di morte su scala mondiale”. E continua: “non è l’esecuzione di una sentenza di morte. Continueremo ad essere contro la pena di morte in futuro”, come ha dichiarato la portavoce comunitaria Pia Ahrenkelde, interrogata al riguardo in una conferenza stampa, secondo un’informativa dell’agenzia messicana Notimex (2.5.2011).

Ma naturalmente, allineata – si potrebbe quasi dire colonizzata – con Washington, la Commissione Europea finisce dicendo che “senza dubbio, la sua morte sta dentro il contesto degli sforzi globali per sradicare il terrorismo” e la portavoce sottolinea che questo “fa sì che il mondo in cui viviamo sia più sicuro, anche se non implica la fine del terrorismo”.

Si è dimenticata di ricordare che in un altro luogo chiamato Libia avevano ucciso un figlio e dei nipoti di un governante e altre centinaia di persone, con bombardamenti assolutamente illegali perché la missione dell’ONU, altrettanto illegale parchè decisa senza aspettare le informazioni sulla situazione e senza analizzare la presenza di stranieri in territorio libico, era “l’esclusione aerea” per evitare bombardamenti che colpissero la popolazione civile.

Oserei affermare che nessuno sa, con certezza, che il cadavere - con una pallottola in testa che deforma i tratti fino a renderli irriconoscibili - sia quello di Bin Laden. E se lo hanno gettato in mare sarà impossibile saperlo.

Dato che ci hanno mentito sistematicamente, anche sulla vera genesi del crollo delle Torri Gemelle nel settembre 2001, abbiamo tutto il diritto a metterlo in dubbio nonostante Washington dica che il DNA certifica che si tratta di Bin Laden.

Hanno mentito sfacciatamente per invadere e occupare l’Iraq; hanno mentito allo stesso modo sulla presunta grande ribellione popolare contro Muhammar Gheddafi in Libia, visto che in seguito – su ammissione dello stesso Obama e secondo The New York Times – è risultato che agenti della CIA sono stati infiltrati a fine 2010 in Libia “per prendere contato con i (presunti) ribelli e guidare gli attacchi della coalizione” (30.3.2011).

Secondo il giornale “i membri della centrale di intelligence statunitense erano stati infiltrati da varie settimane ‘in piccoli gruppi’ in terra libica, con la missione di prendere ‘contato’ con i ribelli e scegliere ‘bersagli’ per le operazioni militari”. “Decine di membri delle forze speciali britanniche e agenti di spionaggio dell’MI6 lavorano in Libia” dice il giornale, “raccogliendo informazioni sulle posizioni e sui movimenti delle forze leali a Gheddafi”. Aggiunge che “gli impiegati della CIA sono un numero sconosciuto di funzionari del servizio segreto statunitense che già lavoravano a Tripoli o che sono arrivati recentemente” citando un articolo di Patria Grande, con fonte de The New York Times (Socialista@yahoogroups.com, 3.3.2011).

Il thriller della “guerra antiterrorista” - il cui comando sta nelle mani dei più grandi terroristi che l’umanità conosca, senza freni, senza alcun rispetto per alcuno dei diritti stabiliti, che hanno messo fine alla credibilità di cui una volta godeva l’ONU quando hanno perpetrato, con false affermazioni, il primo genocidio del secolo XXI° (più di un milione di vittime in condizioni atroci in Iraq e Afganistan, che nessuno giudica) – continua a crescere ogni giorno.

Mai è stata, questa dottrina dell’impero sulle “frontiere sicure”, tanto simile a quella con cui Adolf Hitler minacciava una buona parte del mondo, ignorando sovranità e diritti internazionali.

Siamo di nuovo di fronte ad un’enorme operazione pubblicitaria di Washington, con cui gli Stati Uniti cercano di far sì che l’opinione pubblica dimentichi la sua brutale e recente operazione in Libia, con l’uccisione di bambini.

Per questo non c’è niente di meglio che una messa in scena, simile a quelle che organizzava Hitler in pieno auge del nazismo quando convocava il popolo tedesco, sottomesso dalla sinistra disinformazione disegnata come arma di dominio e di paralisi della popolazione da Joseph Goebbels, oggi moltiplicata da mille e mille dei suoi imitatori che lo hanno ampiamente superato per mano della dittatura globale della disinformazione.

Naturalmente nell’annunciare ai quattro venti che finalmente, dopo 10 anni, hanno ucciso Bin Laden non hanno ricordato che questi era stato – e nessuno sa se continuava ad esserlo – un uomo legato alla CIA, che sotto il suo comando aveva creato i cosiddetti “talebani” di Al Qaeda per combattere, con una guerriglia appoggiata dagli Stati Uniti, i sovietici in Afganistan, al tempo della Guerra Fredda.

Bin Laden e la sua famiglia sono stati soci dei grandi affari della famiglia Bush, e questa storia è stata raccontata magnificamente dal cineasta statunitense Michael Moore.

L’incognita sulla verità di questi fatti ci accompagnerà per sempre ….. o per qualche tempo, quello necessario perché diventi un fatto consumato l’invasione di tutti i paesi che l’impero decida di occupare sotto la consegna che “l’America può fare ciò che si propone”, anche se sia mettere fine all’umanità.  

(*) scrittrice e giornalista argentina.

(traduzione di Daniela Trollio

Centro di Iniziativa Proletaria “G.Tagarelli”

Via magenta 88, Sesto S.Giovanni)