E’ cominciata la guerra commerciale mondiale
di Manuel E. Yepe (*); da: rebelion.org; 15.7.2018
Con una ferma replica di Pechino alle azioni offensive degli Stati Uniti sul terreno dei mercati, è scoppiata la guerra commerciale mondiale più colossale della storia.
“Nell’imporre, a partire da venerdì 6 luglio, dazi del 25% ad un centinaio di prodotti importati dalla Cina per un valore di 34.000 milioni di dollari USA annuale, gli Stati Uniti hanno violato le regole dell’Organizzazione Mondiale del Commercio e hanno dato inizio alla più grande guerra commerciale nella storia economica del mondo” denuncia un comunicato del Ministero del Commercio cinese.
Pechino afferma di essersi impegnata a non sparare il primo colpo, ma che si è vista obbligata a prendere misure in risposta alla situazione creata dagli Stati Uniti e di averlo notificato all’Organizzazione Mondiale per il Commercio.
“Le misure degli Stati Uniti danneggiano le catene mondiali di fornitura e di valore, ma stanno anche aprendo il fuoco contro tutto il mondo. compreso contro essi stessi” ha sostenuto un portavoce del Ministero del Commercio del paese asiatico.
L’organismo cinese ha denunciato il “bullying” (vessazione) mercantile con cui Washington fa pressione sui suoi soci commerciali tramite le minacce di dazi che vanno contro la condotta che i tempi attuali esigono.
La Cina esorta tutti i paesi del mondo ad unire gli sforzi contro il protezionismo commerciale e ad appoggiare il multilateralismo. Il gigante asiatico afferma di aver voluto evitare la guerra commerciale che gli Stati Uniti hanno provocato, ma che è stato costretto a battersi, in questa guerra, quanto sarà necessario per proteggere gli interessi della propria nazione e del suo popolo.
Come rappresaglia Pechino ha annunciato l’applicazione della stessa percentuale di dazi per lo stesso valore monetario a varie merci statunitensi, alcune delle quali comincerebbero ad essere gravate da tali dazi nella stessa data fissata da Washington.
Una guerra commerciale tra USA e Cina, le due maggiori economie del mondo, potrebbe danneggiare non solo le due nazioni ma l’economia mondiale nel suo insieme, secondo le proiezioni degli economisti della Pictet Asset Management di Londra, uno dei principali gestori indipendenti di patrimoni e attivi d’Europa.
Alcuni degli effetti più immediati della guerra appena cominciata, per i consumatori USA, sono il rincaro del 25% dei prodotti importati dalla Cina, che comprendono prodotti tecnologici come semi-conduttori e chips che sono assemblati in Cina, e sono necessari per la fabbricazione di prodotti di ampio consumo come televisori, computers, cellulari e veicoli, senza dimenticare una grande varietà di altri prodotti, dalla plastica ai reattori nucleari.
Ovviamente le più colpite saranno le economie statunitensi e cinesi, ma non solo queste.
Più del 90% dei prodotti colpiti dai dazi statunitensi sono produzioni intermedie o beni di capitali: cioè prodotti necessari per ottenere altri tipi di produzioni.
I dazi statunitensi colpiranno sicuramente altri beni non necessariamente commercializzati esclusivamente negli Stati Uniti. A sua volta, la Cina ottiene da molti altri paesi componenti che finiscono nei suoi prodotti finiti, per cui qualsiasi cambiamento nel flusso di esportazione cinese colpirebbe inevitabilmente questi paesi.
Circa il 91% dei 545 prodotti USA che la Cina, per rappresaglia, colpirà con i dazi appartengono al settore dell’industria agricola danneggiando gli agricoltori statunitensi, bastione del presidente Trump. Verranno colpite, nel settore automobilistico, società come Tesla e Chrysler, che fabbricano negli Stati Uniti e vendono i loro prodotti in Cina.
Tra le economie che potrebbero essere più vulnerabili in una guerra commerciale, si trovano quelle più strettamente integrate nelle catene globali di valore, cioè in quei processi mediante i quali un prodotto, per la sua elaborazione, ricorre non solo alla linea produttiva di un paese, ma viene lavorato in più paesi fino ad arrivare al suo risultato finale..
Molti esperti ritengono che le misure vessatorie di Trump contro la Cina, basate sulla falsa affermazione che il paese asiatico sta rubando la tecnologia statunitense, colpiranno in qualche modo l’impressionante avanzamento dell’economia cinese, ma che l’effetto negativo più grande lo subiranno la vita e i capitali dei cittadini statunitensi.
Bisognerà conoscere quali sono i calcoli dei profitti e delle perdite che potranno derivare dalla guerra commerciale contro la Cina che farà il sistema delle multinazionali di Wall Street. Da questi calcoli dipenderà probabilmente la sopravvivenza del regime di Donald Trump, con i suoi continui spropositi e le sue illegalità.
(*) Avvocato, economista e politologo cubano
(traduzione di Daniela Trollio
Centro di Iniziativa Proletaria “G.Tagarelli” - Via Magenta 88, Sesto S.Giovanni)