MACRON E LA VIOLENZA

Macron e la violenza

di Guillermo Almeyra (*)

Il presidente francese Emmanuel Macron, ex banchiere e agente del grande capitale, condanna i Gilet gialli come “violenti” e dice che “sono un gruppo di agitatori che vogliono rovesciare il loro governo” e il suo portavoce li definisce “un branco di cani pieni di odio”.

 

Non è violenza esigere un cambiamento sociale o delle riforme e resistere all’oppressione e all’abuso di potere.

 

Violenza è, invece, il denaro nei paradisi fiscali, rubando ai contribuenti; è portare all’estero le fabbriche per pagare meno salari e per evitare i controlli sanitari ed ecologici, incoraggiando così una disoccupazione di massa che aiuta ad abbassare i salari in Francia.

Violenza è tagliare i servizi negli ospedali e nei ricoveri per gli anziani, eliminare scuole, cliniche , uffici pubblici nei piccoli comuni ai quali, oltretutto, si tagliano treni e trasporti obbligando tutti a dipendere dalle auto.

 

Violenza è tagliare i salari reali e aumentare la giornata di lavoro e l’età per andare in pensione, abbassando anche le pensioni.

Violenza è costringere i lavoratori ad andare ad abitare nelle periferie e dar loro alloggi miserabili che, oltretutto, a volte crollano.

Violenza è obbligare migliaia di persone a dormire nelle strade delle città e non accogliere nei porti i naufraghi che vogliono lavorare, è essere sfruttati.

 

 

Violenza è quella dei robocops che, tra molti altri, arrestano a Drouet un camionista col gilet giallo che non ha commesso alcun reato; è pestare coi bastoni gilet gialli, neri, pensionate, anziani, o impedire una manifestazione pacifica con gas e potenti getti d’acqua fredda in inverno.

La violenza è quella poliziesca, che traveste da manifestanti vestiti di nero i suoi provocatori per rompere le vetrine o bruciare le auto e accusare poi i gilet gialli in modo da isolarli politicamente.

E’ cercare di mandare in carcere persone che, a mani nude o con i loro pugni, si difendono dai robocops bastonatori e armati fino ai denti.

 

Se Macron vuole evitare che lo rovescino, che cambi politica.

Smetta di regalare centinaia di migliaia di milioni di euro a quelli che sono già multimilionari a scapito dei salari, delle pensioni (che sono salari differiti), dei servizi pubblici (che sono salari indiretti).

Ristabilisca le tasse sui grandi patrimoni, come chiedono i gilet gialli.

Accetti la revoca dei mandati e l’istituzione di un Referendum di Iniziativa Popolare che permetta di derogare una legge o di estromettere dal governo un nemico del popolo.

Non mandi i suoi bastonatori e gassatori a impedire le manifestazioni o a mettere in ginocchio in cortile gli adolescenti di un’intera scuola, in pieno inverno e con le mani sulla testa o ammanettate dietro la schiena, come prigionieri della guerra contro i settori popolari.

 

Se vuole che il suo governo e il suo partito non spariscano, che non finanzi le Forze Armate o l’intervento colonialista in Africa, che metta sotto processo – invece di decorarli – i commissari di polizia che bastonano persone già arrestate.  Che non si circondi di gente come Benalla (Alexandre Benalla, consigliere e  bodyguard di Macron , che il 1° maggio, mascherato da poliziotto, ha colpito alcuni manifestanti, n.d.t.)  che si maschera da poliziotto per colpire manifestanti ed utilizza la protezione presidenziale per fare affari sporchi.

Liberi i prigionieri sociali, faccia un’amnistia.

 

La borghesia francese è la più violenta e sanguinaria d’Europa.

Si arricchì con la tratta dei neri, per secoli uccise e torturò milioni di persone in America, Asia, Africa e nelle isole del Pacifico, mandò l’esercito a fucilare gli scioperanti nei secoli XIX e XX, depredò le colonie, represse a ferro e fuoco i tessitori di Lione nel 1830 e sulle barricate di Parigi nel 1848.

E’ la borghesia dei versagliesi, l’assassina di migliaia di lavoratori della Comune di Parigi del 1871, quella che riempì la Guayana e la Nuova Caledonia di migliaia di lavoratori condannati ai lavori forzati.

E’ la borghesia che nel 1936 preferì Hitler ai socialisti del Fronte Popolare e che con Hitler collaborò tramite l’infame governo di Vichy che assassinò migliaia di resistenti, di comunisti, di ebrei francesi.

 

Oggi, Macron è un servo del grande capitale finanziario internazionale che dirige l’Unione Europea.

E’ figlio e difensore di tutte queste canaglie.

Di quale violenza accusa i più poveri? Se vuole aiutare i francesi, che se ne vada.

 

(Laureatosi in Scienze politiche a Parigi, G.A. è professore di Politica Contemporanea e ricercatore dell’Università Autonoma del messico di Xochimilco. Scrive su La Jornada); da: rebelion.org; 10.1.2019

 

 

(traduzione di Daniela Trollio

Centro di Iniziativa Proletaria “G.Tagarelli”

 

Via Magenta 88, Sesto San Giovanni)

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