Chi ha detto che Marx è morto e sepolto?
di Ernesto Estève Rams (*); da: insurgente.org; 6.5.2020
Karl Marx è stato sepolto così tante volte che l’atto della sua resurrezione minaccia di diventare quotidiano.
Ci sono vari modi per ritornare, uno di questi è il ricordo di qualcosa di ormai superato dal tempo e, in tal senso, visto come il costruttore che ha costruito un gradino di uno sviluppo che è andato avanti.
In un certo senso una parte dell’opera di Marx è proprio questo. Così lo descrive l’allora molto influente e per nulla comunista Jacques Attali (economista, saggista e banchiere francese): “egli fu il primo a capire il mondo nel suo insieme, che è, allo stesso tempo, politico, scientifico e filosofico”. In questo senso Marx è, come ha detto lo storico comunista Eric Hosbawm, “il riconosciuto padre fondatore del pensiero moderno sulla società”.
C’è anche un ritorno che implica una maggiore permanenza pratica. Marx volle utilizzare un modo razionale e diverso di vedere il mondo nel suo insieme e, per questo, creò tanti strumenti di analisi per riesaminare non solo l’eredità del pensiero filosofico, economico e umanista fino ai suoi giorni, ma anche nei giorni a venire. E’ così che il premio Nobel per l’economia, e per nulla comunista, Sir John Hicks ammise che “la maggioranza di coloro che desiderano costruire un corso generale di storia utilizzerebbero le categorie marxiste o una versione modificata di esse, visto che ci sono poche versioni alternative disponibili”.
Marx si trova in questo Parnaso poco popolato, insieme a Newton, Darwin e Einstein, che sono stati tanto ‘smisurati’ da creare scuole utili per sempre all’agire intellettuale umano.
Ma c’è un terzo ritorno che li unisce tutti ed è una vera resurrezione eroica. Quella che parte dalla sua massima – e prendo la traduzione di un amico ammirato -: “I filosofi non hanno fatto altro che interpretare in vari modi il mondo, ma ora si tratta, anche, di cambiarlo”.
Marxisti non sono quelli che credono, noiosamente, di capire il mondo grazie alle loro letture, ma tutti coloro che sono impegnati nel cercare di capirlo all’interno del processo per trasformarlo in qualcosa di migliore per la maggior parte degli esseri umani.
In questa enorme dimensione, Marx nacque con Prometeo e sulle rocce affrontò l’aquila divoratrice; fu a fianco di Spartaco nello stretto di Messina; accompagnò Wat Tyler (capo della rivolta dei contadini inglesi del 1381, n.d.t.) durante la grande ribellione dei poveri; consigliò Lenin nei giorni che sconvolsero il mondo; fu condannato a morte con Sacco e Vanzetti; scese la scalinata con Mella (Julio Antonio, rivoluzionario e comunista cubano, tra i fondatori del Partito Comunista, n.d.t.); organizzò uno sciopero con Villena (scrittore e rivoluzionario cubano, n.d.t.); fu assassinato alle spalle a Manzanillo per poi tornare proprio là con il Generale de las Cañas (leader della Federazione nazionale degli Operai dello Zucchero cubana, assassinato nel gennaio 1948, n.d.t.); assaltò il Moncada e sbarcò a Las Coloradas; prese Santa Clara ed entrò un 8 gennaio all’Avana.
Marx, tutti i giorni, riscopre Marx. Noi, nel nostro impegno per andare avanti, siamo solo sue reincarnazioni, in queste idee, in questo tempo, in questa Isola.
(*) Giornalista cubano
(traduzione di Daniela Trollio
Centro di Iniziativa Proletaria “G.Tagarelli”
Via Magenta 88, Sesto S.Giovanni)