Il massacro di Kandahar
Nessuno ha chiesto i loro nomi
di Qais Azimy; da: Al Jazeera.net; 23.3.2012
Nei giorni successivi al raid assassino del soldato (o dei soldati) statunitensi a Kandahar, la maggioranza dei mezzi di comunicazione si è soffermata sulle “violente reazioni” e su come il fatto potrebbe rendere ancora più difficili le relazioni tra Afganistan e USA.
Molte delle catene di stampa dominanti hanno dedicato un’enorme quantità di energia per scoprire anche il più piccolo dettaglio sul soldato accusato, identificato nel sergente Robert Bales. Sappiamo persino dove voleva andare in vancanza sua moglie o i commenti che scriveva sul suo blog.
Ma le vittime hanno meritato solo una nota a piè di pagina, un’anonima nota. E un numero: sedici.
Nessuno si è preso la briga di chiedere la loro età, i loro gusti, le loro aspirazioni. E, peggio ancora, nessuno ha chiesto neppure i loro nomi.
Per fare onore alla loro memoria, scrivo qui sotto i loro nomi e il poco che sappiamo di loro: che nove erano bambini, che tre erano donne.
I morti:
Mohamed Dawud, figlio di Abdullah
Judaidad, figlio di Mohamed Yuma
Nasar Mohamed
Payendo
Robina
Shatarina, figlia di Sultan Mohamed
Zahra, figlia di Abdul Hamid
Nazia, figlia di Dost Mohamed
Masuma, figlia di Mohamed Wazir
Farida, figlia di Mohamed Wazir
Palwasha, figlia di Mohamed Wazir
Nabia, figlia di Mohamed Wazir
I feriti:
Hayi Mohamed Naim, hijo de Hayi Sajawat
Mohamed Sadiq, hijo de Mohamed Naim
Paruin
Rafiullah
Zardana
Zulhiya
Che riposino in pace e che ottengano giustizia!
(traduzione di Daniela Trollio
Centro di Iniziativa Proletaria “G.Tagarelli”
Via Magenta 88, Sesto San Giovanni)
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