CILE BLOCCATO DALLE MANIFESTAZIONI.

La ribellione studentesca

 

E’ la primavera del Cile

di Carlos Pérez Soto (*), da : rebelion.org, 15.8.2011

 

“Si può ingannare una parte del popolo per tutto il tempo,

si può ingannare tutto il popolo per parte del tempo,

ma non si può ingannare tutto il popolo per tutto il tempo”

Abramo Lincoln

 

Ora, in pieno inverno, ora, dopo il lungo inverno della Patria, spuntano le prime foglie che annunciano l’attesa primavera. Si vede il timido verde affacciarsi nelle marce che crescono e crescono. Si vede nell’indignazione dei più giovani che guardano con dura sfiducia gli adulti che hanno lasciato loro in eredità una educazione in rovine. Si vede nei vicini, che accorrono ad appoggiare con le pentole la manifestazione non autorizzata.

 

Per più di due mesi gli studenti medi hanno occupato più di cento licei. Per più di due mesi gli universitari hanno fermato le loro facoltà e sono scesi, più e più volte, nelle strade. E la risposta che hanno ricevuto è stata solo un maquillage dello stesso sistema, un ampliamento dei modi di indebitarsi con le banche, dell’offerta di denaro a tempo per le università senza toccare in alcun aspetto la forma in cui le si obbliga a finanziarsi da trent’anni.

I politici, rifiutati dal settanta per cento della popolazione secondo le inchieste, cercano “vie d’uscita” per la situazione e per la LORO situazione. Il governo tenta con offerte sottobanco quelli che crede più vicini a sé. E la base del movimento studentesco scavalca quelli che timidamente propongono di negoziare.

 

Due mesi sono tanti in un anno accademico. I pessimisti parlano di logoramento e di “perdere l’anno”. Ma gli studenti continuano rabbiosamente, aspettando che si apra davvero qualche porta, sperando di non naufragare un'altra volta nella manipolazione, nell’inganno delle formule mediatiche che non toccano l’essenza, nell’interesse degli ambiziosi che cercano solo di arrivare in una posizione migliore alle prossime elezioni.

 

Ora è il momento che il Cile appoggi i suoi giovani. Ora è il momento di andare oltre l’appoggio passivo, la simpatia lontana, i buoni desideri. E’ il momento di scendere in piazza. Ognuno nella misura delle sue possibilità. Ognuno con il gesto - piccolo o grande - che è alla sua portata. Si possono battere le pentole al calore delle barricate, altri cercheranno di riunirsi pacificamente agli angoli delle strade, ci sarà qualcuno che semplicemente uscirà sulla porta della sua casa o le batterà dalla finestra del suo appartamento. Tutti devono essere benvenuti. Dobbiamo riconoscerci tutti, gli uni con gli altri, in un proposito comune.

 

Le grandi maggioranze vogliono sempre la pace. Ma anche la pace ha un limite.

Bisogna dire no alla violenza a cui ci obbligano sotto il nome bugiardo di “pace”.

Violenza è viaggiare ammucchiati sugli autobus perché i contratti sono stati fatti per favorire i padroni. Violenza è aspettare negli ambulatori perché tutto ciò che si investe nella salute pubblica è solo per favorire coloro che commerciano nella salute. Violenza è indebitarsi per poter studiare con crediti che lo Stato avalla solo per favorire i padroni delle banche. La violenza è che i ricchi possano evadere comodamente le tasse per poi dirci che “le risorse dello Stato sono scarse”. La violenza è tollerare che le ricchezze di tutti i cileni siano finite nelle mani del capitale straniero.

Abbiamo il diritto di opporci a tutta questa violenza.

 

Cile, ribellati! Non siamo condannati a continuare ad avere questi “rappresentanti” che non ci rappresentano. Non siamo condannati a tollerare l’usura finanziaria delle imprese commerciali. Non siamo condannati ad una Costituzione che favorisce con ogni particolare gli interessi dei più ricchi ed è piena di vaghezza quando si tratta degli interessi della grande maggioranza.

Cile, ribellati! L’unica via d’uscita reale per i nostri studenti è che si assicuri costituzionalmente che lo Stato sia responsabile di fornire educazione gratuita a tutti i settori, a tutti i livelli. L’unica via d’uscita per gli ospedali è che venga assicurato costituzionalmente che neppure un soldo dello Stato vada a coloro che lucrano sulla salute. L’unica via d’uscita è che venga assicurato costituzionalmente che le ricchezze del nostro sottosuolo siano inalienabili, che non possano essere cedute al profitto privato, che debbano essere sfruttate a beneficio di tutti i cileni.

 

Cile, ribellati! Non lasciare che la polizia abusi dei tuoi figli. Non lasciare che i politici si aggiustino tra loro. Non lasciare che la salute, l’educazione, la cultura siano trofei per il mercato. Non lasciare che i paragrafi scritti piccoli piccoli e l’interesse composto delle carte di credito ti leghino alla vergogna.

 

Vogliamo pace. Ma adesso è l’ora di stancarsi di tenere più alla tranquillità che alla dignità. E’ l’ora di stancarsi di accettare le menzogne che tutti sappiamo sono menzogne, i sorrisi per le macchine fotografiche che tutti sappiamo sono per le macchine fotografiche, i paragrafi piccoli piccoli dove cancellano tutto quello che ci hanno promesso con grandi parole. E’ ora di dire ad alta voce che non gli crediamo. Non possono ingannare tutto il popolo per tutto il tempo. Non possono violentare tutto il popolo tutto il tempo. Vogliamo pace. Ma è ora di dire basta. Non ci deve essere pace finchè non dimostrano di essere disposti a fare qualcosa di vero, qualcosa che restituisca effettivamente ai cittadini i loro diritti impoveriti e fatti sparire da coloro che hanno governato solo per favorire i grandi imprenditori.

 

In pieno inverno, comincia a spuntare la primavera del Cile. Tutti, ognuno come può, con i più piccoli ed i più grandi gesti che si accumulano. Sommare, spingere, sommare, spingere. Che nessuno rimanga senza aver messo il suo granello di sabbia, e che nessuno rimanga senza riconoscimento per questo.

Vicina, vicino, trova il modo. Studente, professore, padri, troviamo il modo di unirci nella maniera più ampia possibile.

 

Cile, ribellati! Siamo capaci di far diventare reale la primavera.

 

(*) Professore di Fisica all’Università di Arte e Scienze Sociali (ARCIS) di Santiago del Cile

 

(traduzione di Daniela Trollio

Centro di Iniziativa Proletaria “G.Tagarelli”

Via Magenta 88, Sesto S.Giovanni –MI-)    

                                                                                     http://ciptagarelli.jimdo.com/

 

 

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