ILVA

ESPROPRIO E NAZIONALIZZAZIONE SENZA INDENNIZZO!!!

 

I lavoratori ILVA sono di fronte all’ennesimo ricatto: lavoro o salute per Taranto e disoccupazione per gli operai degli impianti collegati, dalla Liguria al Piemonte, al Veneto. Dopo anni di inquinamento - passato in silenzio anche con la complicità dei sindacati confederali, di enormi guadagni (2,8miliardi in 10 anni per il 10° gruppo siderurgico al mondo), di corruzione - i padroni scappano lasciando le casse vuote e risolvono il problema chiudendo, cioè licenziando gran parte di operai senza copertura Cig e mettendone altri in ferie obbligate. A questa gravissima situazione i confederali non danno risposte, i lavoratori protestano e restano isolati - perché manca la solidarietà, un sindacato di classe, il partito comunista, cioè gli strumenti che coordinino e diano uno sbocco alle lotte - mentre la ministra Cancellieri si preoccupa dell’ordine pubblico… Il Governo è proiettato solo a salvare banche, capitali, mercati, Europa, a discapito anche della salute sulla quale sta calando la mannaia (altro che prevenzione!). Nessuna illusione che il Presidente della Repubblica, solerte a lanciare moniti, a dispiacersi delle morti sul lavoro, a piangere, risolva il problema. Così vale per Bersani (concentrato sulle primarie), per Vendola e gli altri politicanti proiettati a discutere una legge elettorale che li mantenga al potere. I lavoratori devono imporre con la lotta la nazionalizzazione! Espropriare quelle strutture produttive che i capitalisti usano solo per i propri profitti e poi se ne liberano dopo aver sfruttato per anni i finanziamenti a fondo perduto dello Stato e gli operai, come nel caso della Fiat.

Da nuova unità

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