Pubblichiamo un documento del 2011 sull’origine del debito pubblico greco e sulle responsabilità dei capitalisti. Documento di estrema attualità per chi vuole capire.
L’origine del debito pubblico greco e 8 ragioni per non pagarlo
di Leonidas Vatikiotis (*); da: rebelion.org;
(Relazione presentata nell’incontro “Vivere nella debitocrazia, Chi deve a chi”, Madrid, 7/8 ottobre 2011)
Il governo di Giorgio Papandreu (che è considerato dai greci un collaborazionista, ed è la persona più odiata) dal primo giorno della sua elezione è andato dicendo che il debito pubblico ha raggiunto i livelli attuali grazie ad un generoso Stato del Benessere. L’obiettivo di questa grande bugia era che i cittadini greci accettassero la chemioterapia del Fondo Monetario Internazionale (FMI) e dell’Unione Europea (UE) senza reazioni sociali.
Invece noi vogliamo dimostrare che la maggior parte del debito greco è stata creata dalla classe dirigente e non dalla gente che ora soffre per le misure di austerità imposte da FMI e UE.
In particolare, il debito greco e l’elevato deficit di bilancio sono stati causati dai seguenti fatti:
1. Recessione. Come è successo in tutto il mondo, la recessione ha provocato un abbassamento delle entrate fiscali ed un incremento del deficit.
2. Abitudine dei capitalisti greci alle sovvenzioni dello Stato. Dal decennio ’80 (quando il governo greco agiva come un’assicurazione, indennizzando tutti i capitalisti greci per le loro perdite durante la crisi) fino ad oggi, le élites dominanti sono state i maggiori beneficiari del bilancio dello Stato. Allo stesso modo per cui non possiamo immaginare l’élite economica italiana senza i guadagni provenienti dalla mafia, o le élites tedesca e britannica senza i profitti dell’estero, non possiamo neanche concepire l’élite dominante greca senza le sovvenzioni statali.
3. Enorme spesa militare. Per la minaccia reale proveniente dalla Turchia, ma in maggior misura per la sua partecipazione a coalizioni imperialiste come la NATO, la Grecia destina gran parte del suo bilancio alle spese militari. In Europa solo la Germania spende di più del suo PIL in armi che la Grecia.
4. Partecipazione della Grecia alla CEE nel 1981 e all’eurozona nel 2001. Le radici del deficit di bilancio vanno ricercate nel collasso dell’industria greca dovuto al mercato comune. Successivamente la Politica Agricola Comunitaria e la partecipazione all’eurozona hanno portato all’estremo le contraddizioni del’economia greca. I deficit della Grecia e del resto dei paesi periferici dell’eurozona sono l’altra faccia dei superprofitti dei paesi non periferici.
5. Evasione fiscale delle tasse da parte della classe dominante. Spesso si dice che la Grecia produce tre cose: Chiesa Ortodossa, che è il maggior proprietaria terriero; navi, perché la Grecia partecipa a buona parte del commercio mondiale; e le banche. Nessuna di queste “entità” paga imposte. Con misure ufficiali sono state escluse dal sistema tributario (solo i proprietari di barche hanno “blindato” l’evasione fiscale attraverso 56 leggi costituzionali).
6. Gran parte delle spese sono destinate al pagamento dei tassi di interesse. Secondo il bilancio del 2012, si pagherà per interessi l’8,3% del PIL (nel 2011 il 7,4%). Anche le economie più stabili, nel tempo collasserebbero se dovessero pagare questi interessi ai creditori.
Tutti questi argomenti ci danno una solida base per contrattaccare e cercare di fermare l’aggressione ai nostri diritti sociali e politici.
In Grecia diciamo “non dobbiamo, non paghiamo”, come voi. Ma aggiungiamo anche “non vendiamo”, perché in Grecia si sta portando a termine il più grande piano di privatizzazioni di tutta Europa, favorito dalla Troika, nome con cui chiamiamo il gruppo di esperti del FMI, della UE e della Banca Centrale Europea (BCE). In questo contesto l’équipe di Debtocrazy sta facendo i primi passi per realizzare un secondo documentario che analizzerà il tema delle privatizzazioni.
In concreto, esigiamo di non pagare il debito pubblico per le seguenti 8 ragioni:
1. Gran parte del debito greco è frutto della corruzione. Come esempio, possiamo dire che nessuno conosce ancora il costo reale dei Giochi Olimpici del 2004. Paghiamo per il sistema di sicurezza (chiamato C41) 1.200 milioni di euro, nonostante non l’abbiamo mai ricevuto.
2. Dal decennio del ’90, quando Spagna, Irlanda, Portogallo, Italia e Grecia volevano chiedere prestiti per finanziare le loro necessità, i mercati prestavano loro denaro a tassi di interesse di 2,3 e a volte 4 volte maggiori di quelli praticati a paesi come Germania e Stati Uniti. La scusa ufficiale per questa estorsione, per questa speculazione, era che questi paesi erano ad alto rischio di fallimento. Ora, noi sosteniamo che è venuto il momento di pagare il prezzo per questi alti rendimenti degli investimenti. In sintesi, non dovrebbero avere costi addizionali, perché già li abbiamo pagati sotto forma di alti tassi di interesse.
3. Come abbiamo sentito dal rapporto sull’Irlanda, gran parte di questi titoli sono stati comprati dagli hedge funds (fondi di alto rischio) e da speculatori. Lo stesso è successo per il debito greco. In una recente analisi del New York Times si diceva che, dall’accordo firmato durante il vertice della UE di luglio, un terzo dei titoli greci sono stati comprati da speculatori. Quindi non vi è obbligo morale di onorare questo debito.
4. Gran parte di questo debito è in mano a banche che sono state salvate con denaro del popolo greco. Il primo prestito di salvataggio alla Grecia era di 110.000 milioni di euro e, fino ad ora, le banche hanno raccolto 108.000 milioni del governo, sia in forma di avalli che in liquidi. Ma queste banche, le banche greche che continuano a vivere grazie al denaro del popolo greco, possiedono il 30-40% del debito. Per questo motivo esigiamo la nazionalizzazione delle banche greche per abolire o ridurre il debito.
5. Esigiamo di non pagare questo debito perché è inaccettabile che nel secolo XXI le banche impongano alla gente un genocidio quale castigo per pagare il debito. In Grecia, attualmente, sta avvenendo un genocidio sociale. Quest’anno chiuderanno 1.054 scuole. Devo dire che, dalla creazione dello Stato greco nel 1820, non si è mai chiusa alcuna scuola. Hanno chiuso anche 54 ospedali e decine di dipartimenti universitari. Centinaia di giovani greche e greci lasciano la Grecia ogni mese per andare a lavorare nel Regno Unito, negli Stati Uniti, in Australia e in Canada, come succedeva nel primo periodo dopo la guerra. Questa è l’attuale tragedia greca.
6. Esigiamo di non pagare questo debito perché l’abbiamo già pagato, varie volte. In Grecia e, penso, nella maggioranza dei paesi dell’emisfero nord, se un prestatore andasse in tribunale dicendo che io gli ho pagato il 130 o il 150% del mio debito con lui, il tribunale gli direbbe di rinunciare al resto del debito. Esigiamo esattamente lo stesso per il debito sovrano.
7. Chiediamo di non rimborsare il primo prestito di 110.000 milioni di euro della Troika (del quale abbiamo ricevuto solo 65.000 euro) perché l’accordo per approvarlo non è stato votato dal parlamento greco, come avrebbe dovuto essere secondo la Costituzione. Il governo Papandreu non permise di votare perché sapeva di non avere la maggioranza qualificata che la Costituzione richiede in questi casi. Questo accordo è illegittimo e, quindi, non abbiamo l’obbligo di restituire il denaro.
8. Riteniamo di non dover pagare il debito perché è stato dimostrato che il maggiore aumento del debito pubblico si è prodotto a partire dal salvataggio della Grecia. Nell’ottobre del 2009, quando fu eletto il governo socialdemocratico del Pasok, il debito pubblico era del 115% del PIL. Nel 2012, secondo le stime del FMI pubblicate poche settimane fa, il debito pubblico aumenterà fino al 189% del PIL. Noi pensiamo che l’alto livello del debito sia una buona scusa per imporre il più sanguinoso programma di austerità, il più grande programma di redistribuzione della ricchezza sociale dopo la Secondo Guerra Mondiale.
Come possiamo raggiungere il nostro obiettivo, che è non pagare il debito o pagarne solo una piccola parte?
Il modo più semplice che abbiamo per farlo, istruendo la popolazione e compatibilmente con la legislazione nazionale e internazionale, è formare una commissione di inchiesta sul debito.
E’ proprio questo che abbiamo fatto ad Atene, mettendo in chiaro fin dal primo momento che non volevamo una commissione di inchiesta del parlamento. In questo momento è stata creata una commissione di cittadini per l’inchiesta, con la partecipazione di centinaia di persone comuni, economisti e avvocati per dimostrare alla cittadinanza, alla stampa e alla classe politica che questo debito non deve essere pagato. Su questa linea, abbiamo formato circa 20 gruppi per esaminare le differenti sfaccettature del debito pubblico. Crediamo di ottenere dei risultati a breve.
Perché diciamo no alla ristrutturazione del debito proposta dalla Germania?
1. Perché è accompagnata da nuove misure di austerità e piani di privatizzazione.
2. Perché pretende di dare alla Grecia lo statuto di Zona Economica Speciale, dove le imprese tedesche non pagherebbero imposte e le leggi sul lavoro non sarebbero valide, come succede nelle “maquiladoras” del Guatemala, dell’Honduras e del Messico.
3. I nuovi titoli di stato non verrebbero emessi in base alla legislazione greca, come quelli attuali, ma in base al diritto internazionale.
So molto bene che la nostra lotta è come una goccia d’acqua nel Mediterraneo. Ma so altrettanto bene che il momento più buio del giorno è proprio qualche minuto prima dell’alba.
(*) Economista e giornalista greco.
(traduzione di Daniela Trollio
Centro di Iniziativa Proletaria “G.Tagarelli”
Via Magenta 88, Sesto S.Giovanni)
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wlp (giovedì, 25 giugno 2015 12:44)
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