LA SPAGNA E CHAVEZ

I dati contenuti in questo breve articolo riguardano la Spagna, ma il ragionamento vale per tutte le società capitalistiche della vecchia Europa.

 

 

La Spagna e Chàvez: la Storia non ci assolverà

Di Pascual Serrano (*): da: eldiario.es; 6.3.213

 

 

I tredici anni di presidenza di Hugo Chàvez in Venezuela e lo sviluppo della rivoluzione bolivariana passeranno alla storia come il più grande fenomeno politico mondiale di cui più cose i mezzi di comunicazione hanno raccontato per – paradossalmente – disinformare sulla realtà.

Cominciamo con gli odiosi paragoni.

 

Mentre in Spagna votavamo governi che hanno portato il 21,1% della popolazione sotto la soglia di povertà e facevano schizzare al 45% la povertà infantile, quell’Hugo Chàvez stigmatizzato sui nostri media riduceva la povertà in Venezuela del 45% secondo i dati della CEPAL, il che significava che cinque milioni di venezuelani smettevano di essere poveri.

 

Il Venezuela ha occupato, per il 4° anno consecutivo, il primo posto regionale riguardo l’appoggio alla democrazia, con un 77% di appoggio popolare dimostrato con una partecipazione elettorale di più dell’80%, il 55% del quale ha votato Chàvez nelle ultime elezioni presidenziali. Nel 1998 la partecipazione era soltanto del 54%.

In Spagna, invece, un 86% ritiene che la situazione politica è brutta o molto brutta e un 93% degli spagnoli è a favore della modifica della Costituzione. Nelle ultime elezioni generali l’astensione, insieme al voto nullo o bianco, ha raggiunto il 30% e Mariano Rajoy è diventato presidente del governo per l’appoggio al suo partito di solo il 22% degli spagnoli.

 

Mentre Hugo Chàvez ha aumentato la spesa sociale del 60% di tutte le entrate nazionali percepite, in Spagna, nel 2010, tale spesa è stata del 25,7% del PIL. Quando la Spagna è diventata il paese con più disuguaglianza sociale dell’eurozona, il Venezuela – tra il 1998 e il 2008 – ha visto una diminuzione del 17,9% di questa disuguaglianza sociale, secondo la CEPAL.

 

Mentre 14 milioni di venezuelani accedono ad alimenti sussidiati dallo Stato e il 61% della popolazione venezuelana ha comprato, quest’anno, alimenti nei punti vendita dello Stato, in Spagna aumenta l’IVA sui cibi dall’8 al 10% e decine di migliaia di cittadini dipendono dalla carità delle mense sociali private per sopravvivere.

 

Nel 2011 il governo venezuelano ha assegnato 146.022 case ai più poveri. In Spagna, secondo il Consiglio Generale del Potere Giudiziario, avvengono 526 sfratti al giorno (Publico, 2.10.2012).

 

Grazie a queste politiche, Hugo Chàvez è stato il leader politico che ha raggiunto l’appoggio più grande nelle urne e nelle strade del suo paese per più di un decennio ma, curiosamente, è quello che ha sofferto in Spagna più editoriali critici, più insulti, più accuse di essere un dittatore, più menzogne e cospirazioni mediatiche per rovesciarlo. Alla fine i media hanno raggiunto il loro scopo: che Hugo Chàvez avesse una cattiva immagine in Spagna.

Secondo il Barometro del Reale Istituto Elcano del dicembre 2010, Chàvez era il leader peggio giudicato dagli spagnoli: ha ricevuto un 1,7 su una scala di 10.

 

Ma non sono gli spagnoli che devono eleggere il presidente venezuelano; sono i venezuelani; e questi non erano ostaggio dei media spagnoli perché potevano ogni giorno valutare la sua politica.

Non è la prima volta che il giudizio di un leader politico è molto differente tra l’esterno e l’interno del suo paese. Mentre i cittadini sovietici maledicevano Michail Gorbaciov, a cui attribuivano la responsabilità del crollo della loro confederazione e la fine degli aiuti statali, l’opinione pubblica internazionale, grazie alla campagna mediatica mondiale, vedeva nell’ultimo presidente sovietico l’uomo che portava la democrazia in Unione Sovietica.

Senza dubbio l’opinione pubblica che possiede più rigore e conoscenza del leader è quella che vive sotto le sue politiche e che non le conosce solo attraverso i mezzi di comunicazione. Quindi possiamo affermare che le vittime del crimine mediatico non sono state né Hugo Chàvez né i venezuelani. Sono stati i cittadini spagnoli, a cui è stata negata la possibilità di conoscere e comprendere ciò che succedeva in Venezuela.

 

Nella storia del Venezuela, in quella di tutta l’America Latina, e nel ricordo di tutti gli uomini e le donne del mondo che hanno cercato la verità tra le tenebre della disinformazione dei grandi media, Hugo Chàvez resterà il leader che ha migliorato come mai nessun altro le condizioni di vita dei venezuelani più sfavoriti, quello che ha spinto in modo ormai irreversibile l’unità latinoamericana e che ha dato animo e speranza all’umanità che un mondo più giusto, fuori dal capitalismo, è possibile.

Per questo i venezuelani continuavano a votarlo e la sua rivoluzione continuerà.

 

Molti spagnoli non avranno saputo niente di tutto questo. Questo è il crimine mediatico da cui la Storia non ci assolverà.

 

 

(traduzione di Daniela Trollio Centro di Iniziativa Proletaria “G.Tagarelli” Via Magenta 88, Sesto S.Giovanni, Milano)

 

 

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