ITALIA: IL PAESE DELLE STRAGI DÌ STATO CONTRO LE LOTTE DEI LAVORATORI PER IL PROFITTO
A quarant’anni dalla strage di Bologna del 2 agosto 1980 - dove una bomba provocò la morte di 85 persone, oltre a 200 feriti - ci sono ancora molti punti oscuri da chiarire.
Conosciamo i nomi degli esecutori materiali: Valerio Giusva Fioravanti e Francesca Mambro, condannati all'ergastolo con sentenza passata in giudicato. Luigi Ciavardini, condannato definitivamente a 30 anni, e Gilberto Cavallini, condannato all’ergastolo, con sentenza in primo grado l'8 gennaio scorso.
Tuttavia sono ancora ignoti o impuniti i finanziatori, gli organizzatori, i mandanti della P2, e gli esponenti delle forze dell'ordine accusati di depistaggio.
Uno Stato e una ragione di stato che - come in tutte le
stragi, da quella di Piazza Fontana del 12 dicembre 1969, alla strage di Piazza della Loggia del 28 maggio 1974, a quella della notte fra il 3 e il 4 agosto 1974 sul treno Italicus e alla strage di Bologna del 2 agosto 1980- furono usate per fermare le lotte del movimento operaio e proletario da uno stato che pur essendo a conoscenza
di quanto sarebbe successo, non ha impedito il massacro di cittadini innocenti, quando non ha colpevolmente organizzato o collaborato, che avvenissero e, una volta avvenute, le ha coperte con una
impenetrabile omertà.
Ricordiamo che anche Licio Gelli, il venerabile maestro della P2, fu
condannato in via definitiva nel 1995 per depistaggio. Secondo i magistrati, avrebbe finanziato Mambro e Fioravanti, incontrati a Roma il
31 luglio 1980, con un milione di dollari distratto dal crac Ambrosiano, per fare saltare la stazione e compiere la strage. Sono stati condannati
anche ufficiali del Sismi, il generale Pietro Musumeci e il ten. colonnello Giuseppe Belmonte, e il faccendiere Francesco Pazienza, per le attività di depistaggio. Tutti in ottimi rapporti con
servizi segreti stranieri tra cui quelli USA.
In questa giornata in cui lo Stato e le istituzioni borghesi commemorano ipocritamente la strage mantenendo comunque il segreto di stato (cambiano i governi ma il segreto di stato continua), noi esprimiamo la nostra solidarietà alle vittime e ai loro parenti.
Siamo al fianco dei parenti delle vittime e dei loro comitati che caparbiamente continuano a ricercare la verità.
Onore a chi continua a lottare per la giustizia.
LA LORO LOTTA E LA NOSTRA