Perché i cortei per Macerata?
Anche a Milano tanti cittadini del IX municipio (ex zona 9) hanno partecipato alla manifestazione antirazzista e antifascista nel lungo corteo che si è svolto sabato 10 febbraio per le vie della città .
I fatti sono noti: un nazista dichiarato, ex candidato della Lega, a Macerata il 3 febbraio ha sparato a 6 persone, 6 africani. Saluto romano, avvolto nella bandiera italiana, all’arresto ha gridato “Viva l’Italia”.
I nazifascisti di Forza Nuova si sono subito mobilitati a difendere l’autore della sparatoria esponendo
uno striscione in cui c’era scritto: “Pieno sostegno a Luca Traini”.
In molti, sia a destra che a sinistra, dopo aver “deprecato” l’accaduto, hanno comunque ripetuto che “l’immigrazione è un problema”, ma è proprio vero?
E’ arrivato il momento di fare chiarezza su alcuni slogan che sentiamo ripetere sempre più spesso, in televisione, sui mass-media e anche nei bar di Niguarda quando andiamo a prendere un caffè.
“Gli immigrati ci rubano il lavoro”: balle spaziali, il lavoro ce l’hanno rubato i nostri padroni
“italianissimi” che, tra i primi al mondo, per massimizzare i loro profitti hanno delocalizzato la produzione, chiudendo le fabbriche e portandole nei paesi poveri, guadagnandoci così due volte.
Paghe da fame all’estero e in Italia e cancellazione di ogni diritto conquistato dai lavoratori nel nostro paese, col ricatto del licenziamento.
Dobbiamo difendere i nostri valori”: ma quali sono questi valori? Prima di tutto il valore assoluto è, da decenni, “il mercato”. In nome del mercato sono stati tagliati sanità, scuola, assistenza e la possibilità di avere un futuro da tutti i giovani, italiani e non, con misure come il Job Act. E quando ci si ribella, com’è avvenuto a Rosarno nel 2010, dove i raccoglitori di arance e pomodori vivono tuttora in condizioni di schiavitù, ecco il solito “folle” che spara e uccide.
Di sfruttamento non muoiono solo gli “immigrati”, perché i padroni non sono razzisti, sfruttano allo stesso modo bianchi e neri. Nel 2015 e nel
2017 due donne italiane, braccianti nelle campagne di Andria e di Taranto, sono morte - letteralmente - di sfinimento.
“Prima di tutto gli italiani”: noi e loro, ma chi sono questi “noi” e questi “loro”? Con chi
condividiamo le nostre condizioni di vita e di lavoro, di precariato, di disoccupazione, di sfruttamento, con i “nostri” padroni italiani o con gli altri lavoratori, di qualsiasi colore e
provenienza siano? Dietro le frasi di politici, padroni che si lanciano contro gli immigrati al grido “Prima gli italiani”, si nasconde l’interresse economico di chi sfrutta in modo sempre più
intensivo sia gli operai italiani che quelli “stranieri”.
Chi sono i nostri veri nemici?
“Viva l’Italia”, ha gridato il nazista: quale Italia, quella degli industriali e dei banchieri, per salvare i quali i soldi ci sono sempre? Quell’Italia che spende 64 milioni di euro al giorno per le forze armate, per partecipare in prima fila alle guerre che portano fame e morte nei paesi da cui gli “immigrati” sono costretti a fuggire e lauti profitti a petrolieri, industrie degli armamenti?
Anche fra “italiani” esistono oppressi e oppressori, sfruttati e sfruttatori.
Infine oggi si dice spesso che “non esistono più destra e sinistra”.
Ma i fatti come quello di Macerata dimostrano che la battaglia contro il fascismo non è cosa del passato: così come alla sua nascita servì agli
agrari emiliani per reprimere le lotte degli operai e dei contadini, anche oggi il fascismo è finanziato e usato contro i lavoratori di qualsiasi colore e nazionalità, dagli sfruttatori che hanno
interesse a dividere i lavoratori e gli esseri umani per mantenere lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo.
Michele Michelino (febbraio)