Si scatena una nuova offensiva mediatica contro la Siria
di JuanLu Gonzàlez (*)
Tutto indica che siamo alle porte di una nuova fase dell’aggressione internazionale contro la Siria.
Ora che la situazione sul terreno fa intraveder la fine della guerra, di nuovo – come ad Aleppo – i battaglioni mediatici dell’occidente si dirigono unanimemente contro la campagna di liberazione di Guta orientale, in prossimità di Damasco, dalle mani dei terroristi.
I convogli delle famose forze Tigre sono già nelle vicinanze della sacca terrorista, dotate di batterie lanciamissili, artiglieria autoguidata, veicoli blindati e carri armati di ultima generazione come il temuto T-90 Armata. Durante gli ultimi giorni sia la Siria che la Russia stanno duramente bombardando le difese yihaidiste per facilitare il successivo lavoro della fanteria.
Con il fronte di Idleb in forte ebollizione, qualsiasi analista sa che, se si libera Guta, la guerra sarebbe praticamente finita e la vittoria apparterrebbe, presto o tardi, al popolo siriano.
I bilioni di dollari investiti da USA, Arabia Saudita o Qatar sarebbero serviti solo ad allungare la lotta e a renderla più distruttiva. Per questo hanno bisogno di fermare la battaglia prima che cominci. Proprio adesso tornano a sfilare dalla manica tregue-trappola come quelle che volevano ad Aleppo, per difendere gli yihaidisti ed i loro istruttori imperiali. Né la Siria né la Russia rifiutano la tregua, ma non vogliono che in essa siano inclusi né i gruppi terroristi né i loro alleati, che sono la maggioranza nella sacca di Guta.
Ma, nonostante il carnevale sia finito, gli yihaidisti stanno tornando ad utilizzare le loro maschere di Caschi Bianchi e cambiando, per qualche ora, i fucili con le videocamere per cercare di vincere, almeno, la guerra di propaganda con l’appoggio dei loro padroni d’Occidente. I numeri delle vittime, sempre perfetti, volano da un giornale all’altro e da un giorno all’altro come se si trattasse di una lotteria per vedere chi è più anti-Assad. 100, 200, 500 ….. chi ne da di più?
Si, di nuovo Assad, l’onnipresente, compare nei titoli di tutto il mondo, La personalizzazione torna di nuovo
ad essere di rabbiosa attualità. E’ il presidente siriano che bombarda, uccide, distrugge e si mangia i bambini siriani. Nessuno ricorda che i civili di Guta, che l’occidente dice di difendere,
sono in realtà ostaggi trattenuti contro la loro volontà dai terroristi che la NATO e i suoi alleati difendono.
E’ incredibile come tutto il mondo giochi ad inventarsi morti senza prove ma, allo stesso tempo, ignori i bambini e gli adulti morti a Damasco per i razzi lanciati contro la popolazione civile proprio da Guta. Persone con nome e cognome, con foto, con funerali. Ma non importa, questo non cambia i titoloni progettati precedentemente nei laboratori di propaganda delle grandi città lontane. I morti non interessano davvero se non servono gli interessi politici.
I vassalli dell’ONU corrono per i corridoi della sede centrale dell’organizzazione agli ordini
dell’establishment, cercando in tutti i modi che la Siria non prevalga su al-Qaeda. Gli stessi che idearono di lasciare Aleppo orientale ad un’amministrazione yihaidista per evitare la
liberazione della città, con un’assurda e folle proposta, agitano adesso le bandiere bianche quando ormai sanno che sì – anche loro – stanno per perdere la guerra.
E non importano neppure i morti civili provocati dai bombardamenti e dall’invasione turca nel nord-est del
paese, nella regione di Afrin. Sono semplicemente invisibili per i media occidentali, con tutto che i kurdi sono stati gli alleati favoriti di USA, Francia e Regno Unito. I loro protettori li
hanno abbandonati appena la situazione è cambiata. Forse perché nel loro distretto non c’è il petrolio, forse per non molestare troppo i turchi. E’ certo che i suoi abitanti hanno chiesto
protezione al governo siriano – che prima rifiutavano – e lo stanno ricevendo a braccia aperte e con le bandiere tricolori tristellate insieme a quelle gialle tipiche kurde.
Tornando a quanto stavamo discutendo, secondo i nostri “liberi” media i turchi bombardano e invadono pian pianino, senza uccidere nessuno, così come le nuvole di missili terroristici – provenienti da Guta - che devastano indiscriminatamente. Non si parla nemmeno degli attacchi della coalizione aggreditrice diretta dagli USA, e questo nonostante che abbiano ucciso migliaia di civili o trasformato in macerie città come Raqqa.
Davanti ad un tale dispiegamento di disinformazione di massa, non c’è da stupirsi che determinati collettivi politici progressisti soccombano alla pressione e cadano nella sua trappola, conferendo credibilità alle informazioni fabbricate da Falsimedia. Quando non è così, ciò che si ottiene con la creazione di uno stato di opinione così parziale ottenuto con un lavoro permanente e congiunto dei principali media mondiali, è che nessuno può affrontare la corrente mediatica senza essere pubblicamente attaccato e accusato quasi di appoggiare governi genocidi.
Così prepariamoci a quanto sta per arrivare nelle prossime settimane o mesi. Come è successo per Aleppo, quanto più vicini siano a sparire i terroristi, più si acuiranno gli attacchi mediatici.
Già circolano informazioni sulla preparazione di falsi attacchi chimici, sia a Idleb che a Guta, per provocare qualche tipo di “attacco umanitario” da parte di USA e Francia. Quando, mesi dopo, arriveranno le smentite sarà ormai tardi, i bombardamenti occidentali avranno compiuto la loro missione.
Questa stessa settimana abbiamo saputo, niente meno che da Newsweek, che i bombardamenti sulla base di Shayriat in risposta ad un presunto attacco chimico, sono stati eseguiti senza alcuna prova che tale attacco fosse stato effettuato dal governo siriano.
Per questo, ora più che mai, è necessario mettere in quarantena qualsiasi informazione che provenga da radio,
periodici e televisioni. La campagna di manipolazione è stata messa in marcia. L’informazione sarà sostituita – ancor di più se necessario – dalla propaganda di guerra. La fattoria della finzione dei Caschi Bianchi fuma in questi giorni per fornire video con cui supportare le notizie false che appariranno in televisione nelle
prossime settimane.
Gli internazionalisti, gli antimperialisti, coloro che sostengono la causa araba devono prepararsi, di nuovo,
ad affrontare quanto si avvicina e a smontare completamente tutte le intossicazioni che presenteranno nei prossimi giorni i media e le agenzie di comunicazione per cercare un’escalation ad una
guerra che già sanno che hanno perso. Diamoci da fare.
(*) Analista e blogger spagnolo; da:bitsrojiverdes.org; 27.2.2018
(traduzione di Daniela Trollio Centro di Iniziativa Proletaria “G.Tagarelli” Via Magenta 88, Sesto San Giovanni)