RENZI E LE ARMI DI DISTRAZIONE DI MASSA
Michele Michelino (*)
Se nell'antica Roma gli imperatori usavano i gladiatori e i giochi al Colosseo come momento per distogliere il popolo dai suoi problemi, giochi dove il tifo e la partecipazione del pubblico, come accade oggi per le partite di calcio, era numerosa e talora, come accadde nel 59 a.C. a Pompei, si scontravano le contrapposte tifoserie, per buona pace del potere, oggi succede lo stesso con altri mezzi.
Passano gli anni, le epoche storiche e i modi di produzione, ma la classe degli sfruttatori continua con la politica di sempre e le armi di distrazione di massa servono sempre a distogliere l'attenzione dai problemi reali e materiali dei proletari.
Il Ddl Cirinnà è un esempio di come, sollevando un gran polverone su alcuni sacrosanti diritti civili si cerca di nascondere il peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro dei proletari per coprire nuovi attacchi antipopolari. Infatti, mentre il governo continua l'attacco ai salari e ai diritti dei lavoratori, le “unione civili” da settimane riempiono le prime pagine dei giornali, le tv ci mostrano giornalmente le immagini della bagarre parlamentare sul Ddl Cirinnà che dovrebbe regolare tali unioni, una legge civile che ormai in Europa hanno tutti, meno l'Italia e la Grecia.
La borghesia, grazie al potere economico e politico, da sempre gode di diritti civili negati al proletari. Le istituzioni borghesi ormai sono comitati d'affari che difendono i loro interessi e l'uguaglianza sancita dalla costituzione che nell’art. 3 che afferma “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali” vale solo per loro.
In una società divisa in classi le classi sottomesse hanno una condizione astratta di uguaglianza giuridica, e una situazione concreta, di fatto, di disuguaglianza sociale ed economica.
Anche se la Costituzione afferma che l’operaio e il padrone sono uguali e hanno stessi diritti, la condizione di completa subordinazione economica sancita dall’ordinamento giuridico borghese fa sì che la “libertà” e la “uguaglianza” dei cittadini sia solo formale, essendo l’ordinamento giuridico capitalista fondato sulla proprietà privata dei mezzi di produzione. In realtà il proletario “libero” nel sistema economico borghese è semplicemente “libero di essere schiavo”.
In un parlamento dove le varie forze politiche borghesi si scontrano da settimane sui diritti civili avviene che nella Commissione Lavoro alla Camera si discuta il disegno di legge delega che, tra le altre cose, trasformerebbe la pensione di reversibilità da prestazione previdenziale a prestazione sociale, agganciando al nuovo ISEE la possibilità di usufruire di tutte le prestazioni assistenziali.
Non è un caso che, mentre si dice di voler affermare il diritto del convivente a sostenere nelle cure mediche il proprio partner, contemporaneamente si continua a tagliare la sanità pubblica, e si prevede di tagliare la pensione di reversibilità a chi il coniuge l’ha già perso.
Per i lavoratori la situazione peggiora sempre più. Nel 2015 c'è stata una crescita del 16%, degli infortuni mortali sul lavoro (1.172) con un aumento del 16,15% rispetto ai 1.009 di gennaio-dicembre 2014. Anche per quanto riguarda le malattie professionali, nel periodo gennaio-dicembre 2015 si sono registrate 58.998 denunce delle stesse, con un aumento del 2,6% rispetto al periodo gennaio-dicembre 2014 (57.485). Ma davanti alla strage operaia, il crimine contro l'umanità che ogni anno si compie sul lavoro in nome del profitto il governo rimane muto.
Noi operai e lavoratori che abbiamo subito sulla nostra pelle lo sfruttamento e le discriminazioni in fabbrica e nella società, difendiamo i diritti democratici di tutti a partire da quelli delle minoranze sociali. Siamo favorevoli alle unioni civili, alle unioni matrimoniali, alle libere unioni fra persone di sesso diverso, o dello stesso sesso, basate sul reciproco amore e rispetto, ma non ci uniamo al coro dei tifosi e non ci facciamo distogliere dai nostri obiettivi di giustizia.
In ogni caso non deleghiamo a nessuno la difesa dei nostri interessi, noi vogliamo essere partecipi e protagonisti, non tifosi che delegano ad altri (ancor peggio se borghesi) e non ci facciamo distogliere dai problemi contro cui ogni giorno lottiamo.
(*) Centro di Iniziativa Proletaria “G. Tagarelli
Sesto San Giovanni (Mi) , 19 febbraio 2016
e-mail: cip.mi@tiscali.it web: ciptagarelli.jimdo.com
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