Comunicato delle Commissioni di Base sulla tragedia ferroviaria di Santiago
Renfe-Adif e Fomento dovranno spiegare perché treni ad alta velocità circolano su tracciati di rotaie dell’epoca
franchista.
Sindacato
delle Commissioni di Base
(da:rebelion.org; 26.7.2013)
Davanti alla tragedia dell’incidente ferroviario in
Galizia, la nostra più sincera solidarietà
Noi del Sindacato Cobas vogliamo manifestare le nostre condoglianze a tutti i
familiari dei morti e dei feriti nel tragico incidente ferroviario di Santiago de Compostela, il peggiore degli ultimi quarant’anni.
Le nostre condoglianze ai lavoratori e alle lavoratrici delle ferrovie e la nostra solidarietà ai conduttori del treno sinistrato.
Nel pieno del dramma umano sono degni di essere sottolineati gli innumerevoli segni di solidarietà fatti e il gesto dei vicini, che sono stati i primi ad accorrere per aiutare le vittime.
E’ tempo di dolore, e del desiderio, in primo luogo, che tutti i feriti si
ristabiliscano e di esigere da parte di tutte le istanze politiche e dalla stessa Renfe-Adif che non si risparmino né mezzi né risorse materiali per aiutare, nell’immediato e nel futuro, le
vittime di questo incidente.
E’ sicuramente presto per conoscere le cause che hanno portato a questo tragico incidente, ma per questo non possiamo non manifestare la nostra indignazione quando diversi mezzi di comunicazione, e in maniera sensazionalistica, puntano già al conduttore del treno e al possibile eccesso di velocità quali colpevoli di questo incidente.
Saranno molte le spiegazioni che i responsabili di Renfe-Adif e del Ministero
dello Sviluppo
dovranno dare perché si capisca come mai si mettono in circolazione treni che sviluppano un’alta velocità su linee ferroviarie che ancora combinano i tracciati AVE (Alta Velocità
Spagna, n.d.t.) con tracciati di binari costruiti in epoca franchista.
Perché tracciati preparati per l’alta velocità prevedono curve come quella di A Grandeira, che obbliga a passare in pochi metri da una velocità che sfiora i 200 km/ora agli 80 km/ora.
Perché questa linea dove è accaduto l’incidente non è all’interno del cosiddetto ERTMS
(Sistema Europeo di Gestione del Traffico Ferroviario), un sistema di allarme automatico che impedisce, tra l’altro, che un treno oltrepassi la velocità massima stabilita.
Nel tratto dove è successa la catastrofe funzionava sì un altro sistema
automatico, l’ASFA
(Annuncio di Segnali e Frenatura Automatica), che ferma il treno se il guidatore non rispetto quanto indicano i segnali. Il problema è che l’ASFA riceve informazioni in certi punti (le boe) e
solo s il treno passa per quei punti il sistema controlla che viaggi come stabilito. Perché allora non c’erano boe in quel tratto o perché l’ultima boa per cui è
passato non lo ha segnalato.
Tutte queste domande dovranno trovare una risposta prima di continuare a diffondere in modo infame titoli come quello che il conduttore andava a 190 km/ora.
Quando si scialacquano somme astronomiche in progetti irrazionali come l’AVE, è deplorevole che si lesinino mezzi e risorse per la sicurezza che esistono e che eviterebbero che qualsiasi errore umano avesse conseguenze drammatiche.
Bisognerà seguire con la massima attenzione lo sviluppo dei fatti perché
nessuno, dall’alto, cerchi ora di eludere le responsabilità, caricandole sul conduttore, come disgraziatamente
hanno preteso nell’incidente del Metro di Valencia.
Adesso la cosa urgente è augurare la pronta guarigione ai feriti e che ai familiari delle vittime non manchi alcun tipo di appoggio.
Una volta di più, la nostra più sincera solidarietà a tutti/e loro.
traduzione di Daniela Trollio Centro di Iniziativa Proletaria “G. Tagarelli” Via Magenta 88 Sesto San Giovanni )
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