Le non elezioni
di Ramòn Reig (*);
Questa domenica in Europa più che elezioni hanno avuto luogo delle non elezioni.
Gli europei, in maggioranza, hanno deciso di restarsene a casa invece che andare alle urne. Le elezioni, quindi, saranno legali ma non legittime, se teniamo conto della terza accezione della definizione del concetto: “sicuro, genuino e vero in qualsiasi riga”. Le lezioni non sono state realmente sicure perché il demos (il popolo) – che è quanto dà significato ai comizi – ha deciso in maggioranza di non votare: da qui si deduce che, secondo logica, non sono valide anche se sono legali.
Chi rappresentano gli eletti? Che appoggio popolare hanno le loro decisioni future ?
Inoltre sono state le elezioni dell’incazzatura, del voto fascista e del voto alla sinistra in Grecia; quando i greci sanno che non c’è pericolo che gli portino via le loro miserie allora votano per la sinistra, invece di averlo fatto quando c’erano le elezioni nel loro paese; allora riapparve il fantasma comunista e preferirono di nuovo il male conosciuto ad un buono sconosciuto e che con il loro voto si unissero le due destre, la neoliberista e la socialdemocratica.
Succedeva qualcosa del genere nell’Italia di altri decenni. Allora, nelle elezioni che la gente giudicava meno importanti, si votava in maggioranza i comunisti ma poi, se le elezioni erano di maggior peso, era la Democrazia Cristiana ad essere eletta ma poi - non raggiungendo la maggioranza assoluta - faceva patti con i socialisti, coi pittoreschi radicali, con chiunque, perché il comunismo non arrivasse al potere; gli Stati Uniti lo proibivano.
I mezzi di comunicazione e le correnti cosiddette progressiste avvertono del pericolo del voto a favore dei partiti xenofobi, razzisti, machisti.
Elena Valenciano, in Spagna pretendeva che le dessero il voto solo perché non lo avesse il “machista” Arias Canete, un bell’argomento da parti basse senza dubbio, ma ancora non ho sentito cosa né il suo partito né la sua corrente socialdemocratica farebbero con precisione per farla finita con il mercato selvaggio, cioè: misura uno, questa; misura due, quest’altra; misura tre…. che non siano le tiritere di sempre, gli atteggiamenti tipici del socialismo traditore della sua classe, che quando è all’opposizione sembra sia amico di Lenin e quando governa va a letto con Milton Friedman.
Perché la domanda è questa: potete dirmi qualcosa che farete che già non abbia fatto la destra classica, o qualche difetto o azione di questa destra che non abbiate avuto e fatto voi quando eravate al potere?
La gente non è andata a votare perché non ha illusioni né speranza, due stimoli imprescindibili che non sono affare di chi comanda ma di chi dice che un altro mondo è possibile.
Quindi continuo a sostenere che, visto che queste speranze e queste illusioni non esistono, i colpevoli immediati della gravissima situazione socio-economica in cui si trova l’Europa sono coloro che affermano che un altro mondo è possibile ma poi non sanno, né vogliono, unirsi per spiegare in cosa consiste quel mondo – a partire da ciò che esiste e non da fantasie – ma preferiscono patteggiare o convivere con coloro che hanno creato i problemi basati sugli egoismi e su avidità senza limite (chi metterà il limite?) e continuare a vivere della mammella pubblica in forma di casta che ha prostituito la politica quale strumento di comprensione tra gli esseri umani.
Allora è arrivato il voto incazzato della gente e l’astensione.
Invece di accusare di xenofobia ecc. i partiti fascisti, bisogna capire perché esiste la xenofobia e gente che la appoggia. Invece di lamentarsi dell’astensione bisogna chiedersi a cosa si deve. Invece di lamentarsi e buttare sempre la colpa di tutto addosso al neoliberismo bisogna sapere perché è riuscito a scalare gradini fino ad arrivare al più alto, perché da quando il comunismo è affondato nessuno spaventa più quella gente nella cui menti non esiste altro che un registratore di cassa e un fucile.
Hey, hey, partiti, tende, chioschi, baracchini e altre sciocchezze “progressiste”. Hey, tutti voi, quelli che chiamano se stessi di sinistra: diteci una buona volta dove andate e cosa volete o rimanete a casa vostra con le vostre belle lingue, non scocciate più perché abbiamo fretta e non possiamo appoggiare i vostri valzer per altro tempo.
Se non sapete dove andare, permettete almeno che ci muriamo nelle nostre case, ma non chiedeteci il voto per poi continuare con l’eterno dibattito e l’eterna critica, che distrugge tutto e non costruisce niente.
(*) Professore di Struttura dell’Informazione giornalistica all’Università di Siviglia; giornalista; da: rebelion.org; 26.5.2014
(traduzione di Daniela TrollioCentro di Iniziativa Proletaria “G.Tagarelli”Via Magenta 88, Sesto S.Giovanni)
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