PER RICORDARE

L’Operazione TP-Ajax della CIA: “ripulire” l’Iran dai comunisti

di Nazanin Armanian (*)

Sono passati 65 anni dal colpo di Stato del 19 agosto 1953, il primo organizzato dalla CIA e al quale ne seguirà una lunga lista per tutto il mondo. Era un segreto di Pulcinella, e Barak Obama nel 2013 riconobbe, senza chiedere scusa, l’implicazione del suo paese in quell’intervento che cambiò la storia dell’Iran.

 

Correva l’anno 1950. Il parlamento iraniano ottemperava ad una delle vecchie richieste della società: approvava la Legge di Nazionalizzazione del Petrolio e metteva fine al dominio della società British Persian Oil Company (BP la sua sigla), affidando il controllo sull'esplorazione, l’estrazione e la vendita dell’Oro Nero iraniano allo Stato. Gli sforzi del governo di Winston Churchill perché la legge includesse un emendamento che in realtà annullava l’essenza della legge stessa e che con trappole manteneva i privilegi del consorzio britannico non diedero i risultati desiderati.

 

Persino lo Scià, sotto la forte pressione popolare, si vide obbligato a ratificarla e a nominare primo ministro il dottor (in Diritto, in Svizzera) Mohammad Mossadeq (1882-1967) che era il capo della Commissione sul Petrolio del Parlamento per affrontare la denuncia presentata dalla BP all’Aja, che accusava l’Iran di far saltare la licenza ricevuta nel 1933. Dopo che i giudici diedero ragione al leader iraniano – che non riconosceva al tribunale stesso il diritto di giudicare un accordo che non era un “trattato internazionale” e quindi l’Iran non aveva infranto alcuna legge, le navi militari britanniche, appoggiate dagli USA, entrarono nel Golfo Persico.

Perché non solo la BP era la colonna vertebrale dell’economia britannica e il petrolio un affare di Stato, ma anche negli USA l’industria automobilistica e la sua agricoltura industrializzata avevano bisogno di ingenti quantità di petrolio per trasformare questa potenza nella superpotenza che stava per scontrarsi con l’Unione Sovietica. Già nel 1945 Roosevelt aveva firmato il patto di “petrolio in cambio di sicurezza” con il re dell’Arabia Abdelaziz, e anni dopo la “Dottrina Carter” affermava che il controllo degli USA sugli idrocarburi del Golfo Persico sarebbe stata una questione di sicurezza nazionale.

 

I governi di Churchill e Eisenhower boicottarono il petrolio iraniano e lanciarono una grade campagna di demonizzazione di Mossadeq, accusandolo di esse comunista (oggi l’avrebbero chiamato “terrorista”) che, oltre a tutto, aveva anche tagliato le relazioni ufficiali con Israele... e non perchè era antisemita ma per il suo stretto legame con i servizi di intelligence dello Scià.

 

Per questo l’MI6 e la CIA pianificarono di farla finita con il primo ministro iraniano. Incaricano l’agente britannico Christopher Woodhouse di creare la rete “Bedaman” per provocare disordini, saccheggi, incendio delle sedi dei sindacati e dei partiti politici progressisti, soprattutto del Partito Comunista del Tudeh, e armano i signori feudali delle regioni a minoranza etnica, minacciando l’integrità territoriale dell’Iran.

 

In seno al governo USA c’erano divergenze al riguardo: un settore temeva che la caduta di Mossadeq rafforzasse i comunisti, in un paese con 1.600 km. Di frontiera comune con l’Unione Sovietica. Inviarono quindi il diplomatico Averell Harriman a Teheran per negoziare con il governo iraniano: egli fu ricevuto da decine di migliaia di persone che protestavano per la sua visita. Le truppe antisommossa uccisero e ferirono circa 200 manifestanti nel tentativo di disperderli. Uno dei documenti declassificati afferma che la CIA aveva infiltrato qualche migliaio di persone pagate per radicalizzare la manifestazione e mostrare così la “minaccia comunista” all’interno della campagna “arrivano i rossi”, al fine di giustificare i loro piani di intervento.

 

Intanto il re dell’Iran suonava il violino mentre Roma bruciava: in mezzo a questa rivoluzione sociale e alle calamità economiche causate dalle sanzioni che soffriva il popolo, lo Scià si sposa con Soraya in un osceno matrimioni per il quale fa trasportare dai Paesi Bassi 5 tonnellate di orchidee via aerea e regala alla regina un anello con un diamante di 22,37 carati pagato con soldi sottratti, ovviamente, alle casse dello Stato.

 

La CIA, vedendo che il re Pahlavi II non mostrava simpatia per il piano ordito contro Mossadeq, gli invia un messaggio: se non coopera, gli USA non garantiranno il suo regno. Un anno prima la NATO aveva inglobato la Turchia, senza offrire una “protezione” efficace alla dittatura di Pahlavi. Washington, che cerca vassalli non alleati, vietò l’iniziativa del monarca iraniano di dare vita al Patto Mediterraneo, a cui erano invitati Turchia, Egitto e Grecia.

Negli anni ’60 gli USA stenderanno un piano per rovesciare il persiano, uomo che aveva acquisito troppo potere.

 

16 agosto: il primo colpo di Stato

Kermit Roosevelt, nipote del presidente USA, dirigerà l’Operazione “Boot” (Scarpone) per riempire le strade del paese del terrore della turba sottoproletaria (come farà poi lo Stato Islamico), che dstrugge tutto quanto incontra, spinando la strada all’entrata dei carri armati.

Ma i militari comunisti scoprono il complotto e avvisano Mossadeq, che aspetterà nella sua casa insieme ai generali leali per arrestare i golpisti. Lo Scià e Soraya fuggono dal paese rifugiandosi in Iraq e il popolo esalta Mossadeq, esigendo l’abdicazione del monarca.

Salvato, il primo ministro chiede ai suoi sostenitori di fermare le manifestazioni di appoggio, e rifiuta di distribuire le armi alla popolazione per fermare gli avversari. I motivi: 1) un’ingenua fiducia nella fedeltà dell’esercito allo Stato; 2) la paura di un bagno di sangue; e 3) il timore di un giro a sinistra del movimento popolare.

19 agosto: il secondo colpo di Stato

La CIA e il MI6 mettono in moto l’Operazione TP-Ajax, in cui TP fa riferimento al Tudeh Party e Ajax al famoso detergente: stavano per “ripulire l’Iran dai comunisti”, mentre in realtà, e nonostante che il Tudeh fosse un partito influente, esso non aveva alcuna possibilità di prendere il potere.

I militari, dopo aver sparato contro la casa del capo del governo, entrano e lo arrestano. Lo Scià ritorna nel paese e il generale golpista Fazlollah Zahedi, capo della polizia nazionale, occupa l’incarico del primo ministro.

Durante dopo il colpo di Stato centinaia di persone vennero assassinate e migliaia fermate, incarcerate, torturate ed esiliate, in maggioranza attivisti di sinistra. Quattro degli ufficiali comunisti condannati all’ergastolo – dopo essere stati liberati nel 1978 e dopo aver scontato 25 anni di carcere – verranno uccisi dalla Repubblica Islamica nel 1983 ed un quinto, Ali Amuì, passerà altri 12 anni dietro le sbarre: un totale di 37 anni per avre difeso “pane e pace per tutti”.

 

Gli errori delle forze progressiste

Yebheye Mel.li, il Fronte Nazionale guidato da Mossadeq e principale protagonista dello scenario politico, commise numerosi errori, in gran parte dovuti alla natura borghese del partito:

.-  ignorò gli avvertimenti del Partito Tudeh sulla necessità di ripulire l’esercito (lezione appresa da Tayyeb Erdogan), diretto da generali legati alla CIA e all’MI6 e anche con precedenti nazisti, come lo stesso Zahedi. Forse non gi fu possibile perchè lo Scià seguì il consiglio di suo padre: per essere re  per prima cosa bisogna avere un controllo assoluto sull’esercito;

.- si avvicinò agli USA chidendone l’aiuto per espellere i britannici. Vuole dividerli o sta spianando la strada agli americani? Si chiedeva la sinistra iraniana;

.- rifiutò di chiedere aiuto all’URSS, in base ad un ferreo “equilibrio negativo” riguardi ai blocchi. Nehru e Nasser lo fecero entrando nell’Organizzazione dei Non Allineati;

.- formò un gabinetto a maggioranza imprenditoriale con persone affascinate dagli USA. L’unica eccezione fu il ministro degli Affari Esteri Hosein Fatmi, un giornalista repubblicano di 33 anni che esigeva l’abdicazione del re. Un integralista gli sparò in unnattentato e dopo il golpe fu torturato e giustiziato;

.- non legalizzò il partito comunista. Forse voleva ridurre la presione della destra ma rese impossibile la formazione di un fronte ampio unito contro la destra iraniana e l’imperialismo.

 

Da parte sua, i principali errori del Partuto Tudeh furono:

.- nonostante le accuse della destra che lo tacciavano di essere tradutore e fedele agli interessi di un paese straniero (ossia l’URSS), il PC iraniano mentre chiedeva la nazionalizzazione del petrolio del sud dell’Iran – sotto il dominio britannico – proponeva che lo sfruttamento del petrolio del nord del paese fosse concesso all’Unione Sovietica come “contributo alla lotta anti-imperialista e alla solidarietà mondiale della classe operaia”;

.- fece pressioni su Mossadeq perchè convocasse un referendum per la repubblica. Mossadeq provava lealtà per il capo dello Stato e il suo partito accusava di tutti i mali della monarchia la sorella gemella dello Scià, Ashraf, presentandola come una strega che manipolava il fratello-re scemo.

Al di là di queste critiche, comunque, quel movimento popolare non aveva alcuna possibilità di vincere la battaglia contro gli USA e l’esercito.

 

Da allora la CIA ha migliorato le sue tecniche di “Regime change” e le ha messe alla prova in Guatemala (1954) con l’operazione PBSUCCESS; il Congo con l’assassinio di Patrice Lumumba (1961); in Ghana con il golpe contro Kwame Nkrumah, ecc. ecc.

Non c’è bisogno di ricordare i casi recenti e il suo capolavoro: il “yihaidismo globale”, o la falsificazione dei documenti sulle armi di distruzione di massa  dell’Iraq per spedirlo all’Età della Pietra.

Quali paesi saranno le sue prossime fermate?

 

(*) da: publico.es; 20.8.2018

 

 

(traduzione di Daniela Trollio, Centro di Iniziativa Proletaria “G.Tagarelli”
Via Magenta 88, Sesto San Giovanni)

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