Aggressione alla Siria
La frode, 12 obiettivi e 8 conseguenze
di Nazanìn Armanian (*)
Ah, vergogna! E il tuo rossore? (Amleto, atto III)
I dirigenti degli stessi paesi che hanno ucciso centinaia di migliaia di innocenti con le loro bombe al napalm,
il fosforo bianco, i proiettili all’uranio impoverito, le sostanze chimiche sconosciuto che hanno causato la Sindrome del Golfo, ora spargono lacrime di coccodrillo
per la morte di 350 siriani, vittime – a quanto sembra – di armi chimiche, come se la morte di 100.000 persone per armi convenzionali e la fuga di cinque milioni di anime dalle loro case non
fossero motivi per commuoversi.
Guerra di falsa bandiera? E’ possibile che i ribelli abbiano utilizzato quelle sostanze contro la propria gente e buttato la colpa su Damasco? Il regime di Barak Obama, prima di una inchiesta seria, ha accusato il governo di Bashar Al Assad, nonostante che gli stessi insorti abbiano riconosciuto il loro crimine con la giornalista dell’Associated Press Dale Gavlak: avevano ricevuto queste sostanze dall’Arabia Saudita e si era trattato di un incidente nel “maneggiarle”, dicono. Il Governo iraniano ha rivelato che nove mesi fa avvisò Washington del fatto che gli insorti possedevano le suddette armi.
D’altra parte, Carla del Ponte, membro della Commissione di Inchiesta dell’ONU sull’uso delle armi chimiche in Siria, fece sapere il 6 maggio che questi delinquenti avevano usato gas sarin nel conflitto. In dicembre oppositori siriani erano stati arrestati in Turchia per il possesso di 2 chili di gas sarin. Come li avevano ottenuti? Anche così, l’ONU non ha fatto niente e gli USA e i suoi alleati, invece di smarcarsi da questi criminali, hanno aumentato gli aiuti economici e militari che forniscono loro dal 2011.
Obama aveva emesso il verdetto prima di raccogliere le prove: la decisione, già presa, richiede solo una bella scusa.
La prova del “casus belli”
Un video nebuloso diffuso dagli oppositori, senza neanche prove sulla “catena di custodia” del video stesso. Sorprende vedere i corpi dei bambini a terra senza le loro madri, e la mancanza della celebrazione di funerali pubblici – così importanti nella cultura musulmana; la scarsezza di immagini di quella che dovrebbe essere stata una carneficina, nonostante l’abbondanza di telecamere, in confronto alla quantità di foto e registrazioni esistenti della mattanza dei kurdi a Halabche 30 anni fa e sotto la dittatura di Saddam Hussein.
Sono passati 10 anni da quando Colin Powell, armato di foto e grafici, apparve nella sede dell’ONU reggendo – senza guanti! –una bottiglia con una polvere bianca, giurando che si trattava di antrace inviato dal rais iracheno. Nicholas Kristof, del New York Times, scrisse che “l’FBI sa da tre mesi che l’autore degli attacchi con l’antrace è un nordamericano”.
Powell e Bush accusarono falsamente il presidente iracheno di essere coinvolto negli attentati dell’ 11 settembre, di collaborare con Al Qaeda, di comprare uranio in Niger, di uccidere neonati kuwaitiani nelle loro incubatrici … Oggi i loro eredi, John Kerry e Obama, presentano prove “innegabili” che le armi di distruzione di massa sono state usate da Assad.
Perchè no un cessate il fuoco e un’inchiesta esaustiva?
Jean Daniel, direttore della rivista Le Nouvel Observateur, ricorda che il 31 agosto 1995 il primo ministro francese Edouard Balladur gli confessò che l’attentato perpetrato nel Markale di Sarajevo, con un centinaio di vittime, fu opera di musulmani bosniaci e non dei serbi. Si voleva così forzare l’intervento della NATO, proprio quando Milosevic aveva accettato quasi tutte le richieste dell’Occidente, mettendo nei pasticci Bill Clinton, che progettava di distruggere l’ultimo stato socialista in Europa.
Non è tempo di elezioni e uno sconfitto Obama mette mano alla guerra
“preventiva”, illegale, contraria alla Carta dell’ONU, perché smettano di criticarlo di essere “debole e
isolazionista”.
Cui bono?
Assad non sembra né tanto suicida né tanto pazzo da attraversare la “linea rossa”, uccidendo un centinaio di persone e provocando una guerra con gli USA, proprio quando gode di un notevole vantaggio sui ribelli. L’attacco USA radicalizzerà i settori moderati del suo Governo, che fino ad oggi non ha neppure risposto a quattro bombardamenti di Israele (negli ultimi sei mesi) sul loro territorio; e neppure dissuaderà i futuri usi di queste armi da parte di entrambi gli schieramenti. Di più: ora che il capo della Casa Bianca afferma di non avere l’intenzione di rovesciare Assad, gli insorti possono tornare ad impiegare quelle armi per mostrare la necessità di farla finita con il presidente attraverso una guerra devastatrice.
Mantenere Assad al potere è la stessa strategia del “caos controllato” dei Bush con Saddam Hussein: lo trasformarono in un “babau” dal 1991 al 2003: militarizzarono il Golfo Persico mentre trasformavano uno Stato che aveva una spina dorsale in uno “fallito” e continuarono ad occupare lo spazio post-sovietico con la falsa bandiera della “lotta al terrorismo”.
Decine di migliaia di mercenari (sottoproletari e veterani gangsters) reclutati dallo sceicco Bandar, il principe saudita, aspettano dentro e fuori del paese che Obama schiacci il grilletto, per fare un bagno di sangue. Solo dalla Giordania 25.000 individui sono stati inquadrati dallo sceicco nell’organizzazione Seguaci dell’Islam.
Non si sa ancora in che modo un attacco militare possa ridurre il pericolo dell’uso di quelle armi. I missili cruise e le bombe di ogni tipo sono meno orrendi delle armi chimiche? Almeno, per queste esistono maschere e rifugi, che non ci sono per le bombe bunker-buster – usate in Afganistan – che penetrano fino al cuore della terra.
I 12 veri propositi dell’attacco
L’operazione castigo ad Assad ha dietro altri obiettivi:
1. Dominare l’Eurasia. Con più o meno fortuna, gli USA hanno tentato di prendere il controllo del vicino Oriente, dell’Asia centrale, dell’Europa centrale e del nord Africa, attraverso le guerre contro l’Iraq, l’Afganistan, la Yugoslavia e la Libia. Ora, seguendo i consigli dello stratega britannico Sir Mackinder sull’importanza di questa regione – che egli chiamò Heartland, o Cuore del Mondo – cercano di fermare l’avanzata della Cina e della Russia. La Siria è il paese che unisce i due continenti.
2. Controllare la totalità del levante mediterraneo – che è stato uno dei motivi per rovesciare Gheddafi.
3. Impedire la costruzione del mega-gasdotto Iran/Iraq/Siria ( la cosiddetta “tubatura
sciita”), che conta su investimenti russo/iraniani e avrebbe trasportato il gas in Europa ora che è fallito il progetto dell’altro gasdotto.
Questo condotto avrebbe
danneggiato la Turchia, che non sarebbe più stata la rotta di transito degli idrocarburi e l’Arabia Saudita, che ha investito nell’Arab Gas Pipeline, condotto che avrebbe attraversato Egitto,
Giordania, Siria, Libano e Israele.
E’ così fondamentale per Riad impadronirsi della Siria che, secondo il giornale libanese As-safir, lo sceicco Bandar, nel suo incontro con Putin, avrebbe insinuato che, se egli avesse ritirato il suo appoggio ad Assad, gli avrebbe garantito la sicurezza dei Giochi Olimpici Invernali a Soci (Russia) del 2014, calmando i ceceni. In arabo e in russo, questo suona come ricatto!
Inoltre gli sceicchi sono molto preoccupati dell’avvicinamento dei “giganti
petroliferi” Russia e Venezuela. Una è la maggior produttrice ed esportatrice di petrolio del mondo e l’altra è la prima riserva, provata, di petrolio del mondo. Il potere dell’Organizzazione dei
Paesi Produttori di Petrolio (OPEC), che inonda il mercato di petrolio, oltretutto a basso
prezzo, è in pericolo.
Non sottovalutate l’Arabia. Le principali istituzioni finanziarie dipendono dai suoi petrodollari.
4. Umiliare la Russia nella sua zona di influenza e mostrare al mondo la sua incapacità di
influire sugli avvenimenti internazionali, in questo che è il primo scontro tra le due potenze dopo la Guerra Fredda. Sergei Lavrov ha detto che il suo paese non si scontrerà in Siria con gli
USA, nonostante che le compagnie russe abbiano investito circa 20.000 milioni in questo paese e circa 100.000 russi vivano là. Una cosa è accogliere Snowden e l’altra è farsi coinvolgere in una
guerra. Mosca cercherà di recuperare la sua influenza, dopo aver perso la Siria, in un altro posto, come l’Iran.
5. Distruggere l’esercito siriano per i suoi legami con la Russia. Gli USA hanno fatto lo stesso con le forze armate dell’Iraq e della Libia. Così riducono l’influenza degli slavi sul pianeta.
6. Trionfare sul terreno bellico e controllare militarmente il mondo per compensare il fallimento nell’economia.
A grandi crisi economiche, grandi guerre. Il capitalismo venderà più armi, avrà nuovi mercati e creerà opportunità per le compagnie di costruzione abili a ricostruire quanto distrutto. E’ un altro assalto alle conquiste dei lavoratori di mezzo mondo, che pagheranno con la loro vita o con le loro tasse l’avventura di quattro cowboys. L’aumento del prezzo del petrolio, che colpirà tutti i prodotti, danneggerà anche l’economia cinese.
7. Annullare ancor più l’ONU e buttar via quanto resta dei sistemi legali che facevano da freno alle pretese guerrafondaie.
8. Mettere all’angolo l’Iran. L’Agenzia Atomica dell’ONU ha appena informato dell’installazione di 1.000 nuove centrifughe nelle centrali nucleari di quel paese. La Cina e la Russia credono che l’obiettivo dell’assalto alla Siria sia l’Iran. Teheran, molto prudente, soppesa quanto succede e slega la sua sorte da quella dell’alleato. Lo aiuterà attraverso Hezbollah e la Yihad islamica. La sua linea rossa è l’occupazione della Siria. Per la felicità di Tel Aviv e di Riad, questo attacco complica i suoi incontri appena iniziati con gli USA.
9. Dare l’immagine di continuare ad essere la potenza egemone mondiale, attraverso lo “schema Ponti”, nome di un truffatore italiano che raccoglieva grandi somme di denaro e, senza farne niente, pagava interessi agli investitori con il loro stesso denaro e quello di nuove vittime. Diceva Madeleine Albright che l’esistenza stessa della più grande macchina militare della storia esige che si faccia uso di essa. Missione trasformata in obiettivo quando, in realtà, gli USA non hanno alcun interesse sostanziale in questo conflitto. Ma nessuno sottovaluti il ruolo della stupidità nella storia.
10. Far pendere la bilancia del conflitto siriano a favore dei ribelli e conseguire vantaggi per il tavolo delle trattative. En passant, e come una guerra dentro la guerra che c’è, gli wahabiti sauditi mettono da parte la Fratellanza Musulmana (appoggiata dalla Turchia e dal Qatar) e anche gli adepti al-qaedisti del Fronte Jabhat al –Nusra. Il che spezzetta ancor più l’opposizione e screpola l’alleanza tra Usa e Qatar, una delle sedi del Pentagono.
11. La Francia, dopo la buona esperienza della riconquista della Libia, sogna di restaurare il suo dominio su un’altra delle sue ex colonie.
12. Israele indebolisce l’alleato dell’Iran, di Hamas e di Hezbollah, e si ritrova con le risorse idriche siriane delle Alture del Golan, e può trattare con la parte corrispondente alla Siria nel campo del gas scoperto nel Mediterraneo.
Nella sua prima sfida del secondo mandato, Obama terrorizza il mondo … per gli interessi di Arabia Saudita e Israele.
Nessuno di questi obiettivi ha a che vedere con i diritti umani dei siriani.
Le 8 conseguenze
L’aggressione militare degli USA e dei loro soci ….:
1. Provocherà la rappresaglia della Siria contro Israele, Giordania, Turchia e le truppe della
NATO in Iraq e nel Libano. Questo non è il piccolo Kossovo.
Inoltre qui ci sono armi chimiche, terroristi cannibali, il germe di un sanguinoso conflitto settario e … un Putin che non farà lo Yeltsin.
2. Indebolirà gli stessi alleati di Washington, come la Giordania e la Turchia.
3. Cambierà l’equilibrio delle forze in Siria senza risolvere il conflitto; acutizzerà la tensione etnico-religiosa del paese, anche dopo Assad.
4. Rafforzerà il salaafismo e il wahabismo in tutto il mondo, a danno delle forze progressiste.
5. Danneggerà le relazioni dell’Occidente con Russia e Cina e cambierà il clima politico internazionale.
6. La Russia potrà aumentare i costi di questa aggressione interrompendo le forniture della
NATO alle sue truppe in Afganistan, attraverso la Rete di Distribuzione del Nord (Russia-Kazakistan,Afganistan), la stessa cosa che fa il Pakistan dalla rotta del Sud. O potrà ignorare le
sanzioni imposte all’Iran e stringere i suoi legami con il paese. Hassan Rowhani
si riunirà con Putin e con il presidente della Cina, Xi Jinping, in Kirghizistan il
prossimo mese.
7. Spingerà i paesi della regione ad una sfrenata corsa agli armamenti.
8. Stabilirà un altro precedente sul come prendersi gioco della sovranità nazionale dei paesi piccoli da parte delle potenze armate fino ai denti.
Nella cornice neo-imperiale attuale, le pretese degli USA sono sogni di pazzi
realizzati da
un ubriaco.
(*)Scrittrice e ricercatrice di origine iraniana, vive a Barcellona; da: publico.es; 2.9.2013
(traduzione di Daniela TrollioCentro di Iniziativa Proletaria “G.Tagarelli” Via Magenta88, Sesto S.Giovanni)
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