Libertà per Assange

Gli USA sono decisi a far pagare a Julian Assange l’aver rivelato la crudeltà della loro guerra contro l’Iraq

di Vijay Prashad (*); da: rebelion.org; 5.9.2020

 

Il 17 settembre 2020 Julian Assange lascerà la sua cella nella prigione di Belmarsh, a Londra, e assisterà ad un’udienza che determinerà il suo destino. Dopo un lungo periodo di isolamento, il 25 agosto ha potuto finalmente incontrare la sua compagna, Stella Morris, e vedere i suoi due figli, Gabriel (di tre anni) e Max (di un anno). Dopo la visita Morris ha detto che sembrava stare “molto male”.

 

L’udienza che Assange affronterà non ha nulla a che vedere con i motivi del suo arresto all’ambasciata dell’Ecuadoe di Londra l’11 aprile 2019. Quel giorno egli fu arrestato per non essersi presentato, nel 2012, alle autorità britanniche che lo avrebbero estradato in Svezia. In Svezia, in quel momento, egli era accusato di reati sessuali, accuse ritirate nel novembre 2019. Di fatto, dopo che le autorità svedesi decisero di non perseguire Assange, il governo del Regno Unito avrebbe dovuto metterlo in libertà.

Ma non è stato così.

 

La vera ragione dell’arresto non è mai stata l’accusa in Svezia, ma il desiderio del governo degli Stati Uniti che egli fosse portato nel paese per processarlo per diversi reati. L’11 aprile 2019 il portavoce del Ministero dell’Interno del Regno Unito disse: “Possiamo confermare che Julian Assange è stato arrestato in relazione ad una richiesta di estradizione provvisoria degli Stati Uniti d’America.Egli è accusato, negli Stati Uniti d’America, di crimini informatici”.

 

Manning

Il giorno dopo l’arresto di Assange il gruppo Articolo 19 (organizzazione fondata nel 1987 per difendere la libertà di espressione e il diritto all’informazione. Ha sede centrale a Londra e succursali negli USA, nel Regno Unito, in Bangladesh, Brasile, Kenia, Messico, Senegal e Tunisia, n.d.t.) pubblicò una dichiarazione in cui si diceva che, nonostante le autorità del Regno Unito avessero dichiarato “all’origine” nel 2021 che volevano arrestare Assange perché era fuggito dalla Svezia, ora era chiaro che l’arresto si doveva ad una richiesta del Dipartimento di Giustizia USA, che voleva Assange per “un’accusa federale di cospirazione per commettere un’intrusione informatica per accedere ad un computer classificato (segreto, n.d.t.) del Governo degli Stati Uniti”.

 

Assange è stato accusato  di aver aiutato Chelsea Manning nel 2010, dopo che Manning fornì a WikiLeaks un esplosivo tesoro di informazioni secretate del governo degli Stati Uniti che contenevano chiare prove di crimini di guerra. Manning ha passato 7 anni in prigione prima di essere graziata dall’allora Presidente Barak Obama.

 

Mentre Assange si trovava nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra, e ora che languisce nel carcere di Belmarsh, il governo degli Stati Uniti ha cercato di montare un caso ‘inattaccabile’ contro di lui. Il Dipartimento di Giustizia USA ha accusato Assange di almeno 18 reati, compresa la pubblicazione di documenti classificati e il presunto aiuto a Manning per decifrare una password ed introdursi in un computer del Pentagono.

 

L’accusa ad Assange di aver pubblicato i documenti non è la più importante, visto che i documenti furono successivamente pubblicati anche da numerosi mezzi di comunicazione come The New York Times e The Guardian. L’accusa chiave è che Assange “spinse attivamente Manning a fornire più informazioni e si accordò per decifrare un hash di password giacente nei computer del Dipartimento della Difesa  USA, connesso alla Rete Segreta di Protocollo di Internet (SIPRnet) , una rete del governo degli USA utilizzata per documenti e comunicazioni classificate. Assange è anche accusato di cospirazione per aver commesso un’intrusione informatica per accedere a decifrare tale “hash”.

Qui il problema è che, a quanto pare, il governo degli Stati Uniti non ha prove della ‘collusione’ di Assange con Manning per entrare nel sistema.

 

Manning non nega di essere entrato nel sistema, di aver scaricato i materiali e averli inviati a WikiLeaks. Una volta fatto questo, WikiLeaks – proprio come altri mezzi di comunicazione – pubblicò i materiali. Manning ha passato 7 anni in prigione molto difficili a causa del suo ruolo nella trasmissione dei rapporti.

A causa della mancanza di prove contro Assange, è stato chiesto a Manning di testimoniare contro di lui  davanti ad un Grand Jury. Manning ha rifiutato e ora è di nuovo in prigione: le autorità statunitensi stanno utilizzando il carcere per obbligarla a testimoniare contro Assange.

 

Cosa Manning inviò ad Assange

L’8 gennaio 2010 WikiLeaks annunciò di essere in possesso di “video criptati di attacchi statunitensi con bombe contri civili”. Il video, che poi venne pubblicato con il titolo di “Assassinio collaterale”, mostrava a sangue freddo dettagli di come, il 12 luglio 2007, elicotteri statunitensi AH-64 Apache avevano sparato pallottole da 30 millimetri contro un gruppo di iracheni a Nuova Bagdad. Tra i morti si trovava il fotografo della Reuters Namir Noor-Eldeen e il suo autista, Saeed Chmagh. La Reuters chiese immediatamente informazioni sul loro assassinio, e le venne risposto ufficialmente che il video non esisteva, nonostante la catena continuasse a richiederlo invano.

Nel 2009 il reporter del Washington Post David Finkel pubblicò The Good Soldiers (I bravi soldati), basato sul tempo da lui passato nel Battaglione 2-16 dell’esercito statunitense. Finkel si trovava con i soldati statunitensi nel quartiere di Al-Amin quando udì gli spari degli elicotteri Apache. Per il suo libro Finkel aveva visto il video (questo è evidente nelle pagine da 96 a 104); egli difende l’esercito dicendo che “l’equipaggio dell’Apache aveva seguito le regole d’ingaggio” e che “tutti avevano agito nella giusta forma”. “I soldati, scriveva, erano buoni soldati”. Finkel metteva così in chiaro che un video esisteva, nonostante il governo degli Stati Uniti negasse la sua esistenza alla Reuters.

 

Il video è spaventoso. Mostra l’insensibilità dei piloti. La gente buttata per terra non sparava a nessuno. I piloti sparano indiscriminatamente. “Guarda quei bastardi morti” dice uno di loro mentre un altro dice “bene”, prima di sparare ai civili. Una camionetta si ferma sul luogo del massacro e una persona entra per aiutare i feriti, compreso Saeed Chmagh. I piloti chiedono il permesso di sparare alla camionetta, lo ottengono subito e sparano. Lo specialista dell’esercito Ethan McCord, membro del battaglione 2-16 con cui si trovava Finkel, ispezionò la scena sul terreno pochi minuti dopo. Nel 2010 McCord disse a Kim Zetter di Wired (rivista mensile statunitense, nota come “la Bibbia di Internet” n.d.t.”) cosa aveva visto. “Mai prima di allora avevo visto qualcuno ricevere una pallottola da 30 millimetri. Non sembrava reale, nel senso che non sembrava più un essere umano. Sono stati polverizzati”.

Dopo che fu colpita, sulla camionetta McCord e altri soldati trovarono Sajad Mutashar (10 anni) e Doaha Mutashar (5 anni) gravemente feriti; il loro padre, Saleh, che aveva cercato di trarre in salvo Saeed Chmag, era per terra morto. Nel video si capisce che il pilota aveva visto che c’erano dei bambini nella camionetta, ma dice crudamente “Beh, è colpa sua per aver portato i suoi figli nel mezzo di una battaglia”.

 

Robert Gibbs, l’addetto stampa del presidente Barak Obama disse nell’aprile 2010 che gli eventi mostrati nel video erano “estremamente tragici”.  Ma i buoi erano già scappati dalla stalla.

Il video mostrò al mondo il carattere reale della guerra degli Stati Uniti contro l’Iraq, che il segretario delle Nazioni Unite Kofi Annan aveva definito “illegale”. La pubblicazione del video  da parte di Assange e di WikiLeaks svergognò il governo degli Stati Uniti. Tutte le sue affermazioni di guerra “umanitaria” non avevano alcuna credibilità.

 

La campagna per distruggere Assange cominciò in quel momento. Il governo degli Stati Uniti ha messo in chiaro che vuole giudicare Assange per tutto, e soprattutto per tradimento. Le persone che rivelano il lato oscuro del potere statunitense come Assange e Edward Snowden non avranno pace.

C’è una lunga lista di persone - Jeffrey Sterling (ex agente della CIA accusato di aver passato alla stampa informazioni sulle operazioni ‘coperte’ contro l’Iran, n.d.t.) , James Hitselberger, John Kiriakou e Reality Winner che, se vivessero in paesi che sono un obiettivo degli Stati Uniti sarebbero definiti “dissidenti”. Manning è un’eroina che ha denunciato i crimini di guerra., Assange, che l’ha semplicemente aiutata, è perseguitato apertamente.

 

IL 28 gennaio 2007, alcuni mesi prima di essere assassinato dall’esercito statunitense, Namir Noor-Eldeen scattò una fotografia a Bagdad di un bambino con un pallone da calcio sotto il braccio che camminava attorno ad una pozza di sangue. Vicino alla pozza c’erano alcuni libri  di testo stropicciati. E’ stato l’occhio umano di Noor-Elden a fissare questa fotografia, con il bambino che cammina attorno al pericolo come se non si trattasse altro che di spazzatura sul marciapiede.

Questo è ciò che la guerra “illegale” degli Stati Uniti aveva fatto al suo paese.

 

Dopo tutti questi anni quella guerra continua a vivere e a trascinarsi in un tribunale di Londra.

Là Julian Assange, che rivelò la verità sugli assassinii, lotterà per non diventare una vittima in più della guerra degli Stati Uniti all’Iraq.

 

(*) Storico indiano, professore al Trinity College di Hartford, USA. Scrittore, ha pubblicato più di 30 libri ed è direttore della casa editrice Left Word Books di New Delhi.

 

(traduzione di Daniela Trollio

Centro di Iniziativa Proletaria “G.Tagarelli”

 

Via Magenta 88, Sesto S.Giovanni)

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