Tra cannibali
di Eduardo Montes de Oca; da: rebelion.org; 5.2.2014
Se, come certifica la banca Credit Suisse, la ricchezza mondiale è aumentata del 68% negli ultimi dieci anni, una media di 51 mila 600 dollari per adulto; se, secondo quanto dice e ripete la FAO, la produzione di alimenti di oggi potrebbe nutrire 12 mila milioni di esseri in un pianeta abitato da sette mila milioni … perché diavolo circa 3,1 milioni di bambini muoiono di fame ogni anno e una su otto persone non riceve cibo sufficiente?
Perché?
Ah, perché più di 1.300 milioni vivono con meno di un dollaro al giorno – in paesi in cui l’inesistenza di servizi gratuiti rende più pesante questa cifra – e quasi 3.000 milioni con meno di due dollari, mentre i 100 più grandi multimilionari possiedono una fortuna di 2,1 bilioni di dollari – 200 mila milioni in più rispetto al 2012 – equivalente al 2,9 per cento del PIL universale.
Alla fine, perché lo stadio dichiarato al top, il non plus ultra della storia del pensiero postmoderno, che ha orrore del marxismo in quanto totalitario perché cerca delle essenze dove dicono che non ce ne sono – ogni soggetto avrebbe la sua verità, pragmatica e relativa – il capitalismo, funziona solo per “soddisfare la voracità di una minoranza”, verità che non perché viene ripetuta è comunque meno degna di essere ascoltata in pubblico.
Non per niente, nel riferirsi tacitamente all’imposizione di dazi doganali - il controllo delle coltivazioni degli altri, la speculazione –Jean Ziegler, ex relatore delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e successivamente membro del Comitato Consultivo per i Diritti Umani dell’ONU, sostiene che attualmente opera una rete di crimine organizzato responsabile di provocare inedia e assassinii di massa.
“Viviamo un ordine cannibale nel mondo. Il mercato alimentare è controllato da una decina di società multinazionali immensamente potenti, che controllano l’85% mais, del riso, dell’olio. Questi padroni del mondo decidono chi morirà e chi vivrà, fissano i prezzi” accusa il nostro uomo.
E condividiamo anche l’affermazione, che a lui si riferisce su eldiario.es, di Olga Rodrìguez: attraverso meccanismi coloniali, dell’imposizione del pagamento del debito estero, le grandi potenze e organismi internazionali come il FMI impongono a paesi terzi politiche e misure economiche sfavorevoli alle popolazioni locali e favorevoli alle multinazionali che cercano nuovi mercati in cui inserirsi e imporre i loro prodotti, a costo di mettere alle strette le coltivazioni autoctone e le industrie locali.
Multinazionali di proprietà di una élite striminzita, aggettivo più che giusto perché, nelle parole chiarificatrici apparse sul sito RT.com, “potrebbe stare nel vagone di un treno”.
Niente meno che 85 uomini accumulano tanta ricchezza quanto la metà della popolazione del pianeta. E questo grazie alle manipolazioni delle regole politiche a discapito del resto dei viventi – molti dei quali, mal/viventi o sotto/viventi, forse meglio quasi morti – secondo un rapporto dell’Oxfam, organizzazione internazionale per cui il grado di disuguaglianza minaccia “il progresso umano” e approfondisce le tensioni.
Qualcosa di così evidente che un ente per nulla sospetto di essere radicale si sforza di scolpirlo nelle coscienze delle élites stesse, per vedere se, capperi!, si vergognano un po’, perché questo - che è il migliore degli universi possibile - non se ne vada a gambe all’aria.
Secondo Silvana Melo, in APE, l’Oxfam teme “la piaga” di cercare di costruire un mondo egualitario. Per questo spande acqua benedetta proclamando – la toppa prima dello strappo – che “un certo grado di disuguaglianza economica è fondamentale per stimolare il progresso e la crescita, e ricompensare così le persone con talento, che si sono sforzate di sviluppare le loro abilità e che hanno l’ambizione necessaria per innovare e assumere rischi imprenditoriali”.
Ma, per quanto si rivoltolino in una rete di ambiguità, i capetti, gli araldi e i critici light del sistema – questi ultimi con una leggera puzza di socialdemocratici che erano – dovranno convenire con la citata ONG, come terapia lenitiva, che quasi la metà del patrimonio è in mano del solo 1 per cento dell’umanità: sette su dieci “terricoli” vivono in paesi dove l’ingiustizia economica è aumentata negli ultimi 30 anni; 842 milioni soffrono di fame cronica nonostante che nel 2013 il raccolto di cereali abbia raggiunto i 2 mila 550 milioni di tonnellate (8,4 per cento in più del 2012 e 6 per cento in più del 2011); uno di ogni otto se ne va in giro con lo stomaco vuoto; il 30 per cento consuma il 60 per cento della produzione, ed ogni anno si trasformano in festini per i roditori e altri animali simili i circa 1.300 milioni di tonnellate di cibo in buono stato….
Che cosa e chi è colpevole? Abbondano le ragioni per segnalare i cannibali.
(traduzione di Daniela Trollio Centro di Iniziativa Proletaria “G.Tagarelli” Via Magenta 88, Sesto S. Giovanni)
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