Lettere dal passato, lettere che scriveremo
di Belén Gopegui (*); da: diagonalperiodico.net; 29.9.2012
Avanza la distruzione del pubblico, che era il più vicino al bene comune che conoscevamo: in un posto qualsiasi, studenti, lavoratori e lavoratrici fanno sentire le loro voci: “i nostri tagli saranno con la ghigliottina”(1) e in un romanzo qualcuno dice quasi per caso: “ci sono persone che aspettano lettere dal passato, lettere che ci spieghino un tempo della nostra vita che non abbiamo mai capito, (…..) quello che allora ci è sfuggito”. Chi parla è Fernando Mello, avvocato, in La testa perduta di Damasceno Monteiro, di Antonio Tabucchi, e a quanto sembra si riferisce ad un incontro con un certo tipo di amore che accadde molto tempo fa, due corpi, due pelli, due distanze.
Ma oggi pensiamo a lettere dal passato diverse, collettive, pensiamo che c’è stato un passato in cui uomini e donne che non abbiamo mai visto strapparono i diritti che abbiamo oggi, ci salvarono dalla paura con la loro determinazione.
Qualcuno dice che esiste un capitalismo finanziario cattivo e un capitalismo reale buono; quello che ci sta succedendo, dicono, è che questo capitalismo finanziario cattivo ci sta attaccando.
Le favole calmano ma non vogliamo che ci addormentino con le favole; non ci sono due capitalismi ma uno solo, che sta cercando come sempre il massimo profitto e se lo trova nella finanza va nella finanza e se il prezzo è la sovrapproduzione di credito e spazzare via le vite, lo paga.
Intanto, anno dopo anno, ci sono stati uomini e donne che hanno messo pali nelle ruote, hanno opposto resistenza, hanno forzato con le loro vite l’ordine delle priorità stabilite e anche con le loro sconfitte hanno rallentato il passo all’ingiusto, scrivendo lettere di ribellione e dignità; grazie a loro e per loro conquistammo voce, educazione, salute.
Ora che le distruggono, avremo goduto di quello che conquistarono e lo avremo perso per quelli che verranno.
Nulla di ciò che cederemo tornerà con le rondini; le lettere che manderemo allora al futuro saranno di solitudine e sottomissione.
Ma scriviamo altre lettere, ma fondiamo un ordine di priorità nuovo!
Perché in settembre l’uva matura, la luce brilla come se rinascesse e non è possibile accettare una goccia in più di crudeltà.
(*) Scrittrice e sceneggiatrice spagnola.
(1) Il riferimento è ai numerosi cartelli con questa scritta apparsi nelle grandi manifestazioni di protesta contro i tagli del governo spagnolo nei giorni scorsi.
(traduzione di Daniela Trollio
Centro di Iniziativa Proletaria “G.Tagarelli”
Via Magenta 88, Sesto S.Giovanni)
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