Continua lo stillicidio di morti sul lavoro
Mercoledì 17 ottobre tre incidenti
mortali sul lavoro in Lombardia
Due degli incidenti riguardano lavoratori stagionali, giardinieri impiegati nel lavoro di potatura e nel taglio degli alberi.
A Rodano(Mi) a causa di un ramo staccatosi da una pianta, è rimasto ucciso il titolare di un’impresa di giardinaggio di 73 anni ed è rimasto ferito il figlio 39enne, stavano potando alcuni dei grandi alberi di una tenuta. Il 73enne è morto sul colpo. Il figlio ha riportato ferite ma non sarebbe in pericolo di vita.
A Varese un altro lavoratore è rimasto schiacciato da una pianta che stava tagliando nel giardino di una villa a Leggiuno ed è morto. La vittima è un giardiniere di 49 che stava lavorando in un giardino di una villa privata. L‘albero gli è caduto addosso colpendolo alla testa e ferendolo gravemente. E' morto pochi minuti dopo l’arrivo dei soccorsi.
A Pieve Fissiraga (Lo) un operaio di 29 anni, è precipitato all’interno del silo nel quale stava lavorando, cadendo da più di dieci metri.
Questo il bilancio del mercoledì nero.
Con il ricatto della perdita del posto di lavoro, il contenimento dei costi, e risparmiando sui dispositivi di protezioni individuali e collettivi si costringono i lavoratori a operare senza misure di sicurezza adeguate. Diminuiscono i lavoratori occupati ma, in percentuale il numero dei morti sul lavoro e le malattie professionali continuano ad aumentare. Invece di occuparsi dei problemi reali delle persone, del lavoro, di come fermare la mattanza di operai e lavoratori, tutti i partiti si preocupano solo della legge elettorale. La predica della coesione sociale, del "siamo tutti nella stessa barca", non fa dimunire gli incidenti mortali sul lavoro.
Per i proletari le condizioni di vita e di lavoro peggiorano costantemente sotto i colpi dei padroni e del governo Monti, mentre i ricchi borghesi diventano sempre più ricchi e insieme alla casta politica rubano a man bassa i nostri soldi restando impunti. Nonostante il ricatto occupazionale accettare di lavorare senza adeguate misure antinfortunistiche, anche se costretti dal bisogno, significa continuare a essere carne da macello che esce da casa al mattino senza sapere se rientrerà a casa la sera.
Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio
Sesto S.Giovanni, 18 ottobre 2012 mail: cip.mi@tiscali.it
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