Il 12 settembre 1971 le forze speciali di polizia dello Stato di new York intervennero nel carcere di Attica, dove i detenuti erano in rivolta da 4 giorni. La rivolta era scoppiata a seguito del rifiuto, da parte della direzione del carcere, di celebrare una commemorazione per la morte di George Jackson, assassinato pochi giorni prima nel carcere di san Quentin. Nella strage morirono 39 detenuti e 4 guardie carcerarie. Così Mumia Abu Jamal ricorda il massacro.
Attica, 41 anni dopo
da: lahaine.org; 8.9.2012
Il nome Attica è entrato nel lessico della cultura statunitense spinto, in parte, dalla scena del film “Dog Day Afternoon”, quando l’attore Al Pacino alzava il pugno e gridava “Attica! Attica!”.
I cinefili capitono immediatamente il riferimento perchè il 9 settembre 1971 “Attica”, una prigione statale nel nord dello stato di New York, divenne la notizia più importante in tutto il paese.
Là i prigionieri si ribellarono, presero ostaggi e chiesero di essere trattati da esseri umani. E lo Stato, agli ordini dell’allora governatore Nelson Rockfeller, lanciò una pioggia di pallottole che uccise decine di uomini, sia prigionieri che guardie, e poi mentì su quello che aveva fatto.
Attica – ci assicurarono i politici e i riformatori delle carceri – sarebbe diventata il precursore del camnio. Non succederà mai più, ci assicurarono.
Questo settembre segna 41 anni da quel giorno di macelleria e morte di massa. E le cose sono cambiate, ma non in meglio.
Secondo un notiziario pubblicato dall’Associazione Correzionale, un gruppo che monitora le prigioni dello Stato di new York, Attica continua ad essere un luogo di violenza, di paura, di disprezzo di abusi sessuali e razziali.
Come nel 1971, il personale è in stragrande maggioranza bianco e di origini contadine, mentre i prigionieri sono, nella stragrande maggioranza, neri, latini e di origine cittadina.
Come nel 1971 la tensione è insopportabile.
Come nel 1971 le burle e i maltrattamenti corrono per i corridoi come cespugli rotolanti pronti ad incendiarsi.
L’Associazione Correzionale ha chiesto di chiudere Attica, perchè resti quale lugubre simbolo di un fallimento costoso e brutale.
Se si farà, sarà con 41 anni di ritardo.
Dalla
nazione incarcerata, Mumia Abu Jamal
(traduzione di Daniela Trollio
Centro di Iniziativa Proletaria “G.Tagarelli”
Via Magenta 88, Sesto S.Giovanni)
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