MENZOGNE IMPERIALISTE

 

La guerra contro l’Iraq

 

Sette menzogne al servizio di 10 obiettivi

 

di Nazanin Armanian (*); da: publico.es; 23.9.2018

 

Fino ad oggi i governanti dei paesi partecipanti all’aggressione militare all’Iraq del 2003 hanno cercato di giustificare, con maggiore o minore fortuna, i crimini contro l’umanità che hanno commesso nello spezzare la vita di 23 milioni di iracheni. Tuttavia l’ex-presidente spagnolo José Maria Aznar è l’unico che ancora nega la partecipazione delle truppe del suo paese in quella guerra illegale, nonostante le prove: almeno 1.300 soldati spagnoli furono inviati nel sud-est dell’Iraq per dirigere la Brigata Plus Ultra a Diwaniya, e non proprio per portare “democrazia” e “felicità” alla nazione aggredita. Il giornale El Paìs pubblicò nel 2004 un video sulle bastonate e i calci di alcuni militari spagnoli a due iracheni sequestrati e rinchiusi in carcere nella base che gestivano. Altre immagini delle atrocità commesse dagli occupanti nella prigione di Abu Ghraib scossero il mondo.

 

Il  Center for Public Integrity statunitense ha rilevato ben 935 dichiarazioni false del regime di Bush prima dell’attacco. Nonostante che, dopo il fiasco delle inesistenti armi di distruzione di massa (ADM), alcuni responsabili si siano scusati dicendo che “si erano sbagliati”, fingendo di essere onesti, l’organizzazione Veteran Intelligence Professionals for Sanity (VIPS) afferma che non ci fu alcun errore da parte dei servizi di intelligence: semplicemente hanno mentito.

 

Lo stesso segretario al Tesoro del regime, Paul H. O’Neill, ha affermato che il presidente aveva intenzione di invadere l’Iraq e stava disperatamente cercando una scusa per la guerra.

 

Così hanno venduto la guerra contro l’Iraq

 

Tutto il mondo pensava che l’Iraq avesse ADM e non le aveva, ora lo so” affermò Aznar non nel 2004 ma nel 2007. E non è vero: l’ONU – cioè ‘tutto il mondo’ – lo sapeva.

 

Il capo degli ispettori  dell’ONU per l’Iraq, Hans Blix, disse nel febbraio 2003 che aveva eseguito più di 400 ispezioni in tutto il paese, senza che Saddam si opponesse, e che non avevano trovato le armi suddette. Persino il capo della CIA, George Tenet, disse: “i tentativi di verificare le informazioni (sulle ADM) non hanno avuto esito”.  Se l’Iraq avesse avuto tali armi, era logico che le avesse utilizzate prima del 2003 contro i 29 paesi che l’avevano aggredito nel 1991. Oltretutto mai gli USA hanno attaccato un paese con capacità militari rilevanti: tutte le loro vittime sono stati paesi indifesi: Afganistan, Iraq, Libia, Sudan, Somalia, Siria. Vedete come non osano toccare un capello a Kim Jong-un?

 

Hanno attaccato la Libia e assassinato Gheddafi solo dopo averla disarmata nel 2003.  

 Possesso di armi di distruzione di massa”, “essere uno stato-canaglia” o “la principale minaccia per l’umanità e il mondo”, ecc. sono state le parole utilizzate dalla propaganda militarista contro l’Iraq. Per questo il Pentagono assunse Charlotte Beers, una pubblicitaria che aveva lanciato una marca di riso ed un'altra di shampoo contro la forfora, con messaggi allegri e semplicistici: così le guerre diventano una brezza di libertà e democrazia, le bombe e i missili benedizioni divine per creare un mondo migliore e i milioni di morti, feriti e rifugiati dei “danni collaterali” di un futuro invidiabile. Di fatto questa guerra, e quelle che le seguiranno, non è stata vinta da brillanti militari ma da sofisticate operazioni di manipolazione della psiche dei “consumatori”. Sono riusciti a dar forma al vecchio trucco di “infondere la paura per ottenere l’obbedienza”. Il Pentagono creò l’Ufficio di Influenza Strategica, diretto dai cosiddetti “Amministratori delle percezioni” il cui lavoro consiste nel manipolare le emozioni del pubblico, distorcendo le notizie.

 

Lo fecero così male che né l’ONU né la maggioranza degli alleati USA appoggiarono l’invasione.

 

Tony Blair disse che Saddam poteva attaccare l’Europa il 45 minuti. Ma, se aveva questa capacità, perché non lo fece prima di essere aggredito? Il Trio delle Azzorre (Bush, Blair e Aznar, n.d.t.) non presentò mai una prova reale per l’invasione e si basò solo sulla propaganda; quando una bugia si sgonfiava ne offrivano un’altra:

 

.-  l’Iraq importava uranio dal Niger per rilanciare il suo programma di armi nucleari.

 

    Dopo l’occupazione la CIA ammise che questa informazione era falsa.

 

.-  Saddam – un laico – collaborava con una Al-Qaeda wahabita.

 

.-  L’Iraq era coinvolto nell’11 settembre.

 

    La CIA nel 2016 declassificò un rapporto segreto sul coinvolgimento – non dell’Iraq e nemmeno dell’Afganistan – ma dell’Arabia Saudita negli attentati.

 

.- Il presidente dell’Iraq inviava lettere con antrace negli USA:

 

   il vero autore era un agente dell’FBI di nome Bruce E.Ivins, che si suicidò in carcere!

 

.- Avrebbero salvato gli iracheni dallo spietato dittatore Saddam Hussein.

 

    Non dissero che la CIA organizzò il colpo di stato di Saddam nel luglio 1979 contro suo cugino, il presidente Al-Bakr, che non era sufficientemente servile verso Washington. Misero l’etichetta di “guerra umanitaria” alle loro aggressioni imperialiste e la chiamarono “Operazione Libertà” per l’Iraq.

 

Secondo l’organizzazione statunitense CODEPINK, tra il 2003 e il 2007 furono assassinati circa 3,4 milioni di iracheni a causa della guerra ed un numero non determinato ha patito ferite psicologiche e fisiche. Ognuno di loro era figlio, madre, padre, nonna di qualcuno e nessuno dei responsabili di questo sterminio è stato portato davanti ad un tribunale.

 

Tra il 2014 e il 2017 – e con il pretesto di distruggere l’ISIS – Obama e Trump gettarono migliaia di bombe e di missili su Mossul, causando la morte di almeno 40.000 persone, secondo il servizio di intelligence kurda irachena. Sono stati recuperati i corpi di 3.300 persone, mentre 11.000 altri continuano ad essere spariti.

 

Obiettivi dell’invasione e dell’occupazione

 

1.  La distruzione dell’Iraq e dell’Iran fu proposta nel 1980 da Henry Kissinger, con la sua dottrina della Dual Containment Policy, la “politica del doppio contenimento”. Lo Scià era stato rovesciato nel 1978 da una grande rivoluzione spontanea e gli USA temevano che altri loro burattini soffrissero la stessa sorte; passarono quindi dalla politica di sostituzione di un capo di stato con un altro simile al frenare lo sviluppo economico, sociale, politico e militare dei paesi strategici per mantenerli sottosviluppati e così poterli sottomettere sul lungo periodo. Nel 1980 provocarono una lunga guerra tra i due paesi perché si distruggessero a vicenda e nessuno vincesse. Nel 1988, tre anni dopo la fine di quel conflitto che fece circa 2 milioni di morti e 15 milioni tra mutilati e feriti da entrambe le parti, gli USA diressero l’attacco di una trentina di paesi contro l’Iraq per l’invasione del Kuwait: volevano “riportare l’Iraq all’Età della Pietra”, come confessò James Baker, Segretario alla Difesa USA.

 

2.  Cercavano un’uscita ai loro problemi finanziari: il debito estero dell’anno 2000 era di 3,6 bilioni di dollari e si raddoppiò nel 2003 mentre, secondo l’Istituto di Studi Politici di Washington, i 34 principali direttori delle società contrattiste del ministero della Difesa ottennero un profitto di quasi 1.000 milioni di dollari dall’attentato dell’11 settembre fino al 2005.

 

3.  Rivitalizzare il settore delle vendite di armi, colpito dalla sparizione dell’Unione Sovietica. L’estrema destra militarista è riuscita a far sì che l’ingente flusso di denaro che andava alla corsa agli armamenti, invece di essere destinato ad eliminare la fame che tormenta la metà dell’umanità, fosse diretto a mantenere le società produttrici di armi e la NATO.

 

4.  Trasformare l’Iraq in una colonia: a Bagdad aprirono l’ambasciata più grande del mondo, come il centro di operazioni della CIA per la regione, diretta dai sinistri John Negroponte (il promotore del battaglione 3-16 in Honduras) (squadre della morte responsabili di assassinii politici, incarceramenti e torture degli oppositori, n.d.t.) e Robert Ford, che organizzarono il “divide et governa” tramite gli Squadroni della Morte sciiti e sunniti che essi crearono per affondare ancor più il paese in un caos controllato che dura ancor oggi. Ford fu poi inviato in Siria quale nuovo ambasciatore a Damasco nel gennaio 2011, data dell'inizio dell’era delle auto-bombe e della sua lunga guerra.

 

5.  Dopo la sparizione dell’Unione Sovietica, gli USA occuparono militarmente tre paesi situati in tre punti chiave del pianeta, che forniscono a Washington un grande vantaggio strategico sui suoi rivali: la Yugoslavia, nel cuore dell’Europa (il Kossovo è la seconda base militare USA nel mondo); l’Afganistan nell’Asia Centrale (vicino della Cina, della Russia dell’Iran e dell’India) e l’Iraq nel Vicino Oriente, dove hanno costruito 12 basi militari da cui vigilano sull’Iran, sulla Turchia, sulla Siria e sull’Arabia Saudita, oltre che sul Golfo Persico.

 

Basi che serviranno a Obama per lanciare l’attacco militare alla Siria nel 2014.

 

6.  Contenere la crescita della Cina, e prendere come ostaggio l’Europa dipendente dal petrolio. Nel 2000 la Cina ha importato 50 milioni di tonnellate di petrolio, e nel 2002 circa 70. Due anni prima dell’invasione, Pechino aveva negoziato con l’Iraq lo sfruttamento del campo petrolifero di Al Ahdab nel sud del paese per 22 anni.

 

7.  Trasformare Israele nella potenza egemonica della zona, distruggendo così i suoi rivali: dopo l’Iraq hanno messo fine alla Libia e alla Siria, mentre si preparano per l’Iran.

 

8.  Privare i palestinesi dell’unico paese arabo che li difendeva e, per la stretta relazione tra Saddam Hussein e Arafat. Saddam era anti-comunista, pro-statunitense, reazionario, narcisista, despota … ma era anche anti-israeliano.

 

9.  Facilitare l’accesso al petrolio iracheno di Israele,  paese che oggi è il principale compratore di crudo della regione kurda (attraverso il porto turco di Cehyan). Ragione sufficiente per essere l’unico paese al mondo che appoggia la disintegrazione dell’Iraq e l’indipendenza del suo Kurdistan. L’allora ministro delle Opere Pubbliche di Israele, Joseph Paritzky, disse che il petrolio iracheno “avrebbe fatto abbassare la fattura energetica di Israele del 25%”.

 

10. Applicare la pedagogia del terrore. “Se vedi che tagliano la barba al tuo vicino, metti a bagno la tua”: è quello che fece Muhammar Gheddafi. Il 20 dicembre 2003 telefonò a Tony Blair per annunciare il suo disarmo, dopo aver visto la sorte dell’Iraq e del suo presidente, offrendo il denaro libico e il suo petrolio all’Occidente: neanche questo lo salvò!.

 

La NATO voleva il controllo totale della Libia come trampolino di lancio per dominare l’Africa.

 

Gli invasori sostituirono una dittatura semi-laica ed un paese sviluppato con una teocrazia totalitaria sulle macerie di una guerra interminabile e sulle sofferenze indescrivibili delle sue genti.

 

 

 

(*) Giornalista iraniano-spagnola

 

 

 

(traduzione di Daniela Trollio

 

Centro di Iniziativa proletaria “G.Tagarelli” Via Magenta 88, Sesto S.Giovanni)

 

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