Resistenza siriana, menzogne e naufragio dell’Impero
di Stella Calloni (*); da: cubadebate.cu; 27.5.2012
Dopo essere stati vittime di una serie di attentati ed imboscate terroristiche, osservatori delle Nazioni Unite -inviati in Siria per negoziare il cessate-il-fuoco tra il governo di Bashar Al-Assad e le truppe mercenario che tentano di rovesciarlo per mandato straniero - hanno detto lo scorso 26 maggio di aver trovato 92 morti, tra cui 32 bambini, che presuntamente avrebbero partecipato con le loro famiglie ad una marcia contro “il regime” nel quartiere di Taldo, ad Al Hula, provincia di Homs.
Il cosiddetto Osservatorio Siriano dei Diritti Umani - con sede a Londra, finanziato dalle agenzie di controspionaggio delle potenze che cercano di occupare la Siria - ha immediatamente dichiarato che li aveva uccisi l’esercito del paese, cosa ripresa dalla stampa dei media egemonici, maggioritaria nel mondo, senza aver fatto alcuna indagine.
Sia il segretario generale dell’ONU Ban Ki-Moon che l’inviato Kofi Annan hanno chiesto al governo siriano di fermare l’impiego di armi pesanti nella zona residenziale e di porre fine ad ogni forma di violenza. “Questo uso casuale e senza misura della violenza rappresenta una chiara violazione del diritto internazionale” hanno detto in un comunicato e hanno aggiunto che coloro che hanno commesso questi crimini devono risponderne, senza aver fatto alcuna indagine.
Vale la pena di farsi una domanda: il governo siriano che tanto ha lavorato negli ultimi tempi perchè gli osservatori ONU arrivassero e il cui esercito sta difendendo il paese dall’azione di bande mercenarie e truppe speciali delle grandi potenze, dopo poche ore, proprio in questo momento uccide 92 persone, in un quartiere sempre assediato dagli invasori?
Può essere il segretario dell’ONU tanto ingenuo da credere a questa incoerenza, che significa esattamente quello che la Siria sta cercando disperatamente di evitare, un’invasione dell’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord (NATO) e delle sue truppe mercenarie?
La stessa televisione siriana ha mostrato dei video delle vittime, avvertendo che questi assassinii sono responsabilità dei gruppi terroristici che hanno portato a termine massacri simili in vari luoghi.
L’ONU ha ascoltato la versione degli “attivisti” e degli “osservatori dei gruppi per i diritti umani” (le cui sedi sono all’estero), che hanno detto che essi “avevano informato previamente dei massacri delle truppe governative”. Cioè, gli osservatori era già preparati a trovare morti in un luogo dove si suppone che li avesse lasciati l’esercito siriano... perchè li si vedesse, si presume.
Come vi suona questo?
Com’è che c’è stata una tale azione di guerra, come dicono, senza che i media lo sapessero? Un attacco di questa matura è impossibile che passi inavvertito dai giornalisti, molti dei quali agenti “coperti” del controspionaggio delle potenze straniere, come ci hanno informato negli ultimi tempi.
Homs è come la Bengasi di Libia, un luogo scelto come il “nucleo” di cui gli invasori avevano bisogno di creare per iniziare ad infiltrare ondate di mercenari, che hanno commesso crimini atroci, denunciati da molti settori siriani, senza che l’ONU si preoccupi di queste denunce che mette nel cassetto, come lo ha fatto con i massacri dei mercenari in Libia.
Parole come “brutale tragedie” o “orribile crimine” sono state espresse da Roberto Mood, osservatore dell’ONU, molto conosciuto in Israele, e dal segretario della Lega Araba, Nabil al Arabi.
Ascoltando la versione dei presunti “ribelli” siriani, è stato trasmesso al mondo che una manifestazione pacifica nel quartiere di Taldo, ad Al Hula (Homs), è stata repressa con l’artiglieria e con i missili, che sono stati usati anche contro le case, cosa che non era stata diffusa.
L’apparizione di cadaveri in zone di attuazione dei gruppi mercenari, come è stata dall’inizio Homs, per cercare di attribuirli al governo è una tipica azione di controinsurrezione nello schema della “guerra a bassa iIntensità” per giustificare un’invasione, che da tempo la segretaria di Stato nord-americana Hillary Clinton annuncia pubblicamente.
Gli andirivieni di Ban Ki-Moon
Lo scorso 18 maggio proprio lo stesso segretario generale dell’ONU si era arrischiato a riconoscere che gruppi mercenari di Al-Qaeda potevano “stare dietro” a quelli che ha chiamato “seri attacchi di massa” delle ultime settimane in Siria (radio PL, 18.5.2012). Egli ha fatto questa dichiarazione durante una riunione di giovani nella sede dell’ONU, dicendo che la presenza di Al-Qaeda in questo conflitto crea una serie di problemi e che “hanno persino aggredito Osservatori dell’ONU” inviati in Siria.
Subito dopo Kofi Annan, a Ginevra, ha annunciato il viaggio di uno dei suoi colalboratori a Damasco (Radio PL 18.5.2012). Nonostante da un anno il governo del presidente Al Assad denunci la presenza di Al-Qaeda e di altri mercenari nelle azioni contro il suo paese e l’ingerenze esterna, affermando che questi sono sotto la direzione delle Forze Speciali di Gran Bretagna, Francia, Stati Uniti e Israele, il funzionario dell’ONU è sempre stato riluttante ad indagare.
L’ondata di mercenari entrati in Siria per costruire un “nucleo” di presunti oppositori è stata registrata da alcuni giornalisti britannici, tedeschi e spagnoli, che in alcuni casi sono anche riusciti ad entrare ed uscire clandestinamente dalle frontiere accompagnando uomini di Al-Qaeda, come hanno poi pubblicato sui loro giornali.
La Siria ha tenuto fede a tutti i passi stabiliti, come l’Accordo dei sei punti negoziato con Kofi Annan nello scorso marzo per finirla con questo conflitto, falsamente armato dal di fuori, che cerca di imporre il “modello libico”, a cui ha partecipato la NATO, bombardando sistematicamente la Libia durante quasi nove mesi, mentre le truppe speciali degli “alleati” dirigevano sul campo i gruppi mercenari, che finalmente si installarono quali presunti “liberatori” di un paese distrutto, saccheggiato e con migliaia di vittime.
Senza i bombardamenti della NATO i mercenari non avrebbero potuto prendere neppure la cittadina più piccola.
Nel caso siriano, la resistenza dell’esercito ha opposto un forte ostacolo alle bande mercenarie che, armate pesantemente, hanno occupato in varie occasioni sia Homs che altre piccole cittadine di frontiera, causando assassinii di cui hanno cercato di incolpare il governo.
La resistenza siriana ha fatto sì che non si potesse realizzare una testa di ponte e che, davanti alla realtà dei fatti, Russia e Cina vietassero nel Consiglio di Sicurezza per due volte il nuovo tentativo di invasione e occupazione in nome di un falso “umanitarismo”...
In questo caso i 280 osservatori di vari paesi sono stati attaccati con bombe a Damasco e in altre città, azioni si è cercato di nuovo di imputare al governo di Assad, ma le prove hanno schiacciato questo tentativo.
La disperazione ha portato i mercenari a commettere una serie di attentati criminali in piena città, che hanno commosso il mondo, e che non si è potuto imputare al governo.
Nella seconda settimana di maggio l’ambasciatore siriano all’ONU Bashar Jaafari ha consegnato al Consiglio di Sicurezza nomi, nazionalità militanza e dati personali di 26 persone catturate per attività terroristiche e, in maggioranza, membri di Al-Qaeda (notizia di PL, dall’ONU).
Di questi mercenari di varie nazionalità, 20 appartengono ad Al-Qaeda e “hanno compiuto operazioni terroristiche contro l’esercito e le forze di sicurezza siriane”.
Nnostante le prove accumulate dal governo siriano, la pressione internazionale è diretta ad esigere che questo ritiri il suo esercito dalle zone di conflitto, una trappola evidente. Si chiede alle truppe siriane di abbandonare il loro territorio in mano agli assalitori del paese.
Fin dal principio l’ONU ha ignorato un rapporto della Missione degli osservatori della Lega Araba che aveva riconosciuto l’esistenza di mercenari e il diritto dell’esercito di difendersi, ma questo è costato l’allontamento a chi ha osato dire la verità e il documento è scomparso. Con grande scandalo.
Oltretutto, su richiesta di Hillary Clinton, l’ONU ha ignorato il fatto che, in mezzo della guerra e alla morte, il popolo siriano ha risposto alla chiamata del referendum per modificare la Costituzione, con un taglio fortemente democratico, rferendum passato con più dell’80% dei voti il 26 febbraio 2012.
Molti dei piani della CIA sono falliti, come la creazione dei cosiddetti “Amici della Siria” che, in un vertice a Tunisi il 24 febbraio, ha conosciuto una sonora sconfitta culminata con l’abbandono del rappresentante del Consiglio Nazionale Siriano (CNS) che è, presuntamente, l’ “opposizione liberatrice”, questa sì creata a Parigi.
Le parole della Clinton sono state molto chiare, avvertendo che sarebbe stata accettata solo la resa del governo siriano e che, se la resistenza fosse continata, si sarebbero prese altre misure.
Nel Vertice in Turchia del 1° aprile scorso si decise di formare un blocco di aiuti milionari per i cosiddetti “ribelli” destinato a pagare i salari al CNS e all’Esercito di Liberazione Siriano, mettendo a nudo la loro condizione di mercenari. Anche gli Stati Uniti hanno dato il loro grande contributo “umanitario” in milioni di dollari, nascondendo che questo “aiuto”umanitario avrebbe rinfocolato gli attentati terroristici e la guerra sporca contro la Siria, al prezzo di migliaia di vite.
La realtà non si può ignorare. Il “cessate il fuoco” non può farlo unilateralmente il paese attaccato. La Siria ha rispettato i patti, gli Stati Uniti e i suoi soci – che sono responsabili degli attacchi terroristici degli ultimi tempi – no.
Cosa si chiede alla Siria? Che non si difenda?
Questo suona come la “zona di esclusione aerea” imposta il 17 marzo2011 al governo libico, destinata a paralizzare qualsiasi capacità di difesa. Nei primi attacchi illegali di quello stessso marzo contro la Libia si distrusse quasi tutta la flotta aerea a terra.
Le ultime elezioni legislative, realizzte in Siria con la partecipazione di 9 partiti per la prima volta, hanno dimostrato che l’opposizione reale e democratica sta all’interno del paese ed ha manifestato massicciamente più di una volta contro l’intervento esterno. Diverse di questa manifestazioni sono state fatte scandalosamente passare dai giornali mondiali come manifestazioni dell’”opposizione”.
La menzogna per uccidere è doppiamente assassina.
Nessuno ascolta i partiti di opposizione i quali, come il Partito Comunista, hanno avvertito che, di fronte agli attacchi promossi dall’esterno, appoggiano il governo. “L’obiettivo di tutti questi assalti è pervertire la legalità e far scoppiare il paese dal di dentro”, segnala il PC.
Gli Stati Uniti, la Francia e i loro soci in questa guerra coloniale non riconoscono le elezioni legislative del 7 maggio, come avevano anticipato. Dopo tutto si sa che la Siria è uno dei paesi che era nella lista degli obiettivi militari statunitensi dalla fine degli anni ’90.
Ban Ki-Moon sa molto bene che la proposta di negoziati è una farsa perchè Washington e i suoi soci accetteranno solo una resa incondizionata del governo alla presunta “opposizione” che, in realtà, queste potenze hanno organizzato nelle loro capitali.
Gli unici che hanno bisogno di morti i n Siria sono gli USA ed i loro “alleati” in questa nuova guerra imperiale che si sviluppa di nuovo nel quadro di un impressionante silenzio del mondo che, a quanto pare, non capisce che ciò che succede in Siria è la sorte che aspetta tutti i paesi che è stato deciso di ri-colonializzare in questo nuovo schema di espansione globale che stiamo vivendo.
(*) Giornalista argentina, autrice di “Operazione Condor”.
(traduzione di Daniela Trollio
Centro di Iniziativa Proletaria “G.Tagarelli”
Via Magenta 88, Sesto S.Giovanni)
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