Brevi appunti sulla sfacciataggine criminale del capitale finanziario globale
Il governo greco e la troika litigano sul debito bancario milionario
di Antonio Cuesta(*); da: rebelion.org; 13/10/2012
Notte di mercoledì ad Atene (che frivola mania di prendere le decisioni di notte..).
Rappresentanti del Ministero delle Finanze greco e membri della missione di quell’aborto chiamato Troika si riuniscono per l’ennesima volta per decidere, una volta per tutte, se spezzare la spina dorsale del popolo greco in un colpo solo o in vari momenti…. Nella riunione si discute anche della pesantezza dei colpi da assestare.
Sembra non ci sia accordo (per il momento) sul fatto se gli 11.5000 milioni di euro rubati dalla casse pubbliche dovranno essere restituiti per la maggior parte il prossimo anno (come chiede il Fondo Monetario Internazionale) (1) o faranno parte dei sacrifici del 2014 (come supplica il governo greco).
Dietro rimangono le false promesse elettorali di Antonis Samaras di rinegoziare le condizioni del “memorandum” e chiedere una moratoria di due anni per applicare i drastici tagli che i prestatori internazionali esigono.
Nel bel mezzo della discussione si apre un nuovo punto di frizione tra i due contendenti.
Secondo il vice-ministro delle Finanze greco, Jristos Staikuras, le istituzioni bancarie greche dovrebbero restituire quest’anno alle casse pubbliche la somma di 500 milioni di euro, in forma di dividendi, per gli aiuti statali ricevuti nel 2008.
Il rappresentante del governo ricorda che questo denaro è compreso nei bilanci dell’anno corrente e che è già stato richiesto lo scorso 7 settembre al governatore della Banca Centrale di Grecia, Yorgos Provopulos, e al presidente dell’Associazione Bancaria Ellenica, Yorgos Zanias.
A questo punto della discussione arriva la richiesta della cosiddetta Troika, tanto scandalosa quanto perversa: condonare il debito delle banche e coprire il buco di bilancio mediante l’applicazione di qualche nuova tassa o anticipare a quest’anno i tagli previsti sui salari dei funzionari pubblici e dei pensionati.
Deciso rifiuto alla proposta da parte del governo greco (che non si caratterizza certo per la sua sensibilità sociale): i rappresentanti del capitale finanziario globale propongono allora la possibilità di realizzare un taglio più pesante sui salari di tutti i lavoratori greci e di fissare un contributo straordinario unicamente per i lavoratori del settore bancario.
La possibilità che a farsi carico del pagamento dei 500 milioni siano i legittimi debitori, cioè le banche greche, sembra non sia passata neanche per caso per le loro menti.
Rifiutata anche questa seconda possibilità, la partita resta sospesa fino al prossimo incontro.
Questa breve cronaca conferma quanto poco importa alle istituzioni europee (Commissione Europea e Banca Centrale Europea) e al Fondo Monetario Internazionale il futuro della Grecia e dei suoi cittadini.
La caduta libera del PIL, l’aumento senza freni della disoccupazione (2) e della povertà, la chiusura di migliaia di piccole imprese ogni mese … sono quello che il FMI chiama “costo della modernizzazione” attraverso programmi che riportino la Grecia sulla strada dei “bilanci sostenibili e della crescita”.
Quando, un mese fa, il ministro per le Riforme Amministrative Andonis Manitakis ha proposto che i 150.000 licenziamenti di lavoratori pubblici previsti per il 2015 venissero effettuati con prepensionamenti o incentivi all’esodo, il rappresentante della Troika Poul Thomsen ha rifiutato questa soluzione, difendendo la necessità che i licenziamenti vengano messi in atto senza scorciatoie per il loro “carattere simbolico”.
La situazione dell’economia greca migliora a vista d’occhio grazie alle meravigliose ricette neoliberiste.
Note:
(1) “La Grecia dovrà continuare con un assestamento fiscale deciso visto che questo è l’unico modo in cui può recuperare la fiducia dei mercati” ha detto martedì il capo del Dipartimento delle Finanze Pubbliche del FMI, Carlo Cottarelli. Anche se il FMI raccomanda ai paesi con un alto livello di debito pubblico e deficit di applicare tagli fiscali graduali, nel caso greco “la mancanza di fiducia da parte dei mercati significa che è necessario un approccio stringente” ha assicurato.
(2) I tagli in Grecia distruggono più di mille posti di lavoro al giorno: http://deatenas.tumblr.com/post/33360403719/recortes-en-grecia-destruyen-mas-de-mil-empleos-diarios
(*) Corrispondente dalla Grecia dell’agenzia Prensa Latina.
(traduzione di Daniela Trollio
Centro di Iniziativa Proletaria “G.Tagarelli”
Via Magenta 88, Sesto S.Giovanni
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Luca (venerdì, 19 ottobre 2012 17:20)
Proletari di tutti i paesi unitevi!
Luca
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