Su la testa!
Chiusura delle fabbriche, un continuo stillicidio. C’è un modo per far valere i propri interessi di classe
De Tomaso: sono arrivate le
lettere di licenziamento per gli oltre 1100 operai. Dopo avere preso i finanziamenti dello Stato per il rilancio – si parla di 3 miliardi -, dopo aver giustificato 7,7 milioni di euro per i corsi di formazione di 1.036 lavoratori mai
partiti e milioni stanziati dal Governo per la Cig, i Rossignolo chiudono i cancelli di Grugliasco e Livorno. È l’ennesima fabbrica che dismette, l’ennesima anche per la
Toscana.Una
vicenda paradossale, una truffa ed una beffa che si trascina da ben sette anni, fatta passare all’epoca come fiore all’occhiello del processo di industrializzazione dal sindaco di Livorno,
Cosimi. Nel silenzio dei sindacati e - bisogna dirlo – nell’accettazione dei lavoratori che non si capisce cosa si aspettassero dopo tutto questo tempo senza soluzioni produttive. E quando la
lotta inizia, come in molto casi, è… troppo tardi!
È evidente che siamo in un periodo
difficile su tutti i livelli. Anni di accordi di favori ai governi e ai capitalisti hanno prodotto la rinuncia all’esercizio della forza della classe lavoratrice che in cambio ha avuto solo il
peggioramento delle proprie condizioni di lavoro e, quindi, di vita, che subisce lo sfruttamento, l’attacco ai diritti sindacali e di organizzazione (ultimo in ordine di data l’accordo sulla
rappresentanza), l’umiliazione per una paga ridicola che, tra l’altro, è la più bassa d’Europa.
L’accordo sulla rappresentanza - che nasconde l’attacco al diritto di sciopero - firmato da Cgil-Cisl-Uil, lo stesso sciopero di 4 ore diversificato per regione e per data, confermano il ruolo
opportunista dei dirigenti sindacali che per dare un contentino ai lavoratori li mobilitano in modo da non danneggiare gli interessi dei capitalisti e del governo che li rappresenta e con i quali
si siedono più volentieri a tavola che ai tavoli!
Siamo di
fronte ad un’offensiva capitalista che richiede una risposta ben diversa da quella imposta dai vertici sindacali che sempre più devono essere smascherati e combattuti. Loro sono
uniti e si appellano ad un’unità che ha come obiettivo la pace sociale con il padronato (in piena sintonia con il Vaticano) per fare accettare il pagamento della crisi alla classe
lavoratrice e alle masse popolari. Non è di questa unità che hanno bisogno i lavoratori, ma di una vera unità di classe in contrapposizione ad un padronato - che è sempre più alla
ricerca del massimo profitto -, ai monopoli e alle regole strangolanti dell’Unione europea. Editoriale di nuova unità - rivista di politica e cultura comunista |
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