Pubblichiamo la lettera di un compagno a "Sinistra Unita" di Bresso (MI) sulla visita del Papa a Milano.
Cara “sinistra unita” bressese
sono una vittima abituale (e consapevole) del vostro spamming. Ricevo, infatti, con piacere, ogni iniziativa calendarizzata dalla “casa della sinistra”. Iniziative queste che, non essendo certo questo l'ambito per un approfondimento, ritengo siano comunque da reputare meritorie. Certo della vostra attenzione sui temi che animano il territorio ho aspettato di vedere quali iniziative la “sinistra unita” bressese intendesse mettere in campo in occasione del “VII Incontro Mondiale delle Famiglie” che si terrà nel prossimo week-end all'aeroporto di Bresso. Luogo, questo, per anni simbolo delle battaglie della sinistra bressese. Questa aspettativa, ad oggi, è stata frustrata. Apparentemente, la “sinistra unita” bressese non ritiene che questo macroscopico evento offra spunti per una qualsivoglia iniziativa politica. Eppure, a voler ben guardare, qualche spunto, senza scivolare nel (pur lecito) anti-clericalismo militante, si poteva trovare. Eccovi, qui di seguito, un mio piccolo, casuale e personalissimo decalogo delle ragioni per cui una Sinistra, che voglia essere tale, dovrebbe essere in piazza durante quel week-end (e non certo con le bandierine bianco-gialle vaticane):
Quattro dati:
Questo in una fase di crisi altissima che grazie al Governo tecnocratico Monti è ulteriormente acuita e sferza le casse già esangui della parte più economicamente disagiata della popolazione. Lo stesso Comune di Bresso ha chiesto deroghe al patto di stabilità e, parallelamente, ha aperto a finanziamenti e sponsor privati. Soldi che, in qualsiasi forma siano ottenuti (e sempre sperando che le dichiarazioni di Zinni “il Comune non si accollerà oneri specifici per questo evento a carico del bilancio”, siano veritiere) non rimarranno sul territorio.
3) Ma il denaro, si sa, (non) è lo sterco del diavolo. Infatti il “papa-evento” produrrà, secondo le stime del Prof. Campiglio dell'Università Cattolica, un ricavato di 53 milioni di Euro. Un fiume di danaro frutto della più classica delle speculazioni: soldi pubblici utilizzati per garantire business privato. Non a caso, come dichiarato da Monsignor Erminio de Scalzi, presidente della Fondazione Family 2012 “la visita del Papa sarà una prova generale dell'Expo 2015”. Con buona pace, anche in questo caso, di quanti nella Sinistra, si oppongono al “dramma” expo.
Forse allora la “sinistra unita” bressese avrebbe potuto:
Denunciare l’operato della Regione Lombardia nel finanziare questo evento e i suoi favoritismi verso ambienti e personaggi del fondamentalismo cattolico;
Contestare il potere sociale ed economico che CL e la Compagnia delle Opere detengono in Lombardia e in tutto il Paese, all’interno della sanità pubblica, delle scuole pubbliche, delle università statali e delle istituzioni.
Dissociarsi dal plauso che il sindaco di Milano ha espresso per la visita del Pastore tedesco a Milano, visita che costerà al Comune denaro e risorse che potrebbero invece essere destinate a coprire sempre più emergenti bisogni sociali).
E' già che c'era, dimostrando una più acuta capacità di analisi avrebbe anche potuto rilanciare:
Ricordando che Banca Intesa San Paolo, sponsor ufficiale dell'evento, è la banca italiana che detiene il primato nel finanziamento bellico e in quello relativo alla linea ad alta velocità Torino–Lione; è inoltre l’ istituto bancario che ogni anno sponsorizza il Meeting estivo di Comunione e Liberazione, a dimostrazione dell’ipocrisia dell’operato del potere ecclesiastico e delle lobby cattoliche di fronte all’unico interesse del profitto.
Contestando questa “settimana delle famiglie” e la sua affermazione di un modello unico di famiglia, di relazioni e di affettività. Un modello che viene sostenuto soprattutto dalla Chiesa e dalla morale cattolica ma che è anche l’unico riconosciuto a livello legale e titolare di diritti. Oggi in Italia il welfare e i servizi pubblici sono impostati solo sulla famiglia eterosessuale tradizionale e sposata. Il familismo che ancora oggi viene riproposto è di natura ideologica e non corrisponde alla vera situazione della società. Questo modello di famiglia propagandato non è però solo folklore cattolico. È finanziato e diffuso dalle istituzioni perché è funzionale al sistema. Infatti se oggi il governo tecnico rilancia politiche economiche volte a smantellare completamente qualsiasi diritto, tutela o servizio sociale, lo fa sicuro di poter contare sulla famiglia come sistema di welfare di sicurezza, da sempre in Italia la “gamba dello stato sociale”, e sulle donne come manodopera gratuita che si occupa di tutti quei lavori di cura che lo stato non garantisce più.
Contestando l’appoggio del Vaticano al governo Monti e alle sue politiche di austerity. Degno continuatore delle politiche di liberalizzazione e privatizzazione che negli ultimi 20 anni i governi di centro-destra e di centro-sinistra hanno
attuato, oggi il governo tecnico rilancia queste stesse politiche come cura per uscire da un debito che non abbiamo contratto noi. Distruzione dello stato sociale, attacco ferocissimo ai
diritti dei lavoratori rappresentano la solita vecchia ricetta. Le prime a pagare questa crisi sono le donne, alle quali spetterà essere quell’ammortizzatore sociale non più garantito dallo
Stato; i tagli alla Sanità, all’istruzione, ai sussidi famigliari saranno controbilanciati da un aumento dei lavori di cura e di assistenza non
retribuiti delle donne.
Avevate insomma, cari amici della “sinistra unita”, la possibilità di dire...qualcosa di sinistra. Pazienza, “morto un papa se ne fa un altro”, sarà per la prossima volta...
Spartaco Codevilla
Comunista
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