Covid-19. Chi pagherà i costi di questa "crisi"?
Carla Francone | nuovaunita.info
Dopo anni di mancato rinnovo dei contratti degli operatori sanitari, il Governo si è accorto che sono la "colonna portante"
Nel momento in cui scriviamo l'Italia è deserta e isolata, vige il coprifuoco con tanto di arresto da 3 mesi a 3 anni per chi trasgredisce alle norme imposte. Più della Covid 19 ne uccide il
panico e la paura. Scuole, università, tribunali, musei, cinema, teatri chiusi, bar e ristoranti chiusi dalle 18, voli sospesi, trasporto diradato (che sarà più affollato). Si consiglia agli
anziani di restare in casa senza pensare che spesso sono soli o privi di un supporto familiare efficace, per cui restano in balia delle reti televisive che per tutto il giorno non fanno altro che
parlare del virus e in preda alla depressione.
Niente panico, niente allarmismo ci dice il Governo, ma Mattarella che si presenta in tv: "Il momento che attraversiamo richiede coinvolgimento, condivisione, concordia, unità di intenti
nell'impegno per sconfiggere il virus: nelle istituzioni, nella politica, nella vita quotidiana della società, nei mezzi di informazione", anziché rassicurare alimenta la preoccupazione e la
popolazione assalta i supermercati.
Dai vari esperti giungono dichiarazioni contrastanti e altalenanti tra è poco più di un'influenza ad una pandemia mortale. Eppure da nessuna parte si sente parlare dei numeri di morti che si
registrano ogni anno. Secondo l'Agenzia Europea per l'Ambiente l'Italia è il primo paese per morti premature da biossido di azoto: 14.600; da ozono sono 3000; per particolato fine: 58.600. In
Italia muoiono in un anno per Hiv/Aids oltre 700 persone (in media 2 al giorno), su un totale mondiale di circa 770.000.
Completamente ignorati i morti sul lavoro che sono oltre 1300 all'anno e da amianto che superano i 5000 all'anno. E per complicanze in seguito all'influenza stagionale e nonostante le
vaccinazioni? Secondo l'Istituto superiore di sanità sono in media circa 220 decessi il giorno.
Ci sono ipotesi che non escludono che il virus sia stato "creato in laboratorio". È noto che nel segreto più assoluto Stati Uniti, Russia, Cina e altre potenze abbiano laboratori dove si
conducono ricerche su virus finalizzati all'uso di agenti in una guerra biologica anche su settori mirati di popolazione, magari per testarne la reazione.
Fatto è che le misure prese per arginare questo virus hanno un impatto distruttivo sull'economia (borse affondate, crollo del
petrolio, aumento dello spread), sulla produzione e sul turismo, non solo cinesi, creano una reazione a catena che colpisce l'Italia e il resto d'Europa, l'Asia e la Russia, a tutto vantaggio
degli Stati Uniti che, per ora, sembrano indenni economicamente. Ma lo stato di emergenza è arrivato anche qui, nonostante le rassicurazioni inziali di Trump in campagna elettorale. Quanto
sia massiccio il contagio difficile capirlo. Negli Usa la sanità è privata e in mano alle assicurazioni che probabilmente non coprono questo genere di malattia e non avendo tutti diritto
all'assistenza, molti vi rinunciano anche perché fare un tampone costa da 1000 a 3mila dollari.
A proposito di sanità stiamo verificando il risultato delle scelte e delle carenze che abbiamo sempre denunciato e che va avanti da anni: i tagli dei posti letto, la scarsità degli operatori
sanitari, i medici costretti alle dimissioni precoci, la chiusura dei piccoli ospedali e dei presidi territoriali, i laboratori analisi accorpati, mense e pulizie esternalizzate, in nome di una
gestione aziendalistica orientata alla privatizzazione che stringe il personale sanitario fra le decisioni dei vertici aziendali e i bisogni dell'utenza, ha portato al collasso e, di fronte
all'emergenza, ha dimostrato tutta la sua debolezza.
È sempre più chiaro l'impatto negativo dell'autonomia regionale rivendicata in particolare da Lombardia e Veneto (salvo appellarsi allo Stato nel momento del bisogno!) che si sono sempre vantati
di avere una sanità di eccellenza e che, al contrario, dimostra di essere fonte di inefficienze e disuguaglianze.
Ad esempio in Lombardia già due anni fa - di fronte al picco di influenza che si era verificato nella stagione invernale - era emersa l'insufficienza degli 850 posti disponibili in terapia
intensiva, ma nulla è stato fatto.
Mancano gli specialisti, in particolare gli pneumologi, si devono montare ospedali da campo, si richiamano i medici in pensione, si reclutano i neolaureati (sempre meno a causa del numero chiuso
delle facoltà di medicina), con meno diritti, più ricattabili, magari retribuendoli a partita IVA e rimandandoli a casa passata l'emergenza. Chissà se richiamano anche i medici dell'intramoenia
che continuano ad usare le strutture pubbliche a fini privati.
Un problema reale è quello delle prestazioni chirurgiche e i trattamenti oncologici in corso di riduzione negli ospedali prevalentemente dedicati al CoVid-19. Per usufruire le strutture
private, nell'economia capitalista, bisogna negoziare e, sicuramente, a caro prezzo. Il privato può accogliere un certo numero di prestazioni chirurgiche, il rischio è che la programmazione si
basi sulla selezione dei pazienti con patologie più convenienti dal punto di vista dei piani tariffari.
È una situazione che dovrebbe chiarirci l'importanza di salvaguardare la sanità pubblica, impedire con la lotta e l'organizzazione la sua distruzione e pretendere il giusto e sufficiente servizio
che, peraltro, paghiamo con le tasse.
Su tutto pesa il vincolo di bilancio che l'Unione europea che raccomanda di non comprare e neppure affittare strutture, macchinari, medicinali ecc. perché costerebbero troppo. E di Christine
Lagarde, presidente della Banca centrale europea che, con la sua frase "Non siamo qui per chiudere gli spread, ci sono altri strumenti e altri attori per gestire quelle questioni" ha messo in
chiaro gli interessi del FMI.
Ricordiamo che a fronte dei tagli sulla salute continuano ad aumentare le spese militari e di appartenenza alla NATO. Recentemente Salvini ha dichiarato: "Quanto al disarmo, non è utile, sarebbe
un suicidio economico, e poi il settore difesa è strategico per i prossimi cinquant'anni", in buona compagnia con il ministro PD Guerini di avviare la fase 2 difendono l'acquisto dei 131 F35 per
oltre 14miliardi e le spese per i programmi militari. Con il costo di un solo cacciabombardiere si coprirebbero 5mila impianti di ventilazione assistita o un ospedale da mille posti. E con il
coronavirus ci sarebbe stato posto per tutti: malati e personale medico-infermieristico.
Come è bello stare tutti a casa! Più siamo isolati, meglio è per la politica. Per inculcarcelo scomodano noti personaggi e ci martellano con spot e canzoncine. Stare a casa con il relativo
disagio dei bambini che non vanno a scuola, ma... tranquilli arriva la baby sitter del governo!
Lo Stato riscrive le regole per il futuro con il consenso di tutti i partiti sensibili al richiamo di unità nazionale e a pagare sono i lavoratori costretti a stare in casa in cassa integrazione
al 60%, a prendere ferie obbligate bruciandosi quelle estive, ad attrezzarsi per il telelavoro, mentre i precari e i dipendenti delle cooperative degli appalti rimangono senza stipendio. La
sicurezza dei lavoratori non è per tutti. Tra gli infermieri - lasciati per anni senza contratto e oggi diventati "la colonna portante" - già il 12% è infetto). Operai, netturbini, commesse,
postini, riders, non sono stati dotati subito di adeguate protezioni. Ci sono volute le proteste e scioperi in fabbrica per far emergere la loro condizione.
Il governo però si preoccupa delle imprese e stanzia miliardi per sostenerle. Alcune coglieranno l'occasione per chiudere definitivamente e c'è da aspettarsi che, una volta usciti da questa
circostanza, aumenterà la disoccupazione e si verificherà un nuovo rincaro dei prezzi.
La destra - da Lega, Forza Italia, Fratelli d'Italia che vuole un blocco totale del Paese, anzi la Meloni (e anche Renzi) chiede il "rientro" dell'"uomo forte" Bertolaso, colui che prima del
terremoto a L'Aquila rassicurava che nulla sarebbe accaduto. Quello della destra è un modo sicuro per mandare il Paese in default e poi, con il pretesto della bancarotta, poter intervenire con
una soluzione autoritaria.
Tra tutte le misure restrittive previste c'è la multa e persino l'arresto, ma non si vedono provvedimenti "risanatori" di sterilizzazione di ospedali, strade, trasporti e luoghi vissuti. Né si
conoscono quali sono le cure. Si sa che i cinesi curano questo virus con un mix di farmaci tra i quali l'interferone cubano alfa 2B (IFRrec), farmaco prodotto a Cuba e disponibile e, com'è
noto Cuba vanta un'elevata competenza, preparazione e specializzazione del personale medico cubano, così come l'esperienza nel campo delle malattie infettive ed epidemiologiche che hanno avuto
importanti riconoscimenti a livello internazionale. La stessa OMS ha dichiarato che Cuba è stata esemplare nella lotta contro l'epidemia del virus Ebola in Africa. Si preferisce ignorarlo,
continuare ad allinearsi al blocco economico, finanziario e commerciale cui Cuba è sottoposta da parte degli Stati Uniti? O si aspetta che la soluzione venga dall'amico Israele?
Intanto la cosa più grave è che, in nome della salute pubblica, il territorio è militarizzato da pattuglie di polizia ed esercito, e sono sospesi persino i diritti costituzionali come la libertà
di riunione, di sciopero e di manifestazione e che questo, data la paura impressa, venga accettato senza sollevare troppi dubbi.
Ricordiamocene quando la situazione tornerà normale e dovremo affrontare un mare di problemi che richiederanno tutto l'impegno per non farci coinvogere in una fantomatica ricostruzione che
andrebbe solo a vantaggio di borghesia e capitalismo.