Perché giovedì sono caduti i mercati globali?
di Mike Whitney (*), da: rebelion.org, 9.8.2011
Sono stati i cattivi dati economici degli USA, il repentino rallentamento della produzione, la diminuzione delle spese dei consumatori, la contrazione del PIL o i continui problemi del mercato immobiliare?
No, anche se la prospettiva di una doppia recessione ha provocato la caduta delle azioni per due settimane, il crash di giovedì ha avuto a che fare soprattutto con l’Europa.
Il capo della BCE (Banca Centrale Europea), Jean Claude Trichet, ha provocato il panico quando ha annunciato che la Banca Centrale avrebbe ripreso l’acquisto del debito irlandese e portoghese, ma non ha dato alcuna indicazione sull’acquisto di titoli (di stato) dell’Italia e della Spagna in difficoltà. (Il titolo sovrano a 10 anni d’Italia è salito del 6% negli ultimi giorni, un segnale di ansia crescente). Gli investitori hanno interpretato il significato dell’annuncio di Trichet come un segnale che la BCE non avrebbe appoggiato il terzo mercato di titoli al mondo (l’Italia), così che i rendimenti dei titoli avrebbero continuato a crescere mentre le banche di tutta Europa avrebbero sofferte perdite devastatrici.
Questo ha provocato una tormenta nel mercato dei titoli, che si è propagata velocemente alla borsa, mandando a picco i mercati globali e bruciando 4,4 bilioni (milioni di milioni) di dollari di capitali.
Quindi, cosa significa tutto questo?
Significa che dalla caduta di Lehman tre anni fa non è cambiato niente. Significa che le regolamentazioni di base stabilite dopo la “Grande Depressione” non sono state applicate, così che il sistema finanziario continua ad essere altrettanto instabile e esposto alle crisi come nel 2008.
Torniamo al punto di partenza.
Le banche sono così sotto-capitalizzate che la BCE deve prendere misure d’emergenza per impedire una possibile catastrofe. Il Financial Times riassume la situazione come segue:
“L’Italia può permettersi di ignorare l’aumento dei rendimenti dei titoli di stato per mesi. Le banche europee non possono aspettare. Le preoccupazioni per le banche, misurate dalla breccia tra accordi sui tipi di interesse futuri e gli swaps di indice medio giornaliero, sono ora peggiori che durante il periodo di panico dell’anno scorso per la Grecia. Le azioni delle banche dell’Eurozona erano cadute ad un livello così basso l’ultima volta nell’aprile 2009, appena dopo che il mercato arrivasse al suo livello più basso” (“Dr Trichet’s medicine leave bitter after-taste”, Financial Time)(“La medicina del dottor Trichet lascia un cattivo sapore”)
Quindi il programma di acquisto dei titoli di Trichet è, in realtà, un altro salvataggio bancario.
Ma i giornali non lo descrivono così. Secondo MSM (Mainstream Media, l’insieme dei mezzi di comunicazione di massa), si tratta di una “crisi del debito”, come se non si conoscesse la fonte del problema.
Ma la si conosce: il problema sono le banche. Le banche sono completamente responsabili. Un articolo intitolato “Euro Debt Crisis: Banks Exposures to Italian Bonds" (Crisi del debito Euro: le esposizioni bancarie ai bonds italiani – Gecodia.com) dà alcuni antecedenti:
“Le banche europee (comprese quelle del Regno Unito) possiedono 167.000 milioni di euro in titoli italiani (soprattutto la Francia: 74.000 milioni, e la Germania: 39.000 milioni). Le banche e le società di assicurazione italiane possiedono 245.000 milioni del debito pubblico. Se teniamo in conto tutto questo (assicurazioni, società di gestione finanziaria …), le esposizioni straniere al debito pubblico italiano si avvicinano a 806.000 milioni.”
Impatto economico
Con l’Italia sotto tiro, la crisi passa dall’essere un problema relativamente piccolo e maneggevole a diventare un potenziale disastro finanziario. Se il valore dei titoli di stato continua a cadere (i differenziali – lo spread – si amplificano), le perdite per le banche potrebbero essere immense. I primi a soffrirne saranno gli italiani. In questo caso bisogna tener conto delle richieste alle banche locali. Di conseguenza, l’esposizione all’estero aumenta a più di 250.000 milioni di euro, soprattutto per le banche francesi (circa 100.000 milioni) e per quelle tedesche (75.000 milioni).
Bene … se Trichet non compra decine di migliaia di milioni in titoli italiani sul mercato secondario, le banche in Germania e Francia perderanno tonnellate di denaro e può darsi che finiscano nella spazzatura.
Questo provocherebbe un’altra crisi globale, che bisogna evitare a qualsiasi prezzo, vero?!
Quindi la BCE ha deciso di riempirsi di titoli problematici per mantenere i loro prezzi artificiosamente alti, risparmiando alle banche qualsiasi perdita per i loro cattivi investimenti.
Vi suona bene? E’ il modello che ha prevalso dal 15 settembre 2008 e che continua attualmente. Non si può permettere che le banche perdano denaro.
Vediamola così: diciamo che John Blow ha comprato una casa nel 2005 per 400.000 dollari, perché ha creduto alla pubblicità martellante sul fatto che “i prezzi delle case possono solo aumentare”. Ma nel 2008 il signor Blow è con l’acqua alla gola perché i prezzi delle abitazioni sono caduti e la sua casa vale solo 300.000 dollari. Peggio ancora, deve vendere rapidamente la sua casa perché ha appena perso il lavoro. Quindi Blow deve vendere la sua casa per 300.000 dollari e accettare una perdita di 10.000.
E’ così che deve funzionare il capitalismo, no?!
Ma la regola non vale per le banche. Se guadagnano, si tengono i profitti. E se perdono, ottengono il salvataggio. E, naturalmente, questo ha terribili conseguenze per l’economia reale perché la deviazione di capitali verso le istituzioni finanziarie zoppicanti (che avrebbero dovuto essere ristrutturate) limita la crescita e la produttività. Non è un caso che i massicci salvataggi bancari siano stati accompagnati da misure restrittive che hanno spinto l’economia in generale sul bordo di un’altra recessione. Sostenere attivi “tossici” – perché sembri che valgano più del loro valore reale – è un affare costoso che produce una elevata disoccupazione cronica, la caduta della domanda e una crescita lenta.
Finchè le banche non vengono ristrutturate e i loro debiti sanati, la prosperità continuerà ad essere elusiva. Quanto segue viene da un articolo di The Economist:
“le preoccupazioni sul finanziamento delle banche proseguono, visto che le banche europee in particolare hanno difficoltà ad ottenere finanziamenti a breve termine. Gli analisti osservano da vicino il differenziale Euribor-OIS che, in effetti, misura il nervosismo che provano le banche europee rispetto ai prestiti di denaro tra loro: questa misura si è di nuovo ampliate. La quantità di denaro che le banche dell’area euro hanno depositato nella banca Centrale Europea (cosa che significa, chiaramente, che non è stata prestata da altre banche) è arrivata al massimo di sei mesi questa settimana.
Dall’altro lato del’Atlantico, gli investitori hanno ritirato 66.000 milioni di dollari di fondi dal mercato monetario nella settimana che è finita il 3 agosto, secondo dati di Lipper, una società di ricerche. E’ la seconda salita netta, per la sua dimensione, fino ad ora … i fondi del mercato monetario stanno facendo una forte pressione sulle scadenze. Il capo di una banca europea ha detto settimana scorsa, in privato, che non ha mai visto una tale avversione al rischio. Come reazione, la BCE ha annunciato ieri che tornerà a reintrodurre un finanziamento illimitato per sei mesi alle banche che lo desiderino, un aumento dei prestiti per i tre mesi attuali.” ("High Anxiety", The Economist).
E’ chiaro? Siamo all’inizio di una crisi bancaria fatta e finita. Le banche stanno accumulando denaro nella BCE di giorno in giorno, i mercati presentano forti ritiri di denaro liquido, gli indicatori di stress del mercato aumentano e i prestiti inter-bancari cominciano a saltare. Se si congela la liquidità, “il gioco è finito”. Il sistema finanziario della Unione Europea si paralizzerà e l’economia globale entrerà in caduta libera.
Per questo Trichet è intervenuto, nonostante le obiezioni dei membri tedeschi del consiglio che governa la BCE. E’ l’unico sistema che ha trovato per impedire un’altra catastrofe.
Ma i problemi sono lontani dall’essere finiti. Mentre i titoli italiani e spagnoli perdono di valore, la copertura per le banche tedesche e francesi diminuirà ogni volta di più. Questo farà sì che il finanziamento per le loro operazioni di riporto (gli accordi di cessione temporale) sia più difficile perchè i titoli che erano stati utilizzati come collaterali saranno stati tagliati. Quando Trichet compra titoli italiani o spagnoli, in effetti sta fornendo un sussidio alle banche (riducendo i loro rendimenti) e allora lo recupererà dai lavoratori, che dovranno sopportare il peso di misure selvagge di austerità per compensare la differenza.
Questo non ha niente a che vedere col capitalismo del libero mercato. E’ un trasferimento diretto di ricchezza da una classe all’altra. E’ rapina a mano armata.
Risultato finale: la crisi creditizia persiste. I mercati finanziari non sono stati ristrutturati per ridurre il rischio e neppure le banche hanno trovato capitale sufficiente per resistere alle perdite dei loro attivi non redditizi. Lo sforzo per regolare il sistema post Lehman ha fallito in gran parte.
Ancora più importante: il Grande Denaro controlla ora le leve del potere da entrambi i lati dell’Atlantico e, per questo, l’Unione Europea e gli USA si incamminano verso un prolungato periodo di stagnazione economica, disoccupazione e agitazioni sociali.
(*) Analista politico/finanziario e giornalista. Collaboratore di CounterPunch
(traduzione di Daniela Trollio
Centro di Iniziativa proletaria “G.Tagarelli”
Via magenta 88, Sesto S.Giovanni)
Scrivi commento