1°MAGGIO 2020. IERI COME OGGI I PROLETARI SONO UNA CLASSE INTERNAZIONALE SFRUTTATA IN TUTTI I PAESI DAI CAPITALISTI E NON HANNO PATRIA.
Il 1° maggio, da molti, troppi anni, nei paesi capitalisti/imperialisti e stato snaturato. Da giornata di lotta
per la liberazione dallo sfruttamento capitalista è stato trasformato nella giornata di “festa” dei lavoratori. La Repubblica – borghese - nata dalla Resistenza al conflitto di classe preferisce
la santificazione del lavoro. Lavoro che è ormai diventato per milioni di proletari - nella crisi – e ancor più oggi in tempi di corona virus un mito, una chimera irraggiungibile.
Noi non dimentichiamo che il 1° maggio è sempre stata una giornata di lotta, bagnata dal sangue proletario, da una lotta internazionale di tutti i lavoratori, senza distinzione di nazionalità,
colore della pelle, religioni, barriere geografiche, per affermare i propri diritti e per migliorare la propria condizione.
L’emancipazione della classe operaia è cominciata con la rivendicazione di "Otto ore di lavoro, otto di svago, otto per dormire". Fu questa la parola d'ordine che porto decine di migliaia di
operai e lavoratori a scontrarsi con le associazioni dei padroni e lo stato dei capitalisti.
Le rivendicazioni parziali dei lavoratori di ogni paese si unificarono in obiettivi generali e alla ricerca di un giorno, il 1° Maggio appunto, in cui tutti i lavoratori potessero incontrarsi per
esercitare una forma di lotta e per affermare la propria autonomia e indipendenza. Il congresso dell'Associazione internazionale dei lavoratori - la Prima Internazionale - riunito a Ginevra nel
settembre 1866, decise la rivendicazione di lottare per "otto ore come limite legale dell'attività lavorativa".
Sono passati 153 anni, ma la situazione da allora per certi versi è peggiorata.
I padroni, il governo e i sindacati collaborazionisti, come già per il 25 aprile, festeggiano la collaborazione e pacificazione tra sfruttati e sfruttatori.
La solidarietà, l’internazionalismo, l’emancipazione dallo sfruttamento capitalista, la lotta contro la guerra imperialista e la difesa della pace – che da sempre hanno caratterizzato le manifestazioni del 1° maggio in Italia e nel mondo – oggi sono impedite dalle leggi speciali dei governi al servizio delle multinazionali. Prendendo a pretesto la pandemia di coronavirus Il governo ha abolito le libertà costituzionali e impedisce con la repressione ogni protesta, criminalizzando chi mette in discussione con la lotta lo sfruttamento, la sacralità del profitto e il potere degli sfruttatori.
Per aumentare i loro profitti, i padroni, i capitalisti costringono i lavoratori a lavorare senza adeguate misure di sicurezza e cercano ancor più che nel recente passato di spostare le produzioni dove la manodopera costa meno, dove minori o assenti sono i “diritti” per i lavoratori. Oggi i padroni e i loro governi chiamano tutti all’unità nazionale, ad accettare i sacrifici, chiamando all’unità sfruttati e sfruttatori contro la “guerra” al coronavirus, sospendendo nel frattempo tutte le libertà democratiche e costituzionali per gli operai, i lavoratori e i cittadini delle classi subalterne.
La loro “pace” è la guerra preventiva e la collaborazione tra lavoratori e padroni per combattere i concorrenti. Il loro potere, la loro ricchezza si fonda sula nostra miseria e sul nostro sfruttamento. I sacrifici di oggi preparano quelli ancora più pesanti di domani.
Oggi, nella crisi mondiale, ci si può difendere solo con l’unità internazionale dei lavoratori. Riconoscersi come sfruttati, membri di una sola classe internazionale, con interessi contrapposti a quelli dei capitalisti. Il nostro interesse è comune ABOLIZIONE DELLO SFRUTTAMENTO, DELLA PROPRIETÀ PRIVATA E DEL CAPITALE.
I PROLETARI NON HANNO PATRIA. ORA E SEMPRE RESISTENZA
Viva il 1° maggio giornata di solidarietà anticapitalista/antimperialista dei lavoratori di tutto il mondo
Michele Michelino