Crimea
di Alejandro Teitelbaum (*)
Le potenze occidentali, capeggiate dagli Stati Uniti, protestano e minacciano la Russia per la presenza delle sue truppe in Crimea, che i mezzi di comunicazione chiamano indistintamente provincia di Crimea o direttamente Ucraina.
Il parlamento russo ha approvato una risoluzione che autorizza l’impiego delle truppe per proteggere i propri connazionali.
Obama aggiunge che la presenza di truppe russe in Crimea “viola il diritto internazionale”.
Il morto si spaventa dell’impiccato. Quante volte Stati Uniti, Francia, gran Bretagna e altri paesi hanno invaso paesi stranieri? Soprattutto Stati Uniti e Francia, a volte col pretesto di proteggere i propri connazionali.
Ma vediamo i fatti e un poco di storia.
La Crimea non è una provincia ma una Repubblica Autonoma all’interno dell’Ucraina. Attualmente la sua popolazione è composta per il 60% di russi, il 24% di ucraini, il 10% di tartari, l’1,4% di bielorussi e di altre minoranze che non raggiungono l’1 per cento.
La Crimea fece parte dell’impero russo dal 1783. Quando arriva la rivoluzione russa nel 1917, scoppia la guerra civile e inizia l’intervento militare straniero contro la Rivoluzione, che dura fino al 1922. Parte di questo intervento fu lo sbarco in Crimea di truppe inglesi, francesi, statunitensi e turche, che alla fine furono sconfitte dall’Esercito Rosso.
Allora la Crimea si integrò nell’Unione Sovietica e nel 1957, all’interno dell’URSS, passò a far parte dell’Ucraina.
Dopo l’implosione dell’URSS, nel 1992, la Crimea acquisì lo status di Repubblica Autonoma all’interno dell’ Ucraina e la Russia, che ha un’importante flotta da guerra nella base di Sebastopoli, concluse un accordo con l’Ucraina per mantenere la base, con il diritto a stazionare nella regione 25.000 soldati, un centinaio di carri armati e alcuni aerei. L’accordo è vigente fino all’anno 2042.
Così la presenza di soldati russi in Crimea non viola il diritto internazionale, come dice Obama, sempre così rispettoso del diritto internazionale e noto pacifista, secondo il Comitato Nobel.
L’inquietudine e il rifiuto dei russi di Crimea delle nuove autorità di Kiev sono del tutto giustificati, dato che scaturiscono da un colpo di Stato – grossolanamente propugnato dalle potenze occidentali – dove il ruolo di protagonisti principali l’hanno avuto il partito di destra Svoboda e i neonazisti, perfettamente armati e organizzati (vedi Tea Party And The Right AlterNet / By Max Blumenthal Is the U.S. Backing Neo-Nazis in Ukraine? Exposing troubling ties in the U.S. to overt Nazi and fascist protesters in Ukraine.February 24, 2014 http://www.alternet.org/tea-party-and-right/us-backing-neo-nazis-ukraine).
Una prova della sfiducia degli abitanti di Crimea nel partito Svoboda sta nel fatto che, nelle elezioni parlamentari del 2010, questo partito ha ottenuto nella Repubblica Autonoma lo 0,19 per cento dei voti (1361 votanti).
Le potenze occidentali hanno acceso il fuoco spingendo il colpo di Stato per staccare l’Ucraina dall’influenza russa e sottometterla ai diktat della Troika (FMI, Unione Europea e Banca Centrale), come nel caso della Grecia e di altri paesi dell’Europa Occidentale.
Una soluzione pacifica del conflitto sarebbe l’applicazione dell’accordo a cui erano arrivate le parti un giorno prima del colpo di Stato. Il che non esclude che il popolo di Crimea decida di esercitare pienamente il suo diritto inalienabile all’autodeterminazione.
(*) Avvocato, rappresentante dell’Associazione
Americana dei Giuristi alle Nazioni Unite; da:rebelion.org; 3.3.2014.
(traduzione di Daniela Trollio Centro di Iniziativa Proletaria “G. Tagarelli” Via Magenta 88, Sesto S.Giovanni)
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